Dopo il pessimo esordio contro i Niners della scorsa settimana, i Rams si presentavano al proprio pubblico (e che pubblico!!! Oltre 90mila sugli spalti) con una sola opzione possibile: vincere. Inutile girarci intorno: ogni altro risultato, nonostante la caratura dell’avversario ed anche in caso di prestazione ottima ma perdente, avrebbe dato la stura ad una valanga di critiche e polemiche, non ultima quella su Jared Goff e della caterva di scelte sacrificate per sceglierlo al numero 1 per poi lasciarlo nemmeno in panchina.
Tanto per cominciare, venerdì Fisher aveva annunciato che Goff sarebbe partito come numero 2 dietro a Keenum. Un passo avanti rispetto all’inactive list della prima giornata, ma ancora lontano dall’entrare in campo.
Inoltre Case Keenum aveva solennemente promesso di cambiare registro, e di essere stato troppo ansioso durante la partita di domenica scorsa, al punto da “vedere dei fantasmi là dove non c’erano”, il che aveva ovviamente influenzato in negativo la sua prestazione.
Eppure, nonostante i bookmakers dessero i Rams sfavoriti, c’era abbastanza ottimismo in casa Rams. Vuoi perché peggio di domenica scorsa non si poteva certo giocare, vuoi perché negli ultimi anni Seattle aveva sempre patito la squadra di Fisher, al punto di perdere due degli ultimi tre incontri, la sensazione di poter ottenere un risultato positivo era presente e nemmeno troppo in sottofondo.
Anche Pete Carroll, nella sua intervista prepartita, aveva rilasciato dichiarazioni molto caute e, visto l’andamento della gara, ne aveva ben più di un motivo.
La partita del Coliseum è stata molto simile alle ultime sfide tra Rams e Seahawks: grandi difese, attacchi spuntati, kicker in gran spolvero che decidono il punteggio finale.
La difesa di Seattle, ottima come sempre nel backfield, anche se si è fatta uccellare in un paio di occasioni da ricezioni lunghe di Britt e Kendricks, ha tutto sommato controllato l’attacco dei Rams, limitando moltissimo le corse di Gurley, costringendo l’offensive coordinator di Los Angeles a cercare delle soluzioni per via aerea che non sempre hanno avuto successo.
Keenum ha comunque giocato decisamente meglio di una settimana fa, ma qualche fantasma ha continuato a vederlo, perché qualche lancio a caso ha continuato a spararlo. Non ha commesso turnover, questa volta, ed in una partita di posizione come questa è stato un grosso aiuto, ovviamente.
Si è visto Tavon Austin andare a ricevere sul medio lungo, Britt indiavolato catturare qualsiasi pallone gli passasse (beh, non proprio qualsiasi: un brutto drop al terzo down se l’è fatto pure lui), Kendrick essere affidabile come non mai da quando è ai Rams, ma tutto ciò non è bastato per segnare un touchdown per la seconda domenica consecutiva.
Buon per i Rams che Greg Zuerlein aveva il piede caldo e non sbagliava nessuno dei tre calci che si trovava ad effettuare, e se non fosse per la scelta di Fisher di rinunciare ad un impegnativo field goal dalle 55 preferendo un punt per mettere la palla sulle 10 yard a meno di due minuti dalla partita, probabilmente “Legatron” avrebbe messo dentro anche quello, considerato l’ampio scarto rispetto alla traversa con cui è entrato il pallone del 9-3 calciato dalle 47.
La difesa dei padroni di casa è stata a tratti devastante, come nel primo drive offensivo dei Seahawks dove ha costretto gli ospiti ad un terzo e ventuno tanto per far capire come sarebbero andate le cose nel pomeriggio. Donald e Brockers hanno creato scompiglio nella linea offensiva di Seattle che non riusciva, spesso, a trovare le contromisure adatte per fermarli ed un Russell Wilson a mezzo servizio per l’infortunio alla caviglia non è riuscito a dare all’attacco il suo solito apporto sulle corse, rendendo di fatto più semplice il compito ai Rams.
Abbandonata la pessima 4-1-6 di domenica scorsa con Ogletree solo linebacker di ruolo coadiuvato da due nickel back come Joyner e Barron, Gregg Williams ha optato per inserire in mezzo anche Josh Forrest, ottenendo un maggior filtro sul secondo livello, cosa di cui ha beneficiato il backfield difensivo.
Nel reparto arretrato, se si eccettuano un paio di svarioni del solito Coty Sensabaugh, che dovrebbe vedere il suo posto da titolare insidiato da Hill, che ieri si è comportato ottimamente, ed il big play finale che ha tenuto tutti in tensione, tutti i giocatori impegnati in rotazione hanno disputato un’ottima partita chiudendo tutti i varchi a Wilson, soffrendo solo un po’ su Lockett, che è riuscito a portare a casa 99 yard con quattro ricezioni.
Al field goal iniziale di Zuerlein rispondeva Hauscka nel secondo quarto, ma ancora il kicker dei Rams metteva a segno altri tre punti per mandare la propria squadra all’intervallo avanti 6-3. Il secondo tempo era la classica partita a scacchi tra Carrol e Fisher, un logorante gioco di posizione di campo che i Rams riuscivano a portare a proprio vantaggio calciando ancora un field goal nel quarto periodo.
Sul punteggio di 9-3 i Seahawks tentavano il tutto per tutto dopo un punt dei Rams che li relegava sulle proprie 12 yard con 1:53 sul cronometro.
Un lancione di Wilson su Lockett, che valeva 53 yard, sembrava preparare la solita beffa per i Rams che, dopo aver condotto tutta la partita, vedevano il pericolo di essere superati a filo di sirena, ma ci pensava un indemoniato Ogletree che, su un terzo e dieci decisivo, andava a placcare Michael, che sarebbe comunque restato corto dal primo down, provocando un fumble che si occupava anche di ricoprire, regalando così la prima vittoria stagionale ai Los Angeles Rams.
Molto deludente la prestazione dei Seahawks. Va bene l’infortunio di Wilson, ma l’attacco ha subito davvero troppo lo strapotere della difesa dei Rams, mentre in difesa, bloccato bene Gurley, la secondaria ha lasciato qualche yard di troppo che ha concesso ai padroni di casa di avvicinarsi in raggio di field goal e vincere così una partita che sembrava comunque alla loro portata.