L’ultima edizione di Niners – Rams al Candlestick Park rilancia le ambizioni playoff dei Californiani, che approfittano della contemporanea sconfitta di Arizona per avvantaggiarsi di una lunghezza nella corsa alla wild card, e ridimensiona quelle dei Rams, già ampiamente legate ad una serie di congiunzioni astrali di quelle che si verificano ogni tredicimilaquattrocentoventotto anni.
Più che le ambizioni di playoff, in realtà, i Rams vedono ridimensionarsi il nuovo corso del proprio attacco, che non riesce mai ad ingranare per tutta a partita e che trova l’end zone solo a diciotto secondi dalla fine a giochi ormai fatti. Entrambe le difese avevano il medesimo obiettivo: fermare il gioco di corsa e sfidare l’attacco avversario sul gioco aereo, puntando sulle abilità non proprio eccelse dei due quarterback.
E’ proprio quest’ultima caratteristica, alla fine, a fare la differenza in campo, perché se Clemens mostra tutti i suoi limiti quando la squadra è indietro nel punteggio e deve affidarsi pesantementL’immagine di passaggio senza una play action credibile, Kapernick usa tutta la sua prestanza atletica per tirar fuori qualcosa di buono anche quando viene braccato dai quattro defensive linemen in maglia bianca, che lo atterrano sì quattro volte, ma senza che questo sia abbastanza.
Una buona mano la danno anche i ricevitori, ovviamente. Se da una parte sembra di essere tornati ad inizio campionato, con Cook, Givens e Quick che fanno a gara a chi droppa più palloni, nel campo opposto Crabtree, Davis e Boldin fanno letteralmente impazzire la retroguardia di St.Louis, che spesso e volentieri riesce ad arginarli solamente ricorrendo al fallo.
L’immagine che fotografa al meglio la sfida, ampiamente persa, tra ricevitori di San Francisco e defensive backfield di St.Louis è quella di Vernon Davis che, per evitare il placcaggio, non una, ma ben due volte scavalca letteralmente Trumaine Johnson prima e Janoris Jenkins poi, come se fossero due barriere dei 110 ostacoli, nel secondo caso per andare a segnare il touchdown del 23-6 ad inizio quarto quarto.
Le due squadre non si amano, ed in campo lo hanno dimostrato per tutti e sessanta i minuti, giocando spesso oltre il fischio arbitrale, scambiandosi tonnellate di parole e piazzando qua e là qualche colpo proibito. Ed anche stavolta, nella tradizione che vede queste due squadre sfidarsi anche a colpi di trick play eseguiti spesso in maniera anche sfrontata, Fisher ha tentato di gabbare i Niners con una finta di punt che non ha sortito il medesimo effetto di quelle dello scorso anno.
La segnatura di Davis ha definitivamente spezzato in due una partita che, fino a quel punto, era stata abbastanza equilibrata, anche se solo nel punteggio. Sotto 16-6, i Rams si erano procurati con una grande giocata difensiva la possibilità di piazzare un break e ridurre lo svantaggio ad un semplice field goal quando Alec Ogletree riusciva a far perdere il pallone a Frank Gore. L’occasione però non veniva sfruttata, e quando Fisher chiamava la finta di punt il disastro era dietro l’angolo: finta fermata, touchdown al primo gioco offensivo e partita praticamente in ghiaccio per i Niners, che annullavano in partenza il possibile cambiamento di inerzia della partita.
Come dicevamo, fin lì la partita era stata in equilibrio solo nel punteggio. L’attacco dei Rams, rimasto negli spogliatoi per il primo quarto e mezzo, dava qualche tenue segno di vita solo a fine primo tempo, e se il punteggio all’intervallo era solo di 13-3 il merito era solamente della difesa, che limitava i danni a due field goal di Dawson ed un touchdown di Gore. La sensazione, guardando la partita, era però piuttosto negativa sulle possibilità di rimonta degli ospiti, non per nulla quel possibile break avrebbe potuto davvero ribaltare gli equilibri in campo.
Questa sconfitta non cancella certamente tutti i segnali positivi che i Rams hanno mostrato nelle ultime partite. I Rams hanno semplicemente incontrato una squadra più “pronta” a queste battaglie, che poteva perdere questa partita solamente grazie ai propri errori ed alle proprie distrazioni, cosa che però non è avvenuta. Se si eccettua il fumble di Gore, i Niners non hanno sbagliato praticamente nulla, adattandosi molto in fretta all’assenza del gioco di corsa, ottimamente contenuto dalla difesa dei Rams.
Un passo avanti rispetto alla partita dell’andata, nella quale i Rams avevano perso 35-11 senza praticamente mai esistere in campo, ma la differenza con i Niners è ancora troppa per poter competere ai medesimi livelli.
Domenica prossima andrà in scena il doppio scontro divisionale che darà un’idea più precisa sia della post season, sia delle gerarchie divisionali. I Niners cercheranno di fermare i lanciatissimi Seahawks, mentre St.Louis ospiterà i Cardinals per cercare di avvicinarli per poi cedergli l’ultimo posto in classifica nella NFC West.