Il reparto linebacker ha vissuto per tutta la stagione con praticamente soli quattro giocatori. Il veterano James Laurinaitis in mezzo, il rookie Alec Ogletree come weak linebacker e la coppia Will Witherspoon/Jo-Lonn Dunbar, che si è alternata nel ruolo di strong linebacker principalmente a causa della sospensione per quattro partite di Dunbar il quale, una volta rientrato, non ha più lasciato il posto da titolare.
Il reparto ha sofferto moltissimo, durante l’anno, sia sulle corse che sui passaggi, e ad inizio stagione è stato senza dubbio il vero punto debole della difesa di St.Louis. Con Laurinaitis in formato diesel, che ci ha messo qualche partita più del solito ad ingranare, da una parte Witherspoon dimostrava di non essere più in grado di essere uno starter in NFL, e dall’altra Ogletree commetteva tutta una serie di errori che ci ricordavano che pur avendo un grandissimo talento potenziale, era pur sempre un rookie che doveva ancora adattarsi alla velocità ed allo stile di gioco dei pro. Il risultato è stato un disastro praticamente totale per le ormai mitiche “prime quattro partite della stagione”, dove gli attacchi avversari potevano disporre della seconda linea difensiva come e quando volevano senza incontrare più di tanta resistenza.
Il rientro di Dunbar, l’entrata in forma di Laurinaitis e la rapida crescita di Ogletree hanno in breve tempo invertito la tendenza portando il reparto linebacker ad eccellere quasi quanto quello della linea di difesa.
Soprattutto Ogletree ha davvero bruciato le tappe finendo l’anno con 118 placcaggi, due in più di Laurinaitis, e soprattutto con ben sei fumble forzati, che stanno a confermare le note positive che i rapporti degli scout riportavano su di lui: un eccellente placcatore con una buonissima tecnica di strip che aggiungeva alle capacità di fermare l’avversario anche il punto in più di far perdere palla anche al runner più sicuro in fase di protezione dell’ovale.
Ovviamente Ogletree ha ancora molto lavoro da fare. Spesso si è fatto bruciare malamente in copertura passaggi ed ha ancora qualche difficoltà di troppo ad uscire dai blocchi. Soprattutto questa ultima caratteristica è stata sfruttata molto bene da alcune squadre (Seattle in primis) che hanno fatto correre i loro portatori di palla verso Ogletree con un bloccatore davanti anziché in un classico isolation play, proprio per sfruttare il fatto che Ogletree aveva qualche problema in più a liberarsi dal blocco e fare il placcaggio.
C’è comunque di che essere ampiamente soddisfatti dal giovane linebacker, e se si trovasse un suo clone dalla parte debole, il pacchetto di seconda linea sarebbe a posto per gli anni (molti) a venire.
Dunbar, dopo il rientro, ha sicuramente migliorato la difesa sulle corse, ma non è un caso che sia stato spesso e volentieri il linebacker che lasciava il posto al nickel back quando i Rams giocavano con cinque DB. Troppo inconsistente il suo rendimento, e fin troppo aggressivo, caratteristica che spesso lo ha portato a sovrareagire alle situazioni di gioco facendosi prendere in controtempo per poi puntualmente sbagliare il placcaggio perché portato con un angolo pessimo.
Dietro al trio di titolari, ahimè. Poco o nulla. Detto di Witherspoon, hanno trovato sporadicamente spazio Daren Bates e Ray Ray Armstrong, i quali hanno principalmente passato il loro tempo negli special teams, dove soprattutto Armstrong ha fatto vedere il meglio ed il peggio di sé (ne parleremo più in dettaglio nella puntata dedicata agli special teams).