Dopo due trasferte (vittoriose) consecutive, i Rams tornano al Coliseum per affrontare i Buffalo Bills, reduci dallo shutout nei confronti dei Patriots, un biglietto d visita che li qualificava come avversari da prendere con le molle.
L’elenco dei giocatori inattivi diramato dai coaching staff prima della partita era una vera e propria mazzata per i Rams, che vedevano tre quarti della linea di difesa titolare fuori dai giochi per infortuni vari. Con Quinn, Hayes e Brockers a guardare la partita dalla tribuna, il solo titolare superstite Aaron Donald era chiamato quindi ad un superlavoro, conscio del fatto che i consueti raddoppi su di lui da parte delle linee offensive avversarie si sarebbero trasformati anche in coperture triple, se necessario.
I Rams, fin qui, avevano vinto senza convincere più di tanto, e le tre partite portate a casa avevano visto sugli scudi il reparto difensivo, guidato proprio da quella linea di difesa che risultava invece fortemente menomata dalle assenze eccellenti.
I Rams partivano in attacco e Keenum sembrava essere in giornata positiva, senza contare che faceva finalmente la sua comparsa nel gameplan offensivo anche Tavo Austin, che toccava o gli venivano indirizzati ben cinque palloni sulle dodici azioni che componevano il primo drive offensivo. Arrivati in red zone, però, complice anche la statistica che diceva che i Bills avevano permesso zero conversioni di terzo down su cinque tentativi in red zone quest’anno, i Rams erano obbligati a piazzare la palla tra i pali con il primo dei field goal di Zuerlein, il cui piede sarebbe stato chiamato parecchio in causa per tutta la partita.
Arrivato il momento della verità, con i Bills in attacco, pareva subito chiaro quale sarebbe stato il leitmotiv della serata: alla prima azione offensiva, LeSean McCoy infilava la difesa dei Rams per un facile guadagno di 15 yard. A parte la gag da “Football Follies” che vedeva Taylor allinearsi in shotgun dietro la guardia anziché il centro, con conseguente snap che partiva venti yard dietro la linea di scrimmage dove il quarterback veniva placcato da Ogletree, la difesa di Los Angeles veniva nuovamente presa di infilata dallo stesso Taylor che, con una fenomenale keeper, chiudeva un terzo e diciannove in maniera incredibile.
Il touchdown di Hunter, che riceveva un passaggio da quattro yard di Taylor, era il giusto epilogo di un drive in cui i Rams non avevano capito praticamente nulla, non riuscendo a mettere in piedi una difesa appena accettabile.
L’attacco rientrava in modalità “disastro” quando Todd Gurley perdeva il primo dei due palloni della giornata. Graham era lesto a recuperare il pallone, e McCoy piazzava un’altra corsa letale da 53 yard che preludeva al touchdown susseguente di Gillislee, che portava i Bills avanti 13-3, stante l’extra point bloccato e di conseguenza fallito.
Sembrava l’inizio della disfatta per i Rams, che però reagivano bene, almeno in difesa, e riuscivano a tenere Buffalo lontana dalla end zone mentre in attacco Britt, Austin e Quick riuscivano a guadagnare quel tanto che bastava per permettere a Zuerlein di piazzare un altro field goal e poi per mandare in touchdown Gurley da una yard al two minutes warning.
I Padroni cdi casa non riuscivano a mantenere lo score pari all’intervallo, però, poiché i Bills mettevano in piedi un perfetto two-minutes drill e permettevano a Carpenter di segnare tre punti molto importanti. Sul 16-13 in suo favore, Buffalo iniziava il secondo tempo in attacco cercando di aumentare il vantaggio, ma la difesa dei Rams appariva letteralmente trasformata.
Invece di subire le attenzioni particolari su Donald, finalmente Williams cercava e trovava dei modi per sfruttare a suo vantaggio questo continuo lasciare uno contro uno tutto il resto della linea, portando la superiorità numerica sul punto del raddoppio anziché dalla parte opposta. Infatti le azioni positive arrivavano tutte dalla parte di Aaron Donald, usato come blocco per liberare altri uomini di linea o i linebacker che riuscivano a penetrare nel backfield avversario e pressare Taylor quando non a placcare McCoy per una perdita di yard.
Zuerlein riportava tutto in parità con una bomba da 54 yard, e dopo un altro bello stop da parte della difesa, i Rams sembravano andare dritti verso la riconquista del vantaggio nel punteggio. A rovinare tutto, però, ci pensava ancora una volta Keenum, che lanciava una brutta palla a Cooper su una out. Robey-Coleman anticipava il ricevitore ed andava indisturbato a segnare il touchdown che rompeva definitivamente la partita.
Mancava ancora più di un quarto alla fine, ma il pick-six tagliava le gambe ai Rams, che erano incapaci di avere una reazione immediata e perdevano tempo prezioso.
A metà del quarto periodo i Rams si portavano nuovamente in buona posizione con un primo e goal sulle 8 yard, ma ancora una volta la statistica impietosa dei Bills aveva la meglio: niente terzo down convertito e palla sulle 4 con l’ultimo tentativo a disposizione. Sotto di un touchdown, con poco meno di sei minuti sul cronometro, Fisher sceglieva per la sicurezza di tre punti anziché cercare il touchdown. Scelta conservativa, ma che ci stava, considerato che mancava ancora abbastanza tempo per ottenere uno stop difensivo e riavere la palla per cercare la segnatura della vittoria.
La difesa faceva il suo, bloccando i Bills con un three and out, ma l’attacco andava nuovamente fuori giri.
Keenum trovava Gurley per 3 yard, poi ancora Gurley correva per altre due. All’ennesimo terzo down decisivo Keenum mancava Kendricks, e sul quarto e cinque sulle proprie 23 Fisher provava uno dei suoi soliti trucchi. Finta di punt, snap diretto per Marquez che però veniva ben controllato dalla difesa di Bills, che rientravano in attacco sulle 25 avversarie. McCoy correva subito per 24 yard ed un paio di azioni più tardi Taylor trovava Goodwin in end zone per il 30-19 definitivo.
C’era ancora il tempo per un secondo intercetto da parte di Robey-Coleman, ma era solo una statistica in più in una partita oramai decisa.
Per i Bills un leggero passo indietro rispetto alla prestazione dominante contro i Patriots, soprattutto in difesa dove hanno concesso forse un po’ troppo ad un Case Keenum che ha messo insieme dei buoni numeri (21/31 per 271 yds e 2 intercetti) senza però essere decisivo e concreto, come al solito.
Per quanto riguarda i Rams, come previsto se la difesa non c’è (come nel primo tempo) o performa a livelli normali (come nel secondo tempo) e non eccelsi, la squadra va subito in difficoltà e difficilmente riesce a recuperare.
Da valutare l’infortunio occorso a Trumaine Johnson nel finale di partita. Le prime diagnosi parlano di distorsione alla caviglia, ma fino a che non saranno eseguiti degli esami più approfonditi non sarà possibile capirne la reale portata.
L’elenco dei giocatori inattivi diramato dai coaching staff prima della partita era una vera e propria mazzata per i Rams, che vedevano tre quarti della linea di difesa titolare fuori dai giochi per infortuni vari. Con Quinn, Hayes e Brockers a guardare la partita dalla tribuna, il solo titolare superstite Aaron Donald era chiamato quindi ad un superlavoro, conscio del fatto che i consueti raddoppi su di lui da parte delle linee offensive avversarie si sarebbero trasformati anche in coperture triple, se necessario.
I Rams, fin qui, avevano vinto senza convincere più di tanto, e le tre partite portate a casa avevano visto sugli scudi il reparto difensivo, guidato proprio da quella linea di difesa che risultava invece fortemente menomata dalle assenze eccellenti.
I Rams partivano in attacco e Keenum sembrava essere in giornata positiva, senza contare che faceva finalmente la sua comparsa nel gameplan offensivo anche Tavo Austin, che toccava o gli venivano indirizzati ben cinque palloni sulle dodici azioni che componevano il primo drive offensivo. Arrivati in red zone, però, complice anche la statistica che diceva che i Bills avevano permesso zero conversioni di terzo down su cinque tentativi in red zone quest’anno, i Rams erano obbligati a piazzare la palla tra i pali con il primo dei field goal di Zuerlein, il cui piede sarebbe stato chiamato parecchio in causa per tutta la partita.
Arrivato il momento della verità, con i Bills in attacco, pareva subito chiaro quale sarebbe stato il leitmotiv della serata: alla prima azione offensiva, LeSean McCoy infilava la difesa dei Rams per un facile guadagno di 15 yard. A parte la gag da “Football Follies” che vedeva Taylor allinearsi in shotgun dietro la guardia anziché il centro, con conseguente snap che partiva venti yard dietro la linea di scrimmage dove il quarterback veniva placcato da Ogletree, la difesa di Los Angeles veniva nuovamente presa di infilata dallo stesso Taylor che, con una fenomenale keeper, chiudeva un terzo e diciannove in maniera incredibile.
Il touchdown di Hunter, che riceveva un passaggio da quattro yard di Taylor, era il giusto epilogo di un drive in cui i Rams non avevano capito praticamente nulla, non riuscendo a mettere in piedi una difesa appena accettabile.
L’attacco rientrava in modalità “disastro” quando Todd Gurley perdeva il primo dei due palloni della giornata. Graham era lesto a recuperare il pallone, e McCoy piazzava un’altra corsa letale da 53 yard che preludeva al touchdown susseguente di Gillislee, che portava i Bills avanti 13-3, stante l’extra point bloccato e di conseguenza fallito.
Sembrava l’inizio della disfatta per i Rams, che però reagivano bene, almeno in difesa, e riuscivano a tenere Buffalo lontana dalla end zone mentre in attacco Britt, Austin e Quick riuscivano a guadagnare quel tanto che bastava per permettere a Zuerlein di piazzare un altro field goal e poi per mandare in touchdown Gurley da una yard al two minutes warning.
I Padroni cdi casa non riuscivano a mantenere lo score pari all’intervallo, però, poiché i Bills mettevano in piedi un perfetto two-minutes drill e permettevano a Carpenter di segnare tre punti molto importanti. Sul 16-13 in suo favore, Buffalo iniziava il secondo tempo in attacco cercando di aumentare il vantaggio, ma la difesa dei Rams appariva letteralmente trasformata.
Invece di subire le attenzioni particolari su Donald, finalmente Williams cercava e trovava dei modi per sfruttare a suo vantaggio questo continuo lasciare uno contro uno tutto il resto della linea, portando la superiorità numerica sul punto del raddoppio anziché dalla parte opposta. Infatti le azioni positive arrivavano tutte dalla parte di Aaron Donald, usato come blocco per liberare altri uomini di linea o i linebacker che riuscivano a penetrare nel backfield avversario e pressare Taylor quando non a placcare McCoy per una perdita di yard.
Zuerlein riportava tutto in parità con una bomba da 54 yard, e dopo un altro bello stop da parte della difesa, i Rams sembravano andare dritti verso la riconquista del vantaggio nel punteggio. A rovinare tutto, però, ci pensava ancora una volta Keenum, che lanciava una brutta palla a Cooper su una out. Robey-Coleman anticipava il ricevitore ed andava indisturbato a segnare il touchdown che rompeva definitivamente la partita.
Mancava ancora più di un quarto alla fine, ma il pick-six tagliava le gambe ai Rams, che erano incapaci di avere una reazione immediata e perdevano tempo prezioso.
A metà del quarto periodo i Rams si portavano nuovamente in buona posizione con un primo e goal sulle 8 yard, ma ancora una volta la statistica impietosa dei Bills aveva la meglio: niente terzo down convertito e palla sulle 4 con l’ultimo tentativo a disposizione. Sotto di un touchdown, con poco meno di sei minuti sul cronometro, Fisher sceglieva per la sicurezza di tre punti anziché cercare il touchdown. Scelta conservativa, ma che ci stava, considerato che mancava ancora abbastanza tempo per ottenere uno stop difensivo e riavere la palla per cercare la segnatura della vittoria.
La difesa faceva il suo, bloccando i Bills con un three and out, ma l’attacco andava nuovamente fuori giri.
Keenum trovava Gurley per 3 yard, poi ancora Gurley correva per altre due. All’ennesimo terzo down decisivo Keenum mancava Kendricks, e sul quarto e cinque sulle proprie 23 Fisher provava uno dei suoi soliti trucchi. Finta di punt, snap diretto per Marquez che però veniva ben controllato dalla difesa di Bills, che rientravano in attacco sulle 25 avversarie. McCoy correva subito per 24 yard ed un paio di azioni più tardi Taylor trovava Goodwin in end zone per il 30-19 definitivo.
C’era ancora il tempo per un secondo intercetto da parte di Robey-Coleman, ma era solo una statistica in più in una partita oramai decisa.
Per i Bills un leggero passo indietro rispetto alla prestazione dominante contro i Patriots, soprattutto in difesa dove hanno concesso forse un po’ troppo ad un Case Keenum che ha messo insieme dei buoni numeri (21/31 per 271 yds e 2 intercetti) senza però essere decisivo e concreto, come al solito.
Per quanto riguarda i Rams, come previsto se la difesa non c’è (come nel primo tempo) o performa a livelli normali (come nel secondo tempo) e non eccelsi, la squadra va subito in difficoltà e difficilmente riesce a recuperare.
Da valutare l’infortunio occorso a Trumaine Johnson nel finale di partita. Le prime diagnosi parlano di distorsione alla caviglia, ma fino a che non saranno eseguiti degli esami più approfonditi non sarà possibile capirne la reale portata.