Troppi errori, vince Atlanta

L’affermazione potrebbe suonare quantomeno strana, ma la partita di ieri sera al Georgia Dome tra Rams e Falcons ha, di fatto, confermato quello che le squadre avevano fatto vedere nella loro partita di esordio. Che poi i Falcons, che domenica erano stati sconfitti dai Saints, abbiano vinto ed i Rams, che avevano invece sconfitto i Cardinals, abbiano perso, non sposta i termini del ragionamento: ciò che è cambiato è stato solamente il risultato.
I Falcons hanno infatti confermato sia la pericolosità e l’efficienza del loro attacco aereo, sia l’inconsistenza del gioco di corsa, oltre a confermarsi come una squadra che parte a razzo e si perde in un momento della partita spesso identificabile tra il terzo ed il quarto quarto, favorendo la rimonta degli avversari che spesso (non questa volta) riescono a superarli nel punteggio e ad aggiudicarsi l’intera posta.

I Rams hanno invece confermato di essere l’esatto opposto, partendo ancora una volta a rilento per poi uscire sulla distanza e sfiorare la seconda rimonta consecutiva. Gli ospiti hanno inoltre confermato la loro pessima tendenza a commettere un gran numero di penalità (altre sette, ieri sera, proprio come la settimana scorsa), e proprio le penalità hanno giocato un ruolo importante fin dall’inizio, nella sconfitta che i Rams hanno patito per 31-24 dai Falcons. E’ stato infatti un offside di Chris Long, al terzo gioco offensivo di Atlanta, a trasformare un quarto e tre e sicuro punt in un terzo e undici che Ryan ha poi chiuso agevolmente per mantenere vivo il drive che avrebbe portato al touchdown del 7-0 segnato da Steven Jackson che, nell’occasione, si infortunava ed era costretto a lasciare la partita.
Ryan sfruttava a dovere la stessa morbida copertura difensiva che domenica scorsa aveva consentito a Carson Palmer di fare una partita alla Joe Montana, ed approfittando del fatto che i Rams dedicavano ad un folletto come Julio Jones una marcatura singola, ora di Finnegan ora di Jenkins, senza l’aiuto della safety, che andava sempre a raddoppiare su White o Gonzales, pescava il numero undici appena oltre Jenkins, il quale mancava anche il placcaggio, per il touchdown del 14-0, che Jones segnava dopo una cavalcata di 81 yards.
Tramortiti dall’uno-due dei Falcons, i Rams non riuscivano a replicare. Cook era imbrigliato da una doppia copertura costante, le corse non andavano un granché ed i ricevitori facevano una fatica tremenda a liberarsi delle marcature, costringendo Bradford a scaricare un’infinità di passaggi nella flat con il solo risultato di guadagnare poche yards. I ricevitori ci si mettevano comunque d’impegno: Kendricks non tratteneva una palla semplicissima, subito imitato da Austin, ed infine Richardson si faceva rimbalzare sulle mani una palla che avrebbe preso anche un bambino di cinque anni. Quest’ultimo rimbalzo finiva dritto nelle mani di Osi Umenyiora, che effettuava così il primo intercetto e segnava il primo touchdown della sua carriera, portando Atlanta sul 21-0 dopo tre minuti e mezzo del secondo periodo.
Prima del riposo le due squadre si scambiavano un field goal, ma tutto faceva pensare che la partita fosse oramai chiusa, con i Rams apparentemente incapaci di muovere palla in attacco e di fermare Ryan, che nel solo primo tempo aveva già accumulato 237 yards su passaggio.
Nel secondo tempo qualcosa cambiava. La difesa dei Rams metteva finalmente in atto una copertura un po’ più pressante sui ricevitori, aumentando contemporaneamente la pressione su Ryan. Ciò portava subito grossi benefici, soprattutto per il fatto che ora Ryan non aveva così tanto tempo per cercare il ricevitore libero e soprattutto veniva atterrato o colpito da Long, Quinn e Brockers diverse volte, un paio delle quali anche in maniera abbastanza pesante.
In attacco Schottenheimer passava alla no huddle, ed anche qui si vedevano grandi progressi. Bradford poteva aggiustare le tracce in base alla disposizione della difesa in maniera più efficace e riusciva a trovare i ricevitori con molta più facilità, dando anche meno tempo alla difesa avversaia per aggiustarsi e fare le sostituzioni situazionali necessarie. In realtà la no huddle ha funzionato talmente bene, come già aveva fatto domenica scorsa, che non si capisce perché l’offensive coordinator dei Rams si ostini a cominciare le partite con un attacco “dink-dank”, fatto cioè di passaggetti corti nella flat. La medesima considerazione può ovviamente essere fatta per la difesa, che inizia marcando a dieci yards e finisce con i cornerback costantemente in bump sui ricevitori avversari.
I Rams si portavano abbastanza velocemente sul 24-17 con quasi tutto il quarto periodo da giocare, grazie al primo touchdown in maglia bluoro di Tavon Austin ed alla segnatura di Austin Pettis, sempre su passaggio.
I Falcons ritrovavano per un attimo la concentrazione ed imbastivano un drive perfetto da 80 yards, nel quale Ryan completava sette passaggi su sette per 69 yards e Snelling si incaricava di segnare il 31-17 con una corsa di 11 yards.
Ancora Austin riportava i Rams ad una sola segnatura di distanza, ma ormai il tempo era poco, e la scelta di Fisher di non calciare l’onside kick ma contare su un rapido 3&out non aveva fortuna, con i Falcons che conquistavano un paio di primi down e congelavano il risultato.
Per i Rams si tratta di una battuta d’arresto sicuramente non inattesa, causata dai troppi errori commessi nei primi due quarti di gioco esattamente come domenica scorsa. Se però una squadra come i Cardinals ti permette di sbagliare e rimediare, con i Falcons la musica è decisamente diversa.
La partita ha lasciato per strada parecchi infortunati, a partire dal reparto corse dei Falcons, che hanno in infermeria sia Steven Jackson che il fullback Ewing. In casa Rams si guarda con apprensione all’ennesimo infortunio di Roger Saffold, anche se Barksdale non ha minimamente sfigurato come sostituto, contribuendo alla quarta partita consecutiva senza subire sack. Decisamente più grave l’infortunio al DB Matt Daniels, rientrato domenica scorsa dopo il brutto infortunio al ginocchio patito a Londra contro i Patriots la scorsa stagione. Probabilmente finito il campionato anche per quest’anno  per Daniels, che ha subito la frattura di una caviglia che necessiterà di un’operazione il prima possibile.
 
 

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