In uno dei più famosi (e finti) discorsi prepartita, quello di Al Pacino nei panni di coach Tony D’Amato nel film “Ogni Maledetta Domenica”, si fa riferimento ai centimetri come parte fondamentale, in una partita di football, della differenza tra una vittoria ed una sconfitta. Nel Thursday Night fra Arizona Cardinals e St.Louis Rams, le parole di coach D’Amato sono tornate alla mente vedendo come i padroni di casa non siano riusciti a tenere testa ai Cardinals spesso e volentieri per une mera questione di centimetri, oltre ovviamente alla bravura della difesa avversaria che, in molti casi, quei centimetri glieli proprio negati con una prestazione sopra le righe (o forse nemmeno tanto, vista la qualità che la difesa di Arizona ha espresso per tutta la stagione).
Per pochi centimetri Fisher ha dovuto accontentarsi di due field goal, per pochi centimetri Stedman Bailey non ha ricevuto un pallone che avrebbe potuto essere fondamentale per la rimonta finale, per pochi centimetri Janoris Jenkins non ha ricoperto un fumble che si è ritrovato tra i piedi e si è visto negare un intercetto che, a velocità normale, era sembrato buonissimo (ed invece non lo era).
La vittoria di Arizona per 12-6 grazie ai quattro field goal di Chandler Catanzaro, a cui ha risposto Zuerlein con altri due field goal, è stata però molto più netta di quanto il punteggio possa far pensare.
I Rams hanno fin da subito sbattuto contro un vero e proprio muro, non riuscendo a far partire il gioco di corsa essenziale per far funzionare anche quello di passaggio nel sistema di Shottenheimer. Tre Mason e Benny Cunningham non hanno avuto molto spazio per far lavorare le gambe in velocità, grazie ad una linea offensiva che aveva dei seri problemi a contenere il front four avversario. Ma i grossi problemi, la linea offensiva dei Rams li ha avuti tutta la sera, sulle corse e sui passaggi. Spesso e volentieri abbiamo visto un difensore dei Cardinals penetrare indisturbato nel backfield offensivo dei padroni cdi casa senza che nessuno opponesse la benchè minima resistenza. Addirittura in un’azione i Cardinals hanno mandato due linemen in rush ed un defensive back in blitz, e sebbene fossero in sei contro tre, i Rams si sono fatti infinocchiare per bene, lasciando il blitz libero di scaraventarsi sul povero Shaun Hill dal lato cieco.
Per cercare di allentare la pressione della linea difensiva dei Cardinals, Shottenheimer ha scelto spesso un pacchetto di personale in massima protezione, ma il risultato è stato di mandare a ricevere solamente due giocatori in mezzo a cinque defensive back, una situazione in cui solo un miracolo (o uno svarione difensivo) può portare ad un passaggio completato.
A parti invertite, Gregg Williams ha cercato in tutti i modi di mettere le mani sul quarterback avversario, ma una prestazione superba della linea offensiva dei Cardinals ha tenuto al sicuro i lanciatori in maglia bianca.
In realtà ci sarebbe da registrare l’infortunio al ginocchio subito da Stanton a seguito di un sack ma, sebbene l’esito sia stato devastante per Arizona, si è trattato di una delle poche volte che “Sack City” ha potuto toccare seriamente il quarterback avversario.
Per evitare la pressione, poi, oltre al gran gioco di corsa che ha portato Kerwynn Williams a guadagnare diversi primi down, i Cardinals hanno usato lanci veloci e tracce corte, sia con Stanton che con Ryan Lindley, preferito al rookie Logan Thomas quando Stanton è dovuto uscire dal campo, e le poche volte che hanno cercato il lancio profondo hanno scelto di colpire l’anello debole del backfield dei Rams: Janoris Jenkins. I fatti hanno dato ragione a questa scelta, fatto salvo il quasi intercetto, e non è la prima volta che un avversario sceglie di sfidare Jenkins e la sua propensione a cercare la palla prima dell’uomo, facendosi spesso uccellare in copertura.
Come ha sottolineato Coach Arians a fine partita, tutti erano pronti a celebrare una nuova impresa della difesa dei Rams, ed in effetti una grandissima difesa la si è vista: solo che aveva la maglia bianca, i pantaloni rossi e la testa del Cardinal sul casco.
La capacità di questa squadra di superare tutte le avversità che ne costellano il cammino in regular season è la grande arma vincente dei Cardinals. Con quello di ieri arriviamo a quattro quarterback diversi schierati quest’anno, eppure il record parla chiarissimo: undici partite vinte e solo tre perse. Una prestazione impressionante che dovrebbe far accendere qualche riflettore in più su una squadra considerata spacciata da quasi tutti (noi compresi) dopo l’infortunio subito da Carson Palmer.
Nonostante la sconfitta che chiude definitivamente il discorso playoff (che peraltro era ancora aperto con delle combinazioni praticamente impossibili) e condanna i Rams all’undicesima stagione non vincente consecutiva, la squadra di coach Fisher può trovare dei motivi di soddisfazione anche da questo 12-6. Il primo e più importante è che, nonostante i quattro field goal di Catanzaro che hanno negato la possibilità di fare il terzo shut out consecutivo, la difesa ha nel complesso, svolto un egregio lavoro, passando altri quattro quarti senza aver subito un touchdown. A tradire, ancora una volta in questa stagione , è stato l’attacco, che non ha saputo attaccare i punti deboli della difesa avversaria, non riuscendo muovere la palla con continuità se non quando la difesa di Arizona ha allentato un po’ i lacci per evitare i big play e portarsi a casa la partita.
Restano due partite per entrambe, e tutte e due le squadre affronteranno i Seahawks nelle week 16 e 17. Se per i Rams si tratterà di cercare di evitare una stagione perdente (partita con i NY Giants di domenica prossima permettendo), per i Cardinals sarà la vera sfida cruciale per decidere il titolo divisionale e l’accesso automatico ai playoffs, sfuggiti la scorsa stagione nonostante un record maggiore di molte altre qualificate.
Per pochi centimetri Fisher ha dovuto accontentarsi di due field goal, per pochi centimetri Stedman Bailey non ha ricevuto un pallone che avrebbe potuto essere fondamentale per la rimonta finale, per pochi centimetri Janoris Jenkins non ha ricoperto un fumble che si è ritrovato tra i piedi e si è visto negare un intercetto che, a velocità normale, era sembrato buonissimo (ed invece non lo era).
La vittoria di Arizona per 12-6 grazie ai quattro field goal di Chandler Catanzaro, a cui ha risposto Zuerlein con altri due field goal, è stata però molto più netta di quanto il punteggio possa far pensare.
I Rams hanno fin da subito sbattuto contro un vero e proprio muro, non riuscendo a far partire il gioco di corsa essenziale per far funzionare anche quello di passaggio nel sistema di Shottenheimer. Tre Mason e Benny Cunningham non hanno avuto molto spazio per far lavorare le gambe in velocità, grazie ad una linea offensiva che aveva dei seri problemi a contenere il front four avversario. Ma i grossi problemi, la linea offensiva dei Rams li ha avuti tutta la sera, sulle corse e sui passaggi. Spesso e volentieri abbiamo visto un difensore dei Cardinals penetrare indisturbato nel backfield offensivo dei padroni cdi casa senza che nessuno opponesse la benchè minima resistenza. Addirittura in un’azione i Cardinals hanno mandato due linemen in rush ed un defensive back in blitz, e sebbene fossero in sei contro tre, i Rams si sono fatti infinocchiare per bene, lasciando il blitz libero di scaraventarsi sul povero Shaun Hill dal lato cieco.
Per cercare di allentare la pressione della linea difensiva dei Cardinals, Shottenheimer ha scelto spesso un pacchetto di personale in massima protezione, ma il risultato è stato di mandare a ricevere solamente due giocatori in mezzo a cinque defensive back, una situazione in cui solo un miracolo (o uno svarione difensivo) può portare ad un passaggio completato.
A parti invertite, Gregg Williams ha cercato in tutti i modi di mettere le mani sul quarterback avversario, ma una prestazione superba della linea offensiva dei Cardinals ha tenuto al sicuro i lanciatori in maglia bianca.
In realtà ci sarebbe da registrare l’infortunio al ginocchio subito da Stanton a seguito di un sack ma, sebbene l’esito sia stato devastante per Arizona, si è trattato di una delle poche volte che “Sack City” ha potuto toccare seriamente il quarterback avversario.
Per evitare la pressione, poi, oltre al gran gioco di corsa che ha portato Kerwynn Williams a guadagnare diversi primi down, i Cardinals hanno usato lanci veloci e tracce corte, sia con Stanton che con Ryan Lindley, preferito al rookie Logan Thomas quando Stanton è dovuto uscire dal campo, e le poche volte che hanno cercato il lancio profondo hanno scelto di colpire l’anello debole del backfield dei Rams: Janoris Jenkins. I fatti hanno dato ragione a questa scelta, fatto salvo il quasi intercetto, e non è la prima volta che un avversario sceglie di sfidare Jenkins e la sua propensione a cercare la palla prima dell’uomo, facendosi spesso uccellare in copertura.
Come ha sottolineato Coach Arians a fine partita, tutti erano pronti a celebrare una nuova impresa della difesa dei Rams, ed in effetti una grandissima difesa la si è vista: solo che aveva la maglia bianca, i pantaloni rossi e la testa del Cardinal sul casco.
La capacità di questa squadra di superare tutte le avversità che ne costellano il cammino in regular season è la grande arma vincente dei Cardinals. Con quello di ieri arriviamo a quattro quarterback diversi schierati quest’anno, eppure il record parla chiarissimo: undici partite vinte e solo tre perse. Una prestazione impressionante che dovrebbe far accendere qualche riflettore in più su una squadra considerata spacciata da quasi tutti (noi compresi) dopo l’infortunio subito da Carson Palmer.
Nonostante la sconfitta che chiude definitivamente il discorso playoff (che peraltro era ancora aperto con delle combinazioni praticamente impossibili) e condanna i Rams all’undicesima stagione non vincente consecutiva, la squadra di coach Fisher può trovare dei motivi di soddisfazione anche da questo 12-6. Il primo e più importante è che, nonostante i quattro field goal di Catanzaro che hanno negato la possibilità di fare il terzo shut out consecutivo, la difesa ha nel complesso, svolto un egregio lavoro, passando altri quattro quarti senza aver subito un touchdown. A tradire, ancora una volta in questa stagione , è stato l’attacco, che non ha saputo attaccare i punti deboli della difesa avversaria, non riuscendo muovere la palla con continuità se non quando la difesa di Arizona ha allentato un po’ i lacci per evitare i big play e portarsi a casa la partita.
Restano due partite per entrambe, e tutte e due le squadre affronteranno i Seahawks nelle week 16 e 17. Se per i Rams si tratterà di cercare di evitare una stagione perdente (partita con i NY Giants di domenica prossima permettendo), per i Cardinals sarà la vera sfida cruciale per decidere il titolo divisionale e l’accesso automatico ai playoffs, sfuggiti la scorsa stagione nonostante un record maggiore di molte altre qualificate.