Arriva la terza vittoria stagionale per i Los Angeles Rams, ma non senza un po’ di fatica e qualche patema di troppo che ha tenuto i gialloblù in ansia fino alla fine. I New York Giants, dal “basso” del loro record di 0-3, venivano presentati come la vittima sacrificale contro la quale gli Arieti avrebbero infierito, ma in realtà la partita è sempre stata apertissima, e si è risolta solo nei minuti finali grazie ad una grande giocata di Darious Williams che, per la terza domenica consecutiva, è protagonista nel bene e nel male.
I Rams partivano sparati in quello che sembrava davvero poter essere un massacro. Il primo drive dei Giants totalizzava meno nove yard, di cui meno sette su passaggio, prima di dare strada all’attacco di casa che, senza incontrare grandissima resistenza, andava in touchdown con un’insolita jet sweep del tight end Gerald Everett, alla prima segnatura su corsa della sua carriera.
La difesa dei Rams continuava a strapazzare Daniel Jones (saranno ben quattro i sack tra il primo quarto e cinque minuti del secondo), ma piano piano anche la difesa dei Giants cominciava a mettere in difficoltà l’attacco dei padroni di casa, che perdevano un pallone sanguinoso sulle proprie 34 a causa di un fumble di Everett.
I Giants dovevano accontentarsi di un field goal, ma i Rams non affondavano, dovendosi accontentare anch’essi di un calcio di Sloman per poi subire un secondo field goal da Gano in chiusura di primo tempo.
Il secondo tempo metteva in mostra tutte le difficoltà dei Rams a muovere la palla e tutte le difficoltà dei Giants di trovare un ritmo di partita che gli consentisse di prendere in mano il bandolo della matassa. Pur arrivando a ridurre le distanze ad un solo punto grazie al terzo field goal di giornata di Gano, i Giants non davano mai l’impressione di poter sovvertire l’andamento di una gara che si stava stancamente dirigendo verso un anonimo punteggio basso. La classica partita che, alla fine, il coach vincente commenta con un serafico “it was ugly, but a win is a win”.
I Rams avevano un improvviso guizzo quando Cooper Kupp si insinuava nella secondaria dei Giants grazie ad un errore di assegnamento di copertura. Jared Goff lo vedeva e sparava immediatamente uno dei pochi palloni che hanno superato le dieci yard di gittata in questa partita, lato Rams. Kupp faceva, poi, un numero dei suoi e sprintava per un touchdown da 55 yard.
Daniel Jones tentava due volte la rimonta, ma prima veniva fermato da un quarto down on convertito, e poi, a 57 secondi dalla fine, Williams metteva le mani su un pallone diretto verso Ratley, mettendo la parola fine ad un incontro non bello eppure abbastanza emozionante.
LOS ANGELES RAMS
McVay imbambolato – A dire la verità, Sean McVay aveva avvertito tutti quanti, in settimana, che questa partita non sarebbe stata per nulla facile. Guardando i filmati, infatti, aveva realizzato che creare un game plan contr la difesa dei Giants era impresa non semplicissima, come poi in effetti si è verificato.
Al netto di questo, però, alcune scelte ed alcune chiamate hanno fatto alzare più di un sopracciglio. Lo screen su Woods sul terzo e quattordici che ha portato al field goal, ad esempio, oppure la pessima gestione del tempo a 2:33 dalla fine, quando ha chiamato tre corse consecutive tra cui una corsa laterale con uscita dal campo che ferma il tempo, ed una corsa centrale su un terzo e undici. La difesa ci ha poi messo una pezza, ma a volte sembra che McVay chiami le cose un po’ a casaccio. Sappiamo benissimo che non è così, perché credo che sia metodico e non lasci nulla al caso in qualunque ambito della sua vita, ma alcune scelte fatte ieri sera hanno fatto discutere non poco.
Ramsey vs. Tate – Golden Tate non ha dei rapporti buonissimi con i DB dei Rams, fin da quando era a Seattle e si scornava (in campo ed a parole) con Janoris Jenkins. Quando usato su Tate, Ramsey ha praticamente azzerato l’unica arma offensiva, parlando di ricevitori, che sembrava funzionare per i Giants, comprendendo nel servizio anche un placcaggio piuttosto duro che molti hanno ritenuto fosse all’origine della rissa tra i due a fine partita. Invece si tratta di sorelle, nello specifico quella di Tate, che ha avuto due figli da Ramsey prima che quest’ultimo la lasciasse per una ballerina di Las Vegas appena prima di trasferirsi da Jacksonville a Los Angeles (ed appena prima che nascesse il secondo figlio).
Un passo indietro? – I Rams erano contenti nonostante la sconfitta, la scorsa settimana, perché la squadra aveva dato prova di saper reagire in maniera decente alle avversità, e solo una leggerezza di Williams aveva trasformato un’epica rimonta in una sconfitta. Questa settimana, invece, nonostante la vittoria non ci sono la stessa soddisfazione e lo stesso ottimismo nell’aria. Aleggiano i fantasmi del 2019, quando l’attacco dei Rams veniva letto e fermato con relativa facilità dagli avversari. Lo scorso anno c’era l’alibi della linea offensiva disastrata, quest’anno no. McVay propende per una partita difficile preparata male e condotta peggio e, in tutta sincerità, è quello che sperano anche i tifosi, perché i segnali giunti dai Rams nelle prime tre giornate sono decisamente opposti a quelli che arrivavano la scorsa stagione. Un passo falso indolore, che però deve far accendere qualche spia rossa o arancione sul cruscotto di Los Angeles.
Difesa OK – Una delle chiavi di volta di questa partita era sicuramente la difesa di Los Angeles e, nello specifico, la sua capacità di portare pressione ad un quarterback difeso dalla peggiore linea della lega, almeno stando alle classifiche di Pro Football Focus. Nel primo quarto la pressione è stata intensa e continua, sia da parte dei tre di linea che da un Leonard Floyd indiavolato, senza contare Okoronkwo ed Ebukam che hanno fatto egregiamente la loro parte. I Giants hanno poi preso le contromisure, neutralizzando la penetrazione con degli screen e mandando in campo giochi dallo sviluppo rapido per proteggere Jones dalla furia del front seven di Los Angeles. Quando si trattava di recuperare, però Jones ha dovuto tornare a passaggi più lunghi, e la linea di attacco ha di nuovo collassato. Ottima prova, dunque, per la linea difensiva, anche se sulle corse le cose non sono andate benissimo, soprattutto quando Micah Kiser ha dovuto lasciare il campo a Troy Reeder per un infortunio di cui non si conosce ancora l’entità.
Un motore diesel per l’attacco – A parte la partita di Philadelphia, l’attacco dei Rams è sempre venuto fuori nel secondo tempo. Tralasciando il drive di apertura, il cui script sembra essere sempre piuttosto perfetto, il reparto offensivo sembra patire gli aggiustamenti fatti in partita dal defensive coordinator avversario, e la pausa di metà tempo risulta decisiva e necessaria per raggruppare le idee ed apportare le necessarie contromisure. Non c’è nulla di male in tutto ciò, senonché fino a quando gli avversari sono i Giants, va bene. Quando sono i Bills o saranno i Seahawks di turno, regalare un quarto e mezzo potrebbe essere letale e decisivo. Occorre migliorare l’analisi e le correzioni in corso d’opera già nel primo tempo.