Arriva la vittoria in preseason

All’ultimo tentativo arriva anche la vittoria in preseason, 24-21 contro i Baltimore ravens, così che i Rams non finiscono 0-4 per la prima volta in dieci anni. Risultato a parte, la vera vittoria della serata è stata di aver terminato la partita e la preseason senza infortuni di rilievo, cosa da non poco conto vista la raffica di infortuni più o meno gravi che ha colpito la NFL in questo mese di agosto. Fisher ci ha messo quattro giorni a cambiare idea sul come affrontare questa ultima sfida con Baltimore. Dopo aver dichiarato a caldo nel dopopartita di Denver che i titolari avrebbero giocato probabilmente tutto il primo tempo, in questi giorni l’head coach è tornato a più miti consigli ed ha affrontato la partita con l’approccio di inizio camp, cioè spazio alle seconde e terze linee e poco o nulla per i titolari.

Sono stati solo sette su ventidue, infatti, gli starter impiegati in questa partita, con gli altri quindici che non hanno nemmeno messo piede in campo, e tutto sommato è giusto così.

Una partita, spesso mezza, non è molto per metersi in mostra, ma i giocatori che si stanno ancora giocando la permanenza a roster hanno sfruttato al megio questa ultima chance per impressionare positivamente i coach.

Durante l’incontro il GM Les Snead, intervistato nel booth da Andrew Siciliano e Marshall Faulk,si è lasciato scappare che Rodney McLeod sarà la safety titolare contro Arizona, ed il suo gioco in campo non ha fatto altro che confermare le impressioni positive su questo giocatore. Se la promozione a titolare sia temporanea visto l’infortunio di Stewart, o sia definitiva lo sapremo solo vivendo.

Splendida la partita nella partita tra i quattro runningback per evitare il taglio. Con Pead e Stacy pressochè sicuri del posto, ma autori comunque di alcune buone giocate 8nonostante Pead abbia commesso un altro fumble), la sfida tra Cunningham e Reynold parrebbe essersi risolta in favore del primo, che ha saputo dare continuità alla propria azone trovando anche degli spunti interessanti. Reynolds non è stato a guardare, ed ha anche messo a segno il touchdown della vittoria, ma la sua prestazione è stata leggermente inferiore a quella di Cunningham che, a nostro parere, è ora il favorito per la conferma a roster.

Un’altra solida prestazione è arrivata anche da Ray Ray Armstrong, condita anche da un colpo tremendo e pulito sul runningback avversario che ha impressionato i pochi spettatori presenti all’Ed Jones Dome. Tra le altre cose Armstrong ha anche giocato straordinariamente bene in copertura passaggio, oltre che nel suo naturale ruolo di run stopper. Anche per Armstrong vediamo difficilissimo il taglio.

Chi ce l’ha messa tutta ma probabilmente non vedrà premiati i suoi sforzi è stato Veltung, che ha anche cercato disperatamente di conquistarsi un posto almeno come ritornatore di punt, senza però impressionare più di tanto. Con la quasi certa decisione del coaching staff di mantenere solo cinque ricevitori a roster, Givens, Austin, Quick, Bailey e Pettis dovrebbero essere il quintetto già designato, e lo spazio per gli altri ricevitori, Johnson comrpeso, autore di un altro pregevole touchdown, è davvero ridotto, a meno che alla fine Fisher non decida di tenere solo due quarterback ed aggiungere uno spot tra i ricevitori.

La quetione del quarterback di riserva è tra le più scottanti, tra l’altro. Clemens e Davis hanno avuto mezza partita a testa, ed in questa occasione Clemens ha giocato molto meglio di Davis, ponendo una seria candidatura al posto di backup, ma la questione è sempre la medesima: dietro a Sam Bradford c’è il buio quasi assoluto. Nè Clemens, nè tantomeno il Davis di ieri sera sembrano in grado di poter sostenere più di qualche drive di emergenza, non parliamo di una partita intera o addirittura di una parte di stagione.

Ora a Rams Park è il momento delle scelte. Tra qui e sabato a mezzanotte il roster dovrà essere depurato di altri 22 giocatori,forse 20, dal momento che Dunbar e Pead, essendo sospesi non dovrebbero rientrare nel conteggio dei 53 giocatori a roster, ma si tratterebbe di due taglio procrastinati solo di una e quattro settimane.

E’ il momento in cui nessuno di noi, che abitualmente ci vestiamo volentieri dei panni dell’head coach per dire cosa avrebbe dovuto fare, chi avrebbe dovuto schierare e che azione avrebbe dovuto chiamare, vorrebbe essere al posto di Jeff Fisher o anche di Les Snead, chiamati entrambi ad operare delle scelte delle quali potrebbero pentirsi a posteriori come invece vedere confermata la propria opinione sul giocatore.

Buona fortuna…

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