Rams – Falcons: ci siamo

Era il 15 Gennaio 2005, ed i Rams cadevano al Georgia Dome di Atlanta sotto i colpi di Michael Vick e Warrick Dunn, che confezionavano il 47-17 con cui i Falcons eliminavano la squadra guidata da Marc Bulger nel Divisional Playoff, in quella che sarebbe risultata l’ultima partita in postseason per l’allora squadra di St.Louis.
Tredici anni dopo sono ancora gli Atlanta Falcons a cercare di sbarrare la strada verso il Super Bowl ai Rams, oggi a Los Angeles, in una sorta di “dove eravamo rimasti” nel quale i californiani vogliono ovviamente evitare di replicare lo stesso finale di allora.
I Los Angeles Rams 2017 sono probabilmente la sorpresa maggiore della stagione. Da ultima a prima nella division, da ultimo a primo attacco per punti segnati, ma soprattutto da squadra perennemente con record perdente a team che ha finalmente messo assieme ben undici vittorie che le sono valse il terzo seed nella griglia playoff, dietro a Philadelphia e Minnesota, squadre da cui hanno perso in stagione regolare e potranno incontrare nei prossimi due turni in una sorta di rivincita che varrebbe l’accesso alla finale.
Dei miglioramenti di Jared Goff, sotto la sapiente guida di Sean McVay ma anche (e soprattutto) del quarterback coach Greg Olson, e della rinascita di Todd Gurley, autore di una stagione che lo mette in lizza con Tom Brady per il titolo di MVP della lega, è già stato detto tutto, ma alla base del successo dell’attacco dei Rams non si può fare a meno di citare il grande lavoro della linea offensiva che, se non fosse per la scelta di McVay di schierare le riserve nell’ultima di regular season contro i 49ers, sarebbe stata l’unica a schierare gli stessi cinque starters per tutta la stagione. Da sinistra a destra Whitworth, Saffold, Sullivan, Brown e Havenstein sono stati il fulcro del successo dell’attacco dei Rams in questa stagione.
I Rams sono arrivati alla postseason grazie alla regolarità. Nessuna striscia “impressionante” di vittorie consecutive (al massimo quattro a cavallo del bye), ma dopo una sconfitta sono sempre seguite almeno due vittorie per recuperare il terreno perduto. Ed anche le sconfitte (non consideriamo quella contro i Niners, con la squadra imbottita di backup) sono sempre arrivate al termine di partite tirate fino all’ultimo, eccezion fatta per la partita contro i Minnesota Vikings.
I Rams sono capaci di prestazioni straordinarie, come l’annientamento dei Seahawks a domicilio lo scorso dicembre, ma difficilmente, in caso di sconfitta, si ripeterà lo score del 2005, essendo più probabile una partita punto a punto risolta nel quarto quarto. 
Oltre che su un attacco capace di segnare poco meno di 30 punti a partita (29.9, migliore della NFL) i Rams possono contare su una difesa abile nel creare turnover, che ha nel front three formato da Donald, Brockers e Westbrook il proprio punto di forza, supportato da un pacchetto di linebacker che, pur essendo poco adatti allo schema 3-4 voluto da Wade Phillips, si sono calati abbastanza bene nella parte ed hanno fornito prestazioni convincenti.
No dimentichiamo, poi, gli special team. Orfani di Greg Zuerlein, infortunatosi nella terz’ultima di regular season, i Rams hanno in Ficken un sostituto la cui efficacia è ancora tutta da dimostrare, ed è il solo motivo di preoccupazione di un reparto che può contare su un Johnny Hekker in gran forma ed un Pharoh Cooper che ha raccolto l’eredità di Tavon Austin come ritornatore e si è reso protagonista di numeri che gli sono valsi la convocazione al Pro Bowl.
Gli Atlanta Falcons hanno percorso un cammino molto più accidentato, per arrivare al turno di Wild Card. Per più di metà stagione hanno dovuto convivere con il ricordo ricorrente del disastro del Super Bowl dello scorso anno, perso contro i Patriots quando oramai sembrava già vinto. Non solo la storia veniva tirata fuori ad ogni sconfitta, ma persino nelle prime tre giornate di campionato, coincise con altrettante vittorie,  i Falcons non convincevano, le loro vittorie venivano sempre seguite da un “si, però…” che sembrava sminuirne l’importanza. La qualificazione è arrivata all’ultima giornata grazie ad una vittoria più che convincente contro i Carolina Panthers, anch'essi alla post season e autori di una seconda parte di stagione in crescendo, dopo che la sconfitta della vigilia di Natale contro i Saints sembrava aver spento ogni fiammella di speranza per Atlanta.
Matt Ryan è sembrato leggermente sottotono, quest’anno, ma ha pur sempre lanciato la ragguardevole cifra di 4095 yard. Più che altro sono calati i TD pass (ben diciotto in meno rispetto al 2016) ed aumentati gli intercetti (cinque in più rispetto alla scorsa stagione).
Sia Julio Jones che Mohamed Sanu hanno leggermente migliorato i numeri dello scorso anno, così come il tight end Austin Hooper che ha raddoppiato i numeri del suo anno da rookie, ma al di fuori di loro tre il supporting cast dei ricevitori è andato molto al di sotto delle aspettative.
Per quanto riguarda il gioco di corsa la coppia Freeman/Coleman ha messo insieme quasi 1500 yard complessive, permettendo all’attacco di essere abbastanza bilanciato offrendo quindi poche chiavi di lettura alle difese avversarie.
Grossa tegola sicuramente, la perdita per infortunio della guardia Andy Levitre, probabilmente il giocatore più forte della linea d’attacco di Atlanta, che potrebbe provocare qualche grattacapo sia in fase di tasca passaggio che nei blocchi per le corse interne.
A fare da ago della bilancia in questa partita per i Falcons sarà sicuramente la difesa, chiamata a fermare l’esplosività di Todd Gurley ed il gioco aereo di Jared Goff.
Dodicesima contro i passaggi (214 yard per partita) e nona contro le corse (104 yard a partita), la difesa di Atlanta sarà sicuramente un bel test per i Rams. IL front seven ha messo a segno 39 sack in stagione, anche se curiosamente i due leader in questa speciale classifica sono Adrian Clayborn e Takkarist McKinley, cioè le due riserve del defensive end titolare Brooke Reed.
Dietro i quattro in linea il trio di linebacker Beasley, Jones e Campbell forniscono un valido supporto sulle corse al secondo livello, ma sono in grado di andare anche in copertura non solo dei tight end, ma anche dei ricevitori, ed i tre intercetti in stagione di Deion Jones dimostrano quanto il reparto non sia da sottovalutare nemmeno sotto questo aspetto.
I Falcons non sono una macchina da intercetti, per quanto riguarda la secondaria difensiva, e forse proprio questo potrebbe essere il punto chiave della partita per l’attacco dei Rams: sfidare la secondaria e vedere come va.
Difficile fare un pronostico, come quasi sempre in fase di playoff. Se i Rams sembrano più solidi, i Falcons sono decisamente lanciati dalla vittoria contro i Panthers, e l’entusiasmo, si sa, in partite come queste potrebbe essere l’ingrediente che dà la spinta decisiva.
Mettiamoci anche l’assoluta inesperienza della quasi totalità dei Rams in partite simili, e potrebbe venir fuori una sfida combattuta ed interessante fino all’ultimo snap.

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