C’è un coach col baffetto da sparviero, che non ha ancora digerito una sconfita in un superbowl di dieci anni fa e allora, in vantaggio di trenta punti, si gioca quarti down, lascia le superstar in campo anche quando hanno raggiunto gli obiettivi statistici, lancia profondo per accumulare altri punti contro una squadra disastrata, guidata dal terzo quarterback, come se ogni punto in più potesse diminuire di un po’ la frustrazione di aver visto Kevin Dyson placcato sulla una yard da Mike Jones mentre il tempo scadeva nel Superbowl XXXIV. Quel coach si chiama Jeff Fisher, e nella disfatta domenicale dei Rams ha continuato ad infliggere coltellate al corpo morto di St.Louis anzichè chiudere la bara e consegnarlo al suo destino, dimostrando tutta la mancanza di classe e sportività che lo ha accompagnato per tutta la sua carriera.
C’è un quarterback rookie, Keith Null, scelto al sesto giro quest’anno, che viene buttato in campo controvoglia da Spagnuolo a causa dell’infortunio a Boller che non gli permette di scendere in campo. Questo quarterback rookie inizia bene il suo esordio, facendo cose semplici e cercando di sbagliare il meno possibile, ma finisce trascinato nel baratro lanciando ben cinque intercetti nella sua personalissima rivisitazione del film “Remember the Titans”. E chi se li scorderà più?
C’è una guardia dal nome curioso, Richie Incognito, che ha dato il meglio di sè nelle scorse settimane, quando era fuori per infortunio. L’unico modo per non fare danni, infatti, è quello di non giocare, perchè non solo si ritrova a prendere a testate gli avversari causando 30 yards di penalità, ma riesce anche a discutere a muso duro con l’head coach che lo riprende e lo sbatte in panchina per il resto della partita. Urge mettere un bel cartello “Vendesi” sulla schiena di questo giocatore dal grande potenziale ma dal temperamento incontrollabile.
C’è infine una crew arbitrale tra le più scarse che la NFL ricordi. Quella diretta da Jeff Triplette riceve settimanalmente le lamentele di coloro che ne devono subire la mediocrità in campo, ma misteriosamente Mike Pereira continua a mandare quest’uomo a fare danni sui campi della NFL. Ieri sera la crew è riuscita ad ignorare Van Den Bosch che ribaltava Steven Jackson nel momento in cui stava ricevendo al palla, favorendo così il primo intercetto dei Titans, oltre ad un chiarissimo holding che spianava la strada al terzo touchdown di Johnson. Ha poi proseguito punendo (giustamente) il colpo di Incognito ad azione finita, ma sorvolando sulla sucessiva reazione di Van Den Bosch che spintonava ed atterrava il giocatore dei Rams. Infine riusciva a venirsene fuori con un comico “The player fell on the ground on his own”, quando un frustratissimo Clifton Ryan spintonava violentemente in panchina Chris Johnson quando questi aveva già varcato da un pezzo la linea laterale.
Parlando più in dettaglio della partita, il campo ha decretato un vincitore assoluto della gara: il runningback dei Titans Chris Johnson, che ha eclissato il record di Earl Campbell per le yards guadagnate dalla scrimmage, piazzando anche l’ottava partita oltre le cento yards di corsa seppure rallentando la rincorsa al record di Eric Dickerson.
La sua esplosività in campo aperto è stata letale quelle poche volte che è riuscito a sfuggire dalle grinfie di una attenta difesa dei Rams. Johnson è il classico giocatore che è capace di piazzare quattro o cinque corse consecutive con guadagno minimo se non negativo, per poi esplodere in galoppate selvagge che coprono tutto il campo, come successo nel primo touchdown ma soprattutto nel secondo, quando ha trasformato un lancetto di cinque yards di Vince Young in una realizzazione dopo uno slalom di 66 yards per il 14-0 parziale alla fine del primo quarto di gioco.
I Titans sono stati molto pericolosi finchè è rimasto in campo Vince Young, mentre il suo sostituto Collins ha finito il lavoro ma non ha lasciato la stessa impressione che qualcosa di buono stesse per succedere da un momento all’altro di quando c’era Young in campo.
La difesa dei Rams aveva piazzato un linebacker in spy sul quarterback, sacrificando un giocatore alternativamente alla copertura o alla pass rush, ma ciò non aveva impedito al pirotecnico quarterback di Tennessee di inventarsi uno scramble da 44 yards, al termine del quale, però, usciva dal campo zoppicando per un problema muscolare.
Con Collins in campo la difesa dei Rams tornava a giocare “regolare”, ma la musica cambiava di poco. Spesso e volentieri i tight end erano lasciati in assoluta solitudine, grazie anche alle play action su Johnson che attiravano tutta la difesa sul runner lasciando lasche le coperture sui passaggi.
In attacco gli arieti faticavano molto, con jackson che iniziava a sentire ed a patire l’assenza di allenamento nelle ultime due settimane a causa del mal di schiena che lo affligge da un paio di settimane a questa parte.
Null faceva quel che poteva, ma dopo un inizio confortante, appariva decisamente frastornato. Sbagliava qualche snap, faceva persino un mezzo fumble su uno snap dalla shotgun tutto sommato accettabile, e soprattutto lanciava cinque intercetti. Se si eccettua il primo, viziato da una solare interferenza su Jackson, gli altri quattro erano decisamente lanci sbagliati, o meglio: perfettamente nei numeri… degli avversari.
Con questa sonante vittoria i Titans mantengono vive le speranze di playoffs, anche se inciderà non poco il pessimo inizio di stagione con cinque sconfitte consecutive.
I Rams, invece, stanno stancamente portando a termine l’ennesima stagione disgraziata, e la parola che si sente più pronunciare in questi giorni a Rams Park è una di tre lettere: SUH!