Che Shanahan sia la Kriptonite di McVay è ormai cosa arcinota, anche perchè da quattro anni a questa parte l’head coach dei Rams ha vinto una sola volta su otto sfide. Poco importa che sia stata quella che contava, cioè l’NFC Championship dello scorso anno.
La prima sfida tra le due franchigie in questa stagione ha seguito il copione già visto che prevede che i Rams subiscano la difesa in maglia rossa e non siano capaci di fermare l’attacco, guidato da quel Garoppolo tanto vituperato ed insultato dai suoi stessi tifosi,, quanto implacabile contro Los Angeles.
Sarebbe facile appigliarsi alle mancanze della linea d’attacco, che ha dovuto schierare il terzo centro diverso in quattro partite dopo che anche Coleman Shelton è caduto vittima di un infortunio, sostituito da Jeremy Kolone, o alla secondaria decimata, ma l averità è che i Rams non sono mai stati veramente in partita ed hanno preso le botte serie un po’ dappertutto.
Resta un mistero come l’attacco riesca a macinare yard su yard con giochi ed esecuzioni perfette, per poi arenarsi in red zone e doversi accontentare di un field goal. Analizzando i drive della partita si nota, infatti, come 49ers e Rams abbiano avuto grosso modo le stesse opportunità, ma Los Angeles si è dovuta accontentare dei calci di Matt Gay, mentre San FRancisco ha varcato la goal line per re volte. Che poi due siano svarioni difensivi e la terza un intercetto favoloso di Hufala che ha ricordato molto quello di Darious Williams contro Seattle lo scorso anno, poco importa.
La difesa di Raheem Morris, pur continuando a non convincere appieno in questa soft zone già aspramente criticata lo sorso anno, ha tutto sommato retto bene, capitolando, come detto, in due episodi banali che, però, sono risultati decisivi. Sarebber bastati pochi centimetri e staremmo parlando di un prodigioso deflect di Derion Kendrick su Deebo Samuel. Sarebbe bastato avere Donald in campo, probabilmente, e la corsa in solitaria di Wilon sarebbe probabilmente stata evitata, ma coi “sarebbe bastato” non si va da nessuna pare.
Poca la pressione in linea di difesa, dove Aaron Donald appare solo contro tutti e gli schemi difensivi non sembrano nè aiutarlo nè cercare di avvantaggiarsi dal raddoppio costante su di lui.
In attacco, beh… in attacco stendiamo un velo pietoso. Prestazione obbrobriosa che parte da una linea che non è in grado di garantire un gioco di corsa adeguato, gioco di corsa che, peraltro, vede un Akers molto svogliato ed un Henderson volitivo ma inefficace, senza dei blocchi decenti. I ptroblemi arrivano anche in tasca passaggio, dove la permeabilità è una caratteristica specifica di questa linea. San Francisco lo ha capito bene ed ha mandato dentro una varietà di blitz e stunt notevoli, che sono risultati in una pressione feroce su Stafford. Sarebbe possibile farsi prestare il playbook e farlo eseguire anche ai nostri? Donald non è peggio di Bosa, Wagner non è peggio di Warner, cosa mai potrebbe andare storto?
Non è ancora il momento di schiacciare i Panic Button a Los Angeles, ma certamente qualche cosa va fatta, soprattutto in attacco, dove Allen Robinson, arrivato im pompa magna con la relativa partenza di Robert Woods, per il momento resta un oggetto talmente misterioso che nemmeno Stafford si ricorda di averlo tra i compagni di squadra. Se il playcalling di McVay quest’anno sembra essere più conservativo, allora è inutile mandare Robinson laddove Stafford non l vede o non lo cerca, e coinvolgere di più il numero uno potrebbe essere un buon punto di partenza per ridare aria ad un attacco spento e senza idee.
Se invece, come si legge da qualche parte, Morris e McVay si stanno nascondendo per la seconda parte della stagione, beh… gli auguriamo di sapere quel che fanno, perchè con questo andazzo la seconda parte della stagione rischia di essere inutile, per i Rams.