I Rams chiudono in anticipo il loro draft scambiando le due scelte rimanenti nel settimo giro con gli Houston Texans per acquisire la loro scelta supplementare al sesto, con la quale selezionano il RB Zac Stacy da Vanderbilt. L’addio di Steven Jackson aveva lasciato un vuoto nel reparto runningback che nè Darryl Richardson nè Isaiah Pead potevano riempire nemmeno parzialmente: quello del runner di potenza. Ecco quindi che la scelta di Stacy va proprio nella direzione di garantire all’attacco dei Rams un runner di sfondamento, da utilizzare per le corse in mezzo ai tackles, per lo short yardage, per la protezione dai blitz e per tutte quelle occasioni in cui negli ultimi dieci anni Steven Jackson ha cabntato e portato la croce.
Ovviamente la caratura è totalmente differente, ma l’impressione è che se Stacy non avesse giocato in un programma sottovalutato (anche giustamente) come quello di Vanderbilt, sarebbe stato scelto almeno al terzo giro.
Potente e possente, è il classico runningback “north-south”, quello cioè utilizzato per sfondare la difesa avversaria.
Tra le sue maggiori doti c’è, oltre alla già citata potenza, l’abilità di combattere per ogni extra yard al termine della corsa, anche se molti scout lo hanno bollato come uno che “cade spesso al primo contatto”. Non è una bestia come jackson, che ci aveva abituato a correre con due o tre placcatori attaccati alle gambe, ma nell’uno contro uno se il difensore non adotta una tecnica di placcaggio più che efficiente si ricorderà per molto tempo dell’incontro con l’ammasso di muscoli che lo travolge.
Con questa scelta sembra quindi che il prossimo anno il gioco di corsa sarà affidato al terzetto di runner composto da Richardson, Pead e, appunto, Stacy