La decisione di fare a meno di Steven Jackson per la stagione 2013 era stata accolta con un po’ di scetticismo da fans e media. Si trattava di rinunciare al giocatore che, da solo, aveva tenuto in piedi la franchigia dopo il crollo del “Greatest Show on Turh” e che aveva di fatto sacrificato ad essa tutte le proprie ambizioni di gloria. Quando le cose andavano male (cioè praticamente sempre) i Rams si aggrappavano all’unico punto certo della squadra: Steven Jackson.
L’intenzione era quella di creare un “runningback committee”, che si sarebbe fatto carico della pesante eredità del gioco di corsa, formato da Daryl Richardson, che la scorsa stagione aveva ben impressionato, ed Isaiah Pead, un giovane su cui Fisher puntava molto in termini di riscatto rispetto alla deludentissima stagione da rookie.
Durante il training camp arrivò la prima tegola, sotto forma di sospensione per una partita di Pead, ma già durante le partite di preseason si intuiva che la soluzione trovata per le corse non avrebbe dato i frutti sperati.
L’inizio della stagione è stato a dir poco tragico. Anche dopo il reintegro di Pead, la coppia di runningback titolari non riusciva ad andare da nessuna parte, un po’ per il pessimo gioco della linea d’attacco, un po’ per gli schemi assolutamente inguardabili di Schottenheimer, ed un po’ perché né Pead né Richardson mostravano segni di progresso dopo la loro stagione da rookie. Pead, addirittura, finiva per essere confinato in panchina e poi nella lista degli inattivi per diverse partite, tanto da far pensare ad una qualche punizione di tipo disciplinare.
Dopo poche partite, era chiaro che qualcosa andava cambiato, e che l’esperimento del comitato di runner non aveva dato i frutti sperati. Complice anche il cambio di strategia generale, all’alba della quinta giornata Schottenheimer si decideva a dare una chance a Zac Stacy, il rookie da Vanderbilt preso al draft di Aprile con una scelta molto bassa ma del quale tutti parlavano benissimo. E Stacy ha ripagato la fiducia, diventando un runningback da quasi mille yards e ridando vita ad un gioco di corsa nullo e prevedibile.
Il playbook di Schottenheimer non prevede una grande varietà di corse e, per quanto riguarda il gioco a terra, sembra davvero molto semplificato rispetto a quanto siamo abituati a vedere in altre squadre. In linea di massima il gioco di corsa dei Rams consiste nel dare la palla al runningback che corre nel mezzo, a volte con un fullback (tight end) a bloccare, a volte da solo, mentre la linea non fa quasi mai nulla di particolarmente complicato, non si capisce se perché i linemen non ne sono in grado o se per filosofia di gioco. Lo spostamento di Saffold nel ruolo di guardia ha permesso di variare un po’ gli scenari, aggiungendo qualche corsa laterale con il pull della guardia (proprio Saffold, giacchè le corse laterali andavano praticamente sempre da una parte sola).
Avere un runner credibile come Stacy ha aiutato sia il gioco di passaggio, rendendo più credibile la play action, sia l’esecuzione dei trick play, come dimostrano le reverse o gli end around di Austin e Bailey finalmente andati a segno.
Il grande vantaggio di Stacy, rispetto a Richardson, è anche la sua solidità, che lo rende in grado di portare la maggior parte di palloni durante la partita dando continuità all’attacco, che non si deve adattare via via al portatore di palla di turno.
Dietro Stacy, che si è guadagnato sul campo i gradi di titolare per la prossima stagione, si è ben distinto anche Benny Cunningham, sebbene abbia mostrato qualche lacuna di troppo in fase di protezione, quando il suo compito era quello di intercettare i blitz avversari.
Di Richardson e Pead abbiamo già detto, e ci sono grosse possibilità che almeno uno dei due non vesta più la maglia blu oro nella prossima stagione. Il candidato più probabile a lasciare i Rams pare proprio Pead, che avrebbe forse bisogno di cambiare aria e trovare uno staff con cui ricominciare da zero per poter esprimere le sue potenzialità. A St.Louis si è praticamente bruciato ogni possibilità offertagli da Fisher e, a meno che l’head coach non lo voglia tenere per le sue buone prestazioni nelle ultime partite negli special teams, come running back lo vediamo come minimo in terza fascia, a lottare per un posto a roster con Chase Reynolds per un posto come quarto runner.
L’obiettivo per il prossimo anno per Stacy è di migliorare la fase di ricezione, in cui ha già dato buoni segnali a fine stagione, e un anno di esperienza lo aiuterà certamente a fare delle scelte migliori in fase di blitz pickup. Richardson e Cunningham si giocheranno il posto da backup, con il secondo attualmente più di un passo avanti rispetto all’ex titolare di inizio stagione il quale, bisogna dirlo, ha anche sofferto un infortunio che lo ha messo fuori dai giochi per un po’. Le prospettive sono comunque rosee, e ci sorprenderemmo abbastanza a vedere una scelta in questo settore al draft prossimo venturo.
L’intenzione era quella di creare un “runningback committee”, che si sarebbe fatto carico della pesante eredità del gioco di corsa, formato da Daryl Richardson, che la scorsa stagione aveva ben impressionato, ed Isaiah Pead, un giovane su cui Fisher puntava molto in termini di riscatto rispetto alla deludentissima stagione da rookie.
Durante il training camp arrivò la prima tegola, sotto forma di sospensione per una partita di Pead, ma già durante le partite di preseason si intuiva che la soluzione trovata per le corse non avrebbe dato i frutti sperati.
L’inizio della stagione è stato a dir poco tragico. Anche dopo il reintegro di Pead, la coppia di runningback titolari non riusciva ad andare da nessuna parte, un po’ per il pessimo gioco della linea d’attacco, un po’ per gli schemi assolutamente inguardabili di Schottenheimer, ed un po’ perché né Pead né Richardson mostravano segni di progresso dopo la loro stagione da rookie. Pead, addirittura, finiva per essere confinato in panchina e poi nella lista degli inattivi per diverse partite, tanto da far pensare ad una qualche punizione di tipo disciplinare.
Dopo poche partite, era chiaro che qualcosa andava cambiato, e che l’esperimento del comitato di runner non aveva dato i frutti sperati. Complice anche il cambio di strategia generale, all’alba della quinta giornata Schottenheimer si decideva a dare una chance a Zac Stacy, il rookie da Vanderbilt preso al draft di Aprile con una scelta molto bassa ma del quale tutti parlavano benissimo. E Stacy ha ripagato la fiducia, diventando un runningback da quasi mille yards e ridando vita ad un gioco di corsa nullo e prevedibile.
Il playbook di Schottenheimer non prevede una grande varietà di corse e, per quanto riguarda il gioco a terra, sembra davvero molto semplificato rispetto a quanto siamo abituati a vedere in altre squadre. In linea di massima il gioco di corsa dei Rams consiste nel dare la palla al runningback che corre nel mezzo, a volte con un fullback (tight end) a bloccare, a volte da solo, mentre la linea non fa quasi mai nulla di particolarmente complicato, non si capisce se perché i linemen non ne sono in grado o se per filosofia di gioco. Lo spostamento di Saffold nel ruolo di guardia ha permesso di variare un po’ gli scenari, aggiungendo qualche corsa laterale con il pull della guardia (proprio Saffold, giacchè le corse laterali andavano praticamente sempre da una parte sola).
Avere un runner credibile come Stacy ha aiutato sia il gioco di passaggio, rendendo più credibile la play action, sia l’esecuzione dei trick play, come dimostrano le reverse o gli end around di Austin e Bailey finalmente andati a segno.
Il grande vantaggio di Stacy, rispetto a Richardson, è anche la sua solidità, che lo rende in grado di portare la maggior parte di palloni durante la partita dando continuità all’attacco, che non si deve adattare via via al portatore di palla di turno.
Dietro Stacy, che si è guadagnato sul campo i gradi di titolare per la prossima stagione, si è ben distinto anche Benny Cunningham, sebbene abbia mostrato qualche lacuna di troppo in fase di protezione, quando il suo compito era quello di intercettare i blitz avversari.
Di Richardson e Pead abbiamo già detto, e ci sono grosse possibilità che almeno uno dei due non vesta più la maglia blu oro nella prossima stagione. Il candidato più probabile a lasciare i Rams pare proprio Pead, che avrebbe forse bisogno di cambiare aria e trovare uno staff con cui ricominciare da zero per poter esprimere le sue potenzialità. A St.Louis si è praticamente bruciato ogni possibilità offertagli da Fisher e, a meno che l’head coach non lo voglia tenere per le sue buone prestazioni nelle ultime partite negli special teams, come running back lo vediamo come minimo in terza fascia, a lottare per un posto a roster con Chase Reynolds per un posto come quarto runner.
L’obiettivo per il prossimo anno per Stacy è di migliorare la fase di ricezione, in cui ha già dato buoni segnali a fine stagione, e un anno di esperienza lo aiuterà certamente a fare delle scelte migliori in fase di blitz pickup. Richardson e Cunningham si giocheranno il posto da backup, con il secondo attualmente più di un passo avanti rispetto all’ex titolare di inizio stagione il quale, bisogna dirlo, ha anche sofferto un infortunio che lo ha messo fuori dai giochi per un po’. Le prospettive sono comunque rosee, e ci sorprenderemmo abbastanza a vedere una scelta in questo settore al draft prossimo venturo.