Il ritorno dei Rams al Monday Night Football non è stato dei migliori, non tanto per la sconfitta 28-16, tutto sommato prevedibile, ma per come è arrivata. Iniziamo subito a sgombrare il campo dalle facili scusanti. Mancava Steven Jackson, ma Cadillac Williams aveva dimostrato la scorsa settimana di poter garantire un gioco di corsa più che accettabile, e la difesa dei Giants ha fatto un grandissimo lavoro sulle corse, chiudendo la porta ogni volta che Williams e Norwood tentavano di passare. Mancava CJ Ah You, ma esordiva la prima scelta 2011 Robert Quinn, autore di una buona partita. La secondaria difensiva aveva perso per tutta la stagione il secondo titolare, ed in effetti la mancanza di Bartell si è fatta particolarmente sentire. Gli anelli deboli King e Dahl sono stati ripetutamente messi sotto pressione, ed i due defendive backs hanno risposto andando letteralmente in panico. Sintomatica la ricezione da circo in touchdown di Hixon che Dahl ha permesso senza provare ad intervenire piùdi tanto. Lo spettacolo era talmente interessante, soprattutto se goduto dalla posizione privilegiata di Dahl, che era quasi un peccato rovinarlo.
Che la prima parte della stagione fosse durissima lo si sapeva, che la trasferta a New York non fosse una passeggiata anche, ma che i Rams decidessero di regalare così una partita non era francamente pensabile.
Difficile dire quale sia stata la causa. Sicuramente in attacco troppi giocatori non erano pronti mentalmente, come prova chiaramente l'incredibile ritorno di fumble concesso ai Giants dopo che il passaggio laterale di Bradford non era stato ricevuto da Williams,il quale, anzichè cercare di recuperare il fumble, si disinteressava del pallone pensando si trattasse di un incompleto, permettendo così al difensore dei Giants di recuperare la palla ed involarsi in touchdown intoccato.
Era quella l'azione che spezzava definitivamente la partita in due, dopo che i Rams avevano mosso bene la palla, soprattutto con i lanci, ma avevano dovuto accontentarsi di un field goal, mentre i Giants recuperavano un punt toccato maldestramente da Salas e vedevano il loro drive trovare nuova vita grazie a delle stupide penalità che trasformavano un grandioso stop al terzo down in un primo tentativo per l'attacco newyoorchese.
Se la corsa partita erano stati i drop infiniti a condannare i Rams, questa volta erano degli errori mentali tanto stupidi quanto decisivi.
E sì che il Manning piccolo ci stava mettendo del suo, trovando praticamente solo il passaggio in touchdown per Nicks e sbagliando poi tutti i passaggi successivi, salvo poi ritrovarsi nel secondo tempo quando i Giants decidevano che la partita si poteva vincere anche per merito proprio, oltre che per demerito degli avversari.
Un Bradford a corrente alternata, che ha patito l'enorme pressione della linea difensiva dei Giants e che proprio quando aggredito ha spesso perso la lucidità ed ha avuto un'infinità di palloni deflettati sullalinea di scrimmage, ha comunque vistovanificare gli sforzi che gli sono valsi la miglior prestazione statistica in carriera in fatto di yards lanciate.
Troppe le occasioni sprecate nel primo tempo, quando si sarebbe dovuto mettere fieno in cascina per quando i Giants si sarebbero risvegliati, cosa puntualmente accaduta nel secondo tempo.
Più di un sopracciglio si è alzato anche per alcune scelte di Spagnuolo a dir poco sorprendenti. Su tutte la decisione di non giocarsi due quarti tentativi a fine partita che sono sembrate due segnali di resa anticipata.
Certo, il lato positivo di tutta la faccenda è che la squadra pare esserci, si tratta solo di arrivare ad un maggior livello di concentrazione, aspetto sul quale Spagnuolo dovrà dare delle risposte fin da domenica prossima, quando all'Ed Jones Dome arriveranno i Baltimore Colts.