Il ritorno di Chris Long (e di Sam Bradford?)

Chris Long è finalmente pronto al rientro, ed è stato reintegrato nel roster attivo dalla lista infortunati negli scorsi giorni. Long, che si era infortunato alla caviglia nel terzo quarto della partita di esordio contro i Minnesota Vikings, probabilmente scenderà in campo già questa settimana contro i Raiders, anche se, ovviamente, non come starter.
Dopo la riuscita operazione alla caviglia subita subito dopo l’infortunio, Long ha rispettato i tempi di recupero previsti ed è tornato abile ed arruolato in tempo per l’ultimo terzo del campionato. Long rientra in una difesa che, nelle ultime settimane, è tornata ai livelli che tutti si attendevano ad inizio stagione, e sebbene il suo sostituto Hayes non lo abbia certamente fatto rimpiangere, il front four dei Rams dovrebbe trarre ulteriori benefici dal suo ritorno.
Contemporaneamente alle notizie sul ritorno di Long, ha fatto parecchio discutere una frase dell’head coach Jeff Fisher pronunciata durante il suo consueto show radiofonico settimanale. Fisher ha dichiarato che i Rams aspetteranno Sam Bradford per la prossima stagione, sottintendendo che il coaching staff ed il front office non hanno gettato la spugna e considerano ancora Bradford l’uomo su cui puntare per il ruolo di quarterback per la prossima stagione e, ci si augura, per quelle successive.
Come abbiamo più volte avuto occasione di rimarcare, non consideriamo uno scandalo assoluto il voler puntare ancora su Bradford, a patto che vengano soddisfatte determinate condizioni. La prima, e più importante, è che Bradford accetti una robusta rinegoziazione dell’ultimo anno del suo contratto. I bonus li ha già incassati tutti quanti, ed è impensabile dover pagare un salario netto di 13 milioni ad un quarterback che ha saltato le ultime due stagioni per un doppio infortunio che potrebbe aver compromesse definitivamente la sua integrità fisica.
La seconda condizione, anch’essa imprescindibile, è che il coaching staff metta in atto un piano B, nel malaugurato caso in cui Bradford dovesse nuovamente rompersi o dovesse dimostrarsi non completamente recuperato o, ancora, dovesse risultare che l’infortunio ne ha drasticamente diminuito le abilità fisiche. Che il piano B contempli un giovane QB draftato o un veterano messo sotto contratto o entrambe le possibilità poco importa, basta che ci sia e che sia credibile.
In conclusione, però, non possiamo fare a meno di ricordare l’affidabilità di Fisher in fatto di dichiarazioni sulla posizione di quarterback:
–    Dopo aver ripetuto per dieci giorni come un mantra la frase “Shaun Hill è il nostro titolare, non appena si sarà rimesso al 100% dall’infortunio”, all’undicesimo se ne uscì fuori con “Domenica giocherà Austin Davis, che sarà il titolare fino a fine stagione”.
–    Qualche settimana dopo, a seguito delle prestazioni negative di Davis, il baffo dichiarava “E’ un periodo difficile per Davis, ma ne uscirà. E’ un gran lavoratore ed ha la nostra fiducia. Il titolare è lui fino a fine stagione”. Esattamente un giorno dopo aver pronunciato queste parole, Fisher annunciava che Shaun Hill sarebbe tornato al comando dell’attacco dalla partita successiva.
Ricordati questi episodi, non ci stupiremmo che, dopo aver riconfermato Bradford per la stagione 2015, lo tagliasse il giorno immediatamente successivo.

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