Arrestato Greg Reid

Puntare su atleti dal comportamento poco irreprensibile fuori dal campo può avere dei lati negativi, come dimostra l'arresto di Greg Reid, il cornerback messo sotto contratto una settimana fa dai Rams. La vicenda che ha coinvolto l'ex cornerback di Florida State ha dei contorni poco chiari, non tanto negli eventi che si sono succeduti in questi ultimi giorni quanto nella gestione dell'acquisizione da parte di St.Louis. Ma andiamo con ordine.
Sabaro scorso una pattuglia della Polizia di Valdosta, in Georgia, ha fermato un'auto il cui conducente non indossava le cinture di sicurezza. In quest'auto c'era, come passeggero, Greg Reid. Al controllo di identità Reid ha inizialmente tentato di farsi passare per il fratello, ma quando l'ufficiale di polizia ha stabilito la sua reale identità si è capito il perchè di quel tentativo di sostituzione di persona: sul capo di Reid pendeva dallo scorso ottobre un mandato di arresto per violazione della libertà vigilata, conseguenza dell'arresto per possesso di marijuana di due anni orsono che gli costò l'allontanamento dai Seminoles.
Reid è stato quindi portato in cella a Valdosta, dove si trova tuttora.
Il front office di St.Louis non ha commentato l'accaduto, ma qualcosa è trapelato ugualmente. Sembra che Fisher e Snead fossero al corrente che il ragazzo avesse mancato un appuntamento telefonico con l'ufficiale di controllo per la libertà vigilata, e sapessero, quindi, che Reid avrebbe dovuto risolvere la faccenda. Non è chiaro, però, se sapessero anche del mandato di arresto che non è sempre automatico in casi come questo.
Sembra, comunque, che a Rams Park non ci sia l'intenzione di risolvere il contratto appena firmato, ritenendo la violazione contestatagli veniale. Bisognerà vedere se la penserà così anche la NFL che, in cas come questo, ha già sospeso dei giocatori per un periodo tra le due e le quattro partite. econdo le nuove linee guida di Goodell, con gli arresti non si scherza.
Per i Rams l'acquisizione i Reid era una scmmessa a costo zero, poichè del compenso pattuito nemmeno un dollaro era garantito, lasciando così libero il team di tagliare il giocatore in qualsiasi momento senza perdere un centesimo. Resta il fatto che continuare a puntare su giocatori "a rischio" potrebbe diventare un problema per la squadra. Una delle poche cose positive che si ricordano dell'era Spagnuolo è proprio la quasi assenza di qualsivoglia problema fuori dal campo, determinato dalla scelta oculata dei giocatori anche per il loro comportamento fuori dal campo. Una scelta che non ha pagato in termini di risultati sportivi, indubbiamente. Siamo però del parere che tra il rigido codice dei "Four Pillars" di Spagnuolo e la condusione "Raideresca" (perdonateci il paragone) di Fisher, si potrebbe trovare una buona via di mezzo.

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