Buccaneers e Rams dovevano riscattare la sconfitta rimediata alla prima giornata, ma entrambe le squadre si presentavano con diversi problemi di organico a complicare le cose. Tampa doveva fare a meno dei due defensive end titolari, infortunati la settimana passata, e del runningback Doug Martin, anch’esso alle prese con un infortunio al ginocchio. A complicare ancora di più le cose ci pensava Gerald McCoy, che si fratturava una mano nelle prime battute della partita, lasciando ulteriormente scoperta la posizione di defensive end per Tampa.
I Rams non erano da meno, mostrando in cabina di regia il terzo quarterback Austin Davis in sostituzione di Shaun Hill, non perfettamente recuperato dall’infortunio che lo aveva costretto a lasciare a metà partita la scorsa settimana. St.Louis perdeva, poi, il ricevitore Tavon Austin verso la metà del secondo quarto dopo un placcaggio che gli piegava in maniera innaturale il ginocchio. Austin usciva dal campo con le proprie gambe, sembrava anche pronto a rientrare, ma lo staff medico lo obbligava a farsi la doccia e terminare la sua partita. Non ci sono ancora diagnosi ufficiali, ma la torsione subita dal ginocchio non lascia molto tranquilli, soprattutto dopo aver visto le articolazioni di Sam Bradford e Trumaine Johnson subire danni seri in situazioni apparentemente meno critiche.
La partita non è stata un granchè, con due squadre con evidenti problemi in attacco e difesa impegnate in una lunga guerra di posizione sul campo, un po’ come era stata per i Rams la partita di domenica scorsa contro Minnesota.
Austin Davis ha tuttavia segnato il suo esordio da titolare con una prestazione molto convincente e, soprattutto, consistente, in netto miglioramento rispetto al secondo tempo della scorsa settimana. Lanci più precisi, alcuni davvero pregevoli, migliore presenza nella tasca e più capacità nel leggere la situazione e scegliere l’opzione migliore. Davis è certamente stato aiutato dal gameplan di Schottenheimer, che ha mantenuto le cose semplici per non sovraccaricare di responsabilità il ragazzo, ma ha avuto il grande pregio di prendere in mano l’attacco subito dopo che i Rams avevano subito il touchdown di McCown nel drive iniziale, e fargli attraversare tutto il campo con piglio autoritario rispondendo con il touchdown di Zac Stacy, mantenendo la squadra in partita ed evitando che i Buccaneers tentassero una fuga ad inizio partita.
Interessante anche la distribuzione dei palloni di Davis, che sono andati a nove ricevitori differenti, coinvolgendo tutto l’attacco nel suo insieme.
Dopo il botta e risposta dei due drive iniziali, Rams e Buccaneers hanno dato vita ad un testa a testa serato, testimoniato dai sei cambi di leadership nel punteggio. Greg Zuerlein ha piazzato quattro field goal, di cui l’ultimo a 38 secondi dal termine che è valso la vittoria per 19-17, mentre il suo collega Murray se ne è visto bloccare uno da T.J. McDonald all’inizio del quarto quarto, perdendo così l’occasione di regalare la vittoria alla propria squadra.
Grande prestazione degli special team dei Rams, capaci di bloccare anche un punt, sempre con McDonald, regalando la palla al proprio attacco sulle ventotto offensive, preludio del field goal con cui i Rams terminavano in vantaggio il primo tempo.
A movimentare la giornata ci pensava anche una breve tempesta di fulmini, che obbligava il referee Triplette a sospendere il gioco per una quarantina di minuti a metà del secondo quarto.
I Buccaneers riuscivano a violare la end zone avversaria due volte con il quarterback McCown, ma nonostante un gioco di corsa decisamente interessante, con il backup di Martin, Bobby Rainey, capace di correre per 144 yards, l’attacco in maglia bianca si inceppava spesso e volentieri, permettendo così alla difesa dei Rams, non impeccabile nemmeno questa settimana, di limitare i danni.
Con una partita sempre sul filo del risultato, era inevitabile avere anche un piccolo “giallo” finale. I Rams calciavano il field goal della vittoria a 38 secondi dal termine, come abbiamo detto in precedenza, ma i Buccaneers tentavano l’ultima disperata impresa fallendo solo per una particolarità regolamentare.
McCown, infatti, sfruttava gli ampi spazi lasciati dalla Prevent di St.Louis (un tipo di difesa che bisognerebbe abolire da qualsiasi playbook), e con due passaggi su Rainey da 19 yard ed Evans da 29 yard, si portavano in posizione per tentare un field goal difficile ma non impossibile da 50 yards per quella che avrebbe potuto essere una vittoria importante. Sulla seconda ricezione, però, McDonald placcava Evans con un colpo durissimo, che lasciava il ricevitore barcollante ed incapace di rimettersi in piedi velocemente. Gli arbitri erano così costretti a chiamare un “injury timeout”, perché Tampa Bay aveva terminato i propri time out, ma ciò implicava applicare la regola del “10-seconds runoff”, che consiste nel togliere dieci secondi dal cronometro, una regola che serve ad evitare che una squadra in attacco senza più timeout finga degli infortuni per fermare il cronometro. Essendo rimasti meno di dieci secondi sul cronometro al momento della chiamata del timeout, la partita finiva in quel momento senza che i Buccaneers avessero la possibilità di calciare il field goal.
Tutto sommato una vittoria meritata per i Rams, che saranno chiamati domenica prossima a confermare le buone cose fatte vedere in Florida, oltre ovviamente a migliorare le molte cose ancora negative, in casa con i Cowboys. Per i Buccaneers, invece, un inizio di stagione particolarmente difficile, sia per i risultati che per l’infermeria che continua a riempirsi di domenica in domenica. Per coach Lovie Smith ci sarà poco tempo per preparare la squadra, che sarà di scena già giovedì notte contro gli Atlanta Falcons.
I Rams non erano da meno, mostrando in cabina di regia il terzo quarterback Austin Davis in sostituzione di Shaun Hill, non perfettamente recuperato dall’infortunio che lo aveva costretto a lasciare a metà partita la scorsa settimana. St.Louis perdeva, poi, il ricevitore Tavon Austin verso la metà del secondo quarto dopo un placcaggio che gli piegava in maniera innaturale il ginocchio. Austin usciva dal campo con le proprie gambe, sembrava anche pronto a rientrare, ma lo staff medico lo obbligava a farsi la doccia e terminare la sua partita. Non ci sono ancora diagnosi ufficiali, ma la torsione subita dal ginocchio non lascia molto tranquilli, soprattutto dopo aver visto le articolazioni di Sam Bradford e Trumaine Johnson subire danni seri in situazioni apparentemente meno critiche.
La partita non è stata un granchè, con due squadre con evidenti problemi in attacco e difesa impegnate in una lunga guerra di posizione sul campo, un po’ come era stata per i Rams la partita di domenica scorsa contro Minnesota.
Austin Davis ha tuttavia segnato il suo esordio da titolare con una prestazione molto convincente e, soprattutto, consistente, in netto miglioramento rispetto al secondo tempo della scorsa settimana. Lanci più precisi, alcuni davvero pregevoli, migliore presenza nella tasca e più capacità nel leggere la situazione e scegliere l’opzione migliore. Davis è certamente stato aiutato dal gameplan di Schottenheimer, che ha mantenuto le cose semplici per non sovraccaricare di responsabilità il ragazzo, ma ha avuto il grande pregio di prendere in mano l’attacco subito dopo che i Rams avevano subito il touchdown di McCown nel drive iniziale, e fargli attraversare tutto il campo con piglio autoritario rispondendo con il touchdown di Zac Stacy, mantenendo la squadra in partita ed evitando che i Buccaneers tentassero una fuga ad inizio partita.
Interessante anche la distribuzione dei palloni di Davis, che sono andati a nove ricevitori differenti, coinvolgendo tutto l’attacco nel suo insieme.
Dopo il botta e risposta dei due drive iniziali, Rams e Buccaneers hanno dato vita ad un testa a testa serato, testimoniato dai sei cambi di leadership nel punteggio. Greg Zuerlein ha piazzato quattro field goal, di cui l’ultimo a 38 secondi dal termine che è valso la vittoria per 19-17, mentre il suo collega Murray se ne è visto bloccare uno da T.J. McDonald all’inizio del quarto quarto, perdendo così l’occasione di regalare la vittoria alla propria squadra.
Grande prestazione degli special team dei Rams, capaci di bloccare anche un punt, sempre con McDonald, regalando la palla al proprio attacco sulle ventotto offensive, preludio del field goal con cui i Rams terminavano in vantaggio il primo tempo.
A movimentare la giornata ci pensava anche una breve tempesta di fulmini, che obbligava il referee Triplette a sospendere il gioco per una quarantina di minuti a metà del secondo quarto.
I Buccaneers riuscivano a violare la end zone avversaria due volte con il quarterback McCown, ma nonostante un gioco di corsa decisamente interessante, con il backup di Martin, Bobby Rainey, capace di correre per 144 yards, l’attacco in maglia bianca si inceppava spesso e volentieri, permettendo così alla difesa dei Rams, non impeccabile nemmeno questa settimana, di limitare i danni.
Con una partita sempre sul filo del risultato, era inevitabile avere anche un piccolo “giallo” finale. I Rams calciavano il field goal della vittoria a 38 secondi dal termine, come abbiamo detto in precedenza, ma i Buccaneers tentavano l’ultima disperata impresa fallendo solo per una particolarità regolamentare.
McCown, infatti, sfruttava gli ampi spazi lasciati dalla Prevent di St.Louis (un tipo di difesa che bisognerebbe abolire da qualsiasi playbook), e con due passaggi su Rainey da 19 yard ed Evans da 29 yard, si portavano in posizione per tentare un field goal difficile ma non impossibile da 50 yards per quella che avrebbe potuto essere una vittoria importante. Sulla seconda ricezione, però, McDonald placcava Evans con un colpo durissimo, che lasciava il ricevitore barcollante ed incapace di rimettersi in piedi velocemente. Gli arbitri erano così costretti a chiamare un “injury timeout”, perché Tampa Bay aveva terminato i propri time out, ma ciò implicava applicare la regola del “10-seconds runoff”, che consiste nel togliere dieci secondi dal cronometro, una regola che serve ad evitare che una squadra in attacco senza più timeout finga degli infortuni per fermare il cronometro. Essendo rimasti meno di dieci secondi sul cronometro al momento della chiamata del timeout, la partita finiva in quel momento senza che i Buccaneers avessero la possibilità di calciare il field goal.
Tutto sommato una vittoria meritata per i Rams, che saranno chiamati domenica prossima a confermare le buone cose fatte vedere in Florida, oltre ovviamente a migliorare le molte cose ancora negative, in casa con i Cowboys. Per i Buccaneers, invece, un inizio di stagione particolarmente difficile, sia per i risultati che per l’infermeria che continua a riempirsi di domenica in domenica. Per coach Lovie Smith ci sarà poco tempo per preparare la squadra, che sarà di scena già giovedì notte contro gli Atlanta Falcons.