Una sonda della NASA ha appena scoperto che c’e’ dell’acqua sulla Luna, ed un’altra diretta verso il pianeta rosso dovrà finalmente dare una risposta all’interrogativo principe del XX^ Secolo: “C’è vita su Marte”? E’ invece bastata una diretta televisiva di circa tre ore, domenica sera, per rivelare all’intero mondo del football che c’è vita a St.Louis, dopo che se ne erano cercate le tracce per mesi e mesi. Chi avesse assistito alla partita tra i Rams ed i Saints senza sapere nulla del passato recente di queste due squadre, avrebbe fatto certamente fatica ad indicare quale delle due aveva vinto una sola partita sulle ultime diciotto disputate e quale non aveva ancora conosciuto una sconfitta nella stagione attuale.
La sosta dopo la faticosa e faticata vittoria sui Lions ha evidentemente rigenerato la squadra di coach Spagnuolo, che ha disputato una partita energica e vibrante come non si vedevano da almeno due anni all’Ed Jones Dome. Certo, il risultato finale è stato comunque una sconfitta, ma essere arrivati ad un incompleto in end zone a tempo scaduto dall’upset della giornata contro una squadra imbattuta e con un attacco che macina punti su punti e stritola record su record, è comunque un risultato degno di nota per una squadra come i Rams in cui era davvero difficile scorgere anche un minimo segno di esistenza negli ultimi tempi. Nelle altre due partite giocate contro una squadra imbattuta, infatti, i Rams avevano sì lottato, ma avevano anche ceduto di schianto dopo poco, mentre contro i Saints Bulger è arrivato a lanciare l’hail mary pass della vittoria in end zone dalle 30 yards a tempo scaduto, un deciso passo in avanti rispetto all’arrendevolezza che questa squadra aveva mostrato in altre occasioni.
Ad onor del vero dobbiamo anche dire che i Saints ci hanno messo del loro, commettendo una serie di turnover micidiali e decisivi in momenti importanti della partita che hanno aiutato i Rams a restare in carreggiata, ma va dato credito ai Rams di aver sfruttato in fondo ogni occasione che gli si è parata davanti. Inoltre St.Louis ha cercato di pareggiare i conti nella sfida delle infermerie, che vedeva i Saints penalizzati dall’assenza di Sharper e Greer fin dall’inizio a cui si sommava l’infortunio che toglieva di scena anche l’altro CB titolare Porter. I Rams rispondevano con la loro abituale formazione con soli quattro ricevitori a roster, di cui uno (Amendola) reduce da una commozione cerebrale, uno rookie appena firmato dalla practice squad degli Eagles ed uno (Burton) che si infortunava al ginocchio da solo in occasione dell’intercetto che Young metteva a segno nella propria end zone.
I Rams iniziavano in attacco, e Steven Jackson si presentava subito con una corsa da 30 yards che portava St.Louis a superare la metà campo, ma la difesa dei Saints faceva buona guardia e Jones allontanava la palla.
Al primo drive offensivo dei Saints si capiva che la serata sarebbe stata diversa dal solito. Dopo una bella corsa di Bush, in cui i Rams perdevano per infortunio il LB Lenon, Atogwe pizzicava un passaggio di Brees diiretto a Shockey e riportava i Rams in attacco.
Sul drive successivo Bulger e Jackson muovevano bene la palla, ma il quarterback dei Rams si faceva intercettare in end zone, sprecando così la prima occasione di mettere punti sul tabellone.
I Saints non sprecavano invece il drive successivo, ed al secondo gioco del secondo quarto era Reggie Bush che violava la end zone avversaria per il 7-0 con cui si rompeva l’equilibrio.
Una bella combinazione di corse di Jackson e Gado, unita ad un bel passaggio su McMichael, preparavano il capolavoro di Bulger, che trovava Avery nell’angolo sinistro della end zone per il TD del pareggio.
I Saints ci mettevano poco più di due minuti e mezzo per replicare, ancora con Bush, e tornare avanti nel punteggio 14-7.
Shurmnur decideva di mettere la palla in mano a Jackson, e così arrivavano le nove portate (le ultime sette consecutive) con cui l’ex star di Oregon State rimetteva la situazione in parità poco prima dell’intervallo.
Non c’era nemmeno il tempo di godersi il primo intervallo in parità della stagione che la seconda frazione si apriva con un rutorno di kickoff in touchdown da parte di Roby, che aggirava lo special team avversario e percorreva le 97 yards che lo separavano dalla segnatura praticamente intoccato.
Tutto da rifare per i Rams, e sugli spalti si aveva la netta sensazione di rivedere il film già visto di una squadra che nel secondo tempo spariva completamente di scena.
In effetti il drive successivo non lasciava spazio all’ottimismo: a parte il primo passaggio su un Gibson in serata di grazia, il tutto si risolveva in un triste three and out che sembrava proprio preannunciare la resa dei bluoro. Invece era ancora una volta la secondaria difensiva a togliere d’impiccio i Rams quando Butler intercettava al limite dell’incompleto un passaggio basso diretto verso Shockey. Dopo il challenge ed il replay, gli arbitri confermavano l’intercetto, ed i Rams ne approfittavano per ridurre le distanze con un field goal di Brown dalle 32.
La premiata ditta Brees & Bush si rimetteva in carreggiata e portava i Saints di nuovo in ottima posizione e dalle 9 yards Brees trovava Colston per quello che sembrava un facile touchdown. Non la pensava così Atogwe, che impattava il ricevitore avversario poco prima che entrasse in end zone facendogli perdere la palla. L’ovale veniva recuperato da Bartell, ma appena fuori dalla end zone: touchback e palla ai Rams dalle proprie 20.
La difesa dei Saints aveva però preso le misure a Jackson, ed il drive stallava praticamente subito, ed i Saints iniziavano il quarto periodo con la palla in mano sulle proprie 23.
Questa volta Brees non sbagliava nulla, e Meacham non si faceva battere dalla secondaria dei Rams, andando a ricevere nel retro della end zone il pallone del 28-17, che portava i Rams per la prima volta a due segnature di distacco.
Altro three and out dei Rams, che dovevano ringraziare la difesa per lo stupendo lavoro di contenimento che facevano sui Saints nel drive successivo.
Amendola droppava un pallone che poteva valere almeno 30 yards di guadagno e che invece forzava i Rams al punt, ma ancora una volta la difesa ci metteva del suo e forzava Brees a restituire subito la palla.
Era il momento di Bulger. Partendo dalle proprie 20, con cinque passaggi precisi arrivava sulle 19 avversarie da dove, con il sesto completo di fila, trovava ancora Avery per il TD del 28-23. Si cercava la trasformazione da due per restare ad un field goal di distanza, ma il passaggio su Fells cadeva incompleto.
La difesa faceva ancora un superlavoro restituendo il pallone a Bulger con poco piu’ di due minuti sul cronometro, ma nonostante riuscisse ad arrivare fino alle 32 offensive, il passaggio della disperazione su Amendola cadeva incompleto a tempo scaduto, sancendo così la vittoria dei Saints, che si portavano a 9-0, un inizio di stagione da record per New Orleans.
Resta l’amaro in bocca della sconfitta, ma Spagnuolo può forse dire di aver finalmente ritrovato una squadra.