A New Orleans aspettavano questa partita dallo scorso fine gennaio quando, durante la finale della NFC, una mancata chiamata su una interferenza piuttosto evidente da parte di un defensive back dei Rams mise la ciliegina sulla torta di una partita infarcita di errori arbitrali e diede ossigeno a Los Angeles, che riuscì a mandare la partita in overtime dove poi si conquistò l’accesso al Super Bowl LIII.
I tifosi Saints, però, dovranno attendere un’altra occasione per prendersi la loro rivincita sui Rams, perché al Coliseum i padroni di casa hanno incassato una vittoria importante grazie ad un buon secondo tempo che ha fatto da contraltare ad una prima metà nella quale nessuna delle due squadre ha dato spettacolo.
Non sono mancate nemmeno questa volta le polemiche per una decisione arbitrale piuttosto controversa ma, almeno in questa occasione, l’errore non è stato decisivo per il risultato finale. Decisivi, invece, sono stati gli infortuni, che sono stati insolitamente numerosi, soprattutto quello occorso a Drew Brees, che ha impattato la mano destra su quella di Aaron Donald dopo aver rilasciato il pallone provocando un trauma al pollice che gli ha impedito di proseguire la partita, non riuscendo più a tenere la palla in mano. L’infortunio terrà fuori Brees per sei settimane, ed i Saints dovranno cavarsela con Terry Bridgewater in cabina di regia, che ieri non ha particolarmente brillato.
Come già successo nella prima giornata, i Rams hanno faticato molto ad ingranare in attacco, mentre la difesa si è subito imposta, anche grazie all’incomprensibile atteggiamento dell’offensive coordinator di New Orleans che ha preferito non raddoppiare la marcatura su Donald lasciandolo spesso e volentieri nell’uno contro uno in cui Donald è quasi inarrestabile. Lui e Brockers hanno fatto diverse incursioni nel backfield offensivo avversario, fermando spesso per perdita di terreno un Kamara che, orfano di Ingram e quasi ignorato nel gioco aereo, non ha ancora raggiunto i livelli di produzione dello scorso anno.
La partita sembrava iniziare con i fuochi artificiali grazie all’intercetto di John Johnson III facilitato dal gran colpo di Eric Weddle su Jared Cook, a cui seguiva a stretto giro di posta la bomba da 57 yard che Goff piazzava nelle mani di Brandin Cooks, ma i Rams si arenavano subito e si dovevano accontentare di tre punti con Zuerlein.
Dopo aver perso Drew Brees, i Saints pareggiavano i conto con un field goal di Lutz, ma la partita non decollava per nulla. A metà del secondo quarto avveniva il fattaccio: Goff veniva colpito mentre stava lanciando e la palla gli sfuggiva di mano, gli arbitri optavano per il passaggio incompleto e fischiavano la fine dell’azione. Nel mentre, Cameron Jordan recuperava l’ovale e lo riportava in end zone a gioco abbondantemente fermo. Il replay mostrava come Goff non avesse iniziato il movimento in avanti con la mano, perdendo la palla prima e commettendo quindi fumble, e così la crew arbitrale si ritrovava ad aver commesso tre marchiani errori in un colpo solo. Innanzitutto non sanzionava il colpo irregolare di Hendrickson su Goff (colpo in zona collo/testa, roughing the passer), poi decidevano per il passaggio incompleto nonostante non ci fosse certezza del movimento in avanti del braccio del quarterback dei Rams ed infine decidevano di fischiare e fermare l’azione, il che vanificava l’esito del replay che trasformava l’incompleto in fumble ma annullava il touchdown perché tecnicamente mai avvenuto (il fischio aveva fermato il gioco).
Riaffiorano, dunque, i fantasmi dell’NFC Championship, ma siamo solo nel secondo quarto, e la partita è ancora lunga.
Il primo tempo finisce, dopo un altro field goal di Zuerleina, sul 6-3. Poche emozioni, Goff e Gurley desaparecidos da una parte, Kamara dall’altra con Bridgewater in grossa difficoltà.
Ci vogliono ancora un paio di drive nel secondo tempo perché i Rams decidano finalmente di prendere le redini della partita in mano, dopo che Lutz ha impattato lo score con un calcio da 52 yard.
Goff inizia a completare qualche passaggio in più, ma soprattutto Gurley inizia ad ingranare ed a macinare yard, ed è proprio il running back che mete a segno il primo touchdown della partita. I Saints spariscono letteralmente dal campo ed i Rams ne approfittano, mettendo a segno altri sette punti con un passaggio di Goff per Cooks (più trasformazione di Zuerlein), allungando inesorabilmente sul 20-6. I Saints reagiscono con un field goal di Lutz, ma sono ancora i Rams ad affondare con uno splendido passaggio di Goff che Kupp trasforma in una cavalcata di 66 yard ed un apparente touchdown, che solo il replay gli nega, piazzando la palla sulla una yard. Goff si incarica della segnatura.
La difesa dei padroni di casa fa buona guardia e l’attacco congela la restante metà del quarto periodo, portando a casa una vittoria per 27-9 che permette ai Rams di tenere il passo sostenuto di Seahawks e 49ers in una division che corre parecchio.
Per i Saints c’è ora l’incognita Bridgewater. Sei settimane sono tante, e se il sostituto di Brees non trova presto la quadra, la stagione di New Orleans, annunciata da più parti come trionfale, è bell’e che finita.
Per i Rams arriva un’altra vittoria pur giocando così così. Molti progressi rispetto a week 1, ma ancora tanti interrogativi anche sulla gestione dalla sideline, dove McVay sta faticando più del solito nella chiamata degli schemi.
Domenica prossima i Rams incontrano i Cleveland Browns in un remake di un classico degli anni ’50, quando Cleveland e Los Angeles si giocavano i titoli (che andavano spesso a finire in Ohio…), mentre i Saints restano sulla West Coast per andare a rendere visita ai Seahawks, non certo gli avversari migliori da incontrare in questo momento non facile per la franchigia della Louisiana.