Alla terza partita di preseason siamo di nuovo ai punti interrogativi, ai sopraccigli alzati ed alla paura che anche questa sarà un’annata negativa. Nonostante il risultato condanni i Rams per un solo punto di scarto, oltretutto dovuto ad un extra point sbagliato ed alla scelta (lodevole) di Fisher di non cercare l’OT con una trasformazione da 2 al TD successivo, la partita di ieri sera in Texas è stata dominata in lungo ed in largo dai Cowboys.
9-13 per 198 yards e 2 TD sono il bottino che il QB di Dallas Tony Romo ha messo insieme nel solo primo quarto, e questo la dice lunga sulla penosa pretazione offerta dal pacchetto difensivo in maglia blu e oro.
Dalla parte opposta, invece, Bradford non ha avuto una adeguata protezione dalla linea offensiva, sebbene ci siano le scusanti dell’assenza di Harvey Dahl e del rientro come centro dopo lungo tempo di Scott Wells, apparso molto arrugginito. Il quarterback dei Rams, però, ci ha messo del suo ricadendo nei vecchi errori di tenere troppo la palla in mano e poi, dopo aver subito la prima botta, scaricarla frettolosamente per evitare di prendere altre botte. Questo fa capire perchè la protezione di Bradford sia un punto cardine dell’attacco dei Rams, non essendo lui un clone di Brett Favre.
Se vogliamo guardare le poche cose positive che questa partita ci ha mostrato non possiamo certamente esimerci dal segnalare altre due bombe del kicker rookie Greg Zuerlein, che ha messo la palla tra i pali da 52 e da 55 yards, ed i punt lunghi, alti e precisi di John Hekker. I due calciatori non dovrebbero affatto costituire un problema per i Rams 2012.
Molto positivo Darryl Richardson che, a questo punto, mi aspetto che abbia sopravanzato Isaiah Pead nella depth chart diventando il backup di Steven Jackson.
Una buona impressione hanno fatto gli special team, sia il kickoff coverage che il kickoff return, ed è stata particolarmente gradita la mentalità espressa in panchina da Fisher, con le chiamate, i timeout “per far riflettere gli arbitri” (roba inutile, peraltro, dato che alla fine del secondo quarto nonostante il tempo aggiuntivo per accorgersi che i Cowboys non avevano fatto uno spike ma era stato commesso un fumble allo snap, non hanno ritenuto necessario rivedere nulla) e l’impressione che abbia comunque la situazione di gioco sempre sotto controllo, cosa che con Spagnuolo non era sempre così evidente.
Infine una buona nota anche dal terzo quarterback Austin Davis, che ha decisamente offerto la miglior performance rispetto a quella di Bradford e di Kellen Clemens.
Per parlare degli aspetti negativi potremmo andare per le lunghe, ma ci limitiamo a quelle principali.
Innanzitutto la difesa. A larghi tratti sono riapparsi i vecchi fantasmi della difesa che non sa coprire, non sa placcare, non sa far nulla. Il secondo TD dei Cowboys è l’esempio perfetto dove il ricevitore prima elude la copertura, poi “rompe” un placcaggio passando in mezzo a due difensori che si ostacolano a vicenda e si invoa lungolinea verso la end zone avversaria.
I mancati placcaggi sono stati il leit motive della difesa per tutta la serata, se si eccettua il penultimo drive dove le terze linee hanno facilmente avuto la meglio sulle terze linee avversarie (cioè giocatori che lunedì verranno tagliati, da ambo le parti), ed anche in fase di copertura, nonostante mancassero i due WR principali Dez Bryant e Miles Austin, soprattutto Janoris Jenkins ha avuto moltissimi problemi.
Difficilmente spiegabile la scelta di mantenere Jackson in campo nei giochi di passaggio e Pead in quelli di corsa, dando così una chiave di lettura elementare alla difesa avversaria. Lo stesso Pead si è dimostrato ancora inconsistente sulle corse, mentre come ritornatore ha fatto un po’ meglio, ma a questo punto crediamo che l’attesa “esplosione” di Pead sia ancora molto di là da venire. Come già detto, il potenziale c’è, ma la transizione al football professionistico sta avendo dei rallentamenti davvero imprevisti.
Lunedì verranno tagliati i primi quindici giocatori, mentre giovedì sera i Rams affronteranno i Ravens all’Ed Jones Dome schierando i titolari per almeno due quarti (così ha deciso Fisher), nell’ultimo impegno prima dell’inizio della regular season la settimana successiva.