Era stata già etichettata come “anteprima del Super Bowl”, e l’attenzione di tutti era diretta verso quella che sembrava essere la partita più attesa dell’anno. Le aspettative erano altissime e non sono andate deluse. Quella tra Kansas City Chiefs e Los Angeles Rams è stata una partita incredibilmente bella, emozionante e combattuta proprio come ci si aspettava e anche se alla fine il tabellone recita 54-51 in favoe dei Rams, i Chiefs non escono affatto sconfitti o ridimensionati da una prestazione del genere, così come sarebbe stato per i Rams se Mahomes e compagni avessero ribaltato per l’ennesima volta l’incontro negli ultimi secondi.
Potremmo parlare per ore dei numeri esorbitanti di questa partita, dei record, delle prestazioni eccezionali di questo o quel giocatore e non riusciremmo a raccontarvi comunque quello che è successo lunedì notte al Los Angeles Memorial Coliseum, perché è stata una partita da vivere intensamente ogni singolo istante, una di quelle partite che saranno ricordate negli annali non solo per i record, ma soprattutto per il pathos e le emozioni che ha regalato agli spettatori.
Un Coliseum così caldo ed elettrico crediamo di non averlo mai visto, neanche quando a Los Angeles c’erano i Raiders o, prima di trasferirsi ad Aneheim, ci giocavano i Rams versione L.A. 1.0, e poco importa se per riempirlo, dati anche i ristrettissimi tempi dovuti allo spostamento della partita inizialmente prevista a Città del Messico, molti biglietti sono stati regalati soprattutto ai cosiddetti “First Responders”, cioè a tutti coloro, vigili del fuoco, soccorritori, forse di polizia, che si sono prodigati nelle settimane passate contro i massicci incendi che hanno colpito Los Angeles da vicino causando decine di vittime e bruciando interi sobborghi e città vicine. Dopo le polemiche degli ultimi tempi in cui i tifosi di L.A. erano accusati di non sostenere abbastanza la squadra con la presenza allo stadio, in occasione del Monday Night l’atmosfera è stata davvero rovente e per i Rams si è trattata di una vera e propria partita incasa come nn accadeva da tempo immemore.
In partenza era sembrato che Los Angeles potesse controllare i Chiefs senza problemi anche grazie ad una serie infinita di penalità che aveva reso il gioco in attacco dei Chiefs molto difficile e tenuto la difesa al guinzaglio sulle coperture dei ricevitori, ma se i Rams avessero preso in mano la partita sin da subito senza che i Chiefs fossero riusciti a reagire, ci saremmo persi lo spettacolo che ne è poi seguito.
La strategia difensiva di Kansas City era abbastanza chiara: fermare le corse di Gurley mettendo al contempo una grossa pressione su Goff per agevolare la copertura molto aggressiva da parte della secondaria, ma allo stesso tempo McVay aveva preparato la partita in maniera da sfidare e testare continuamente i defensive back avversari sul medio/lungo, prestando particolare attenzione a Orlando Scandrick, probabilmente individuato come il punto da attaccare nella secondaria dei Chiefs. Questa strategia spiega anche lo scarso utilizzo che McVay ha fatto di Gurley in tutta la partita. Sembra quasi incredibile che con 54 punti segnati il buon Todd abbia portato palla solo dodici volte e, per la prima volta in stagione, non abbia messo a referto nemmeno una segnatura. Ciononostante, le continue playaction dovevano essere comunque rispettate dalla difesa degli ospiti, permettendo così a McVay di sbizzarrirsi con la Joker, il suo concept di passaggio preferito che prevede di mandare una traccia interna (solitamente Brandin Cooks o Robert Woods) subito dietro ai linebacker sfruttando il loro assegnamento di rispettare la corsa, ed una profonda a pulire le zone.
Ribaltando il campo, in attacco i Chiefs sono forse stati sorpresi dalla scelta difensiva di piazzare Sam Shields su Tyrek Hill mandando Marcus Peters ad occuparsi dell’altra arma letale di Mahomes, cioè il tight end Travis Kelce. Nonostante il mismatch fisico (Peters/Kelce) e atletico (Shields/Hill), questa combo ha dato buoni risultati, ed anche il touchdown da 73 yard di Hill è stato probabilmente causato dallo scivolone del cornerback che ha lasciato Hill tutto solo in piena corsa, anche se, in tutta onestà, anche senza lo scivolone Hill è sembrato aver comunque preso spazio su Shields.
Quello che ha davvero fatto la differenza è stato lo strapotere di Samson Ebukam che ha portato il linebacker di Los Angeles a segnare due touchdown (uno su strip sack di Donald, l’altro su ritorno di intercetto), piazzare un sack e soprattutto colpire il braccio di Mahomes per agevolare l’intercetto di Marcus Peters che sembra chiudere la partita prima che i Chiefs si guadagnino un’altra occasione a 50 secondi dal termine.
Come Gurley per i Rams, anche Kareem Hunt è stato tenuto abbastanza sotto controllo dalla difesa dei Rams, sebbene sia comunque riuscito a segnare un touchdown su uno screen.
Dopo una partita del genere, vedendo il punteggio, la prima cosa che viene da pensare è quanto siano state pessime le difese, mentre nel caso di questo Monday Night Football è proprio tutto l’opposto.
Le difese hanno fatto ciò che hanno potuto contro due attacchi stratosferici, ma ricordiamo che comunque in partita ci sono stati un totale di otto sack, di cui tre con strip della palla e due touchdown, più tre intercetti di cui uno ritornato in touchdown, per cui le difese sono state direttamente responsabili di ben 24 dei 105 punti totali dell’incontro: poco meno del 25%. La linea offensiva dei Rams ha avuto grosse difficoltà a contenere Chris Jones così come quella dei Chiefs ha avuto le mani più che piene nel limitare, senza riuscirci più di tanto, l’aggressività di Aaron Donald.
Per entrambe le squadre ora arriva una settimana di riposo più che guadagnata, per poi riprendere con l’ultima parte della stagione in cui posizionarsi al meglio nella griglia dei playoff.
Chiefs e Rams li rivedremo sicuramente in campo anche a Gennaio e, chissà, magari anche a Febbraio ad Atlanta.