Finalmente dominati i Patriots

La netta vittoria per 24-3 nel Thursday Night casalingo contro i New England Patriots regala ai Los Angeles Rams la quarta stagione vincente consecutiva, cosa che non accadeva dagli anni ’80, quando in panchina siedeva coach John Robinson, il quarterback era Jim Everett ed a correre c’era un certo Eric Dickerson.

Tutto riportava alla memoria della partita di due anni fa ad Atlanta, quando Bill Belichick tirò fuori dal cilindro un numero dei suoi ed annichilì completamente una squadra che, usando le stesse parole di McVay, aveva avuto troppo tempo per pensare a come preparare la partita. Quale migliore occasione di una settimana corta, quindi, per dimostrare di avere imparato la lezione?

I Rams hanno sempre mantenuto il controllo della partita, fermando subito l’attacco dei Patriots ed andando a segno con un drive travolgente, che ha fatto immediatamente capire su quali binari si sarebbe incanalata la partita, con i Rams a controllare pallone e tempo ed i Patriots ad inseguire invano.

Lo sneak con cui Goff apriva le marcature era anche la dimostrazione che il quarterback di Los Angeles era con la testa alla partita al 100%, cosa di cui non sempre si può essere sicuri.

La reazione dei Patriots veniva soffocata da una difesa che non lasciava a Cam Newton la libertà di correre né quella di lanciare, mettendo una grande pressione fin da subito con la linea difensiva ed attuando una marcatura pressochè perfetta dei ricevitori avversari. Newton faticava assai, ed anche il gioco di corsa non riusciva a superare la linea difensiva, per cui i Rams tornavano immediatamente in attacco per aggiungere altri tre punti con Matt Gay, recuperato all’ultimo minuto, ma soprattutto per giocare un altro drive davvero convincente.

Tra la fine del primo quarto e l’inizio del secondo la partita avrebbe potuto girare in favore dei Patriots, ma una giravolta da 180 gradi metteva l’inerzia tutta nelle mani dei Rams.

Goff lanciava un pallone basso per Woods, il quale riceveva in tuffo ma non riusciva a mantenere il controllo dell’ovale. Bryant glielo strappava dalle mani, si rialzava e si accomodava in touchdown per l’apparente 10-7 che avrebbe dato vigore a dei Patriots fino a quel momento piuttosto inconsistenti. Il replay, tuttavia, indicava che Bryant aveva sì intercettato il pallone ma, al tempo stesso, era giudicato down by contact, per cui il ritorno e la conseguente segnature venivano annullate.

Cambio di quarto e BANG! Newton lanciava un pallone apparentemente perfetto verso Harris, alle cui spalle, però, si materializzava Kenny Young, che intercettava il pallone e piazzava un ritorno di 79 yard per il 17-0 che annichiliva definitivamente la squadra di Belichick.

Passare da una partita in bilico ad un 17-0 aveva un effetto devastante per i Patriots, che riuscivano solo ad impedire ulteriori segnature ai Rams ed a mettere a segno un field goal con Folk a fine primo tempo.

Nel secondo tempo la musica non cambiava un granchè. La difesa dei Rams alzava ulteriormente il ritmo, a costo di prendere qualche corsa di troppo da parte di Michel, ma annullava definitivamente ogni velleità di Newton ed anche quando Belichick mandava in campo Stidham in cabina di regia la solfa rimaneva la medesima.

Il terzo quarto era praticamente tutto dei Rams, che imbastivano un drive da quasi dieci minuti per andare a segnare il touchdown del 24-3 con un passaggio millimetrico di Goff che pescava Kupp nell’unico spazio disponibile per una ricezione.

Nel quarto periodo McVay cercava di controllare il tempo, forse con qualche three-and-out di troppo, ma alla fine riusciva a mantenere la propria end zone inviolata e, perché no, prendersi una piccola rivincita su Belichick, anche se il valore delle due partite è infinitamente diverso.

Ancora difesa – Tanto per cambiare una bella mano, in questa vittoria, viene dalla difesa, che ha messo la museruola ad un quarterback imprevedibile come Cam Newton (al netto dei suoi problemi) ed ha letteralmente imbrigliato l’attacco di New England come proprio i Patriots avevano fatto nel Super Bowl LIII.
Giocare a fianco di Aaron Donald sicuramente aiuta, ma a Los Angeles non ringrazieranno mai abbastanza i medici di Baltimore che hanno rimandato indietro Michael Brockers, che ieri sera (ma anche in altre occasioni) è stato un demonio.

La rivincita di McVay – Prima della partita McVay ci aveva tenuto a specificare che, a differenza di quanto pubblicato al tempo e ripreso nei giorni scorsi, lui non aveva mai detto di essere stato “outcoached” da Bill Belichick in occasione del Super Bowl (termine che, invece, Belichick ha usato ieri sera nella conferenza stampa post partita per descrivere i motivi della sconfitta), ed ha fatto di tutto per cercare di tenere separate le due partite, ma è inutile nasconderlo, sotto sotto una piccola rivincita se l’è presa ugualmente. Il suo game plan è stato pressochè perfetto, con il largo uso di formazioni con il doppio tight end per cautelarsi dalla difesa gap filling dei Patriots, ed anche Brandon Staley ha messo a punto una tattica difensiva ai limiti dell’immaginabile.

Akers, finally – Lo dicevamo da qualche settimana: Cam Akers deve essere lasciato a briglia sciolta. Dopo una prima paerte di stagione nelle retrovie, poco utilizzato, nelle ultime settimane il rookie scalpitava. Ieri sera, investito del ruolo di running back principale nonostante la spalla malconcia, Cam non ha tradito le attese, correndo per 171 yard (record per un rookie quest’anno) e, pur senza segnature, il successo del suo gioco di corsa è stato fondamentale per l’attacco dei Rams.

 

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