I Los Angeles Rams battono i Washington Commanders al SoFi Stadium e, approfittando dei risultati negativi delle dirette concorrenti, mettono il muso avanti nella corsa al seed numero 7 della griglia dei playoff, ed a tre giornate dalla fine della regular season si trovano in tasca una wild card che ora dovranno difendere con tutte le loro forze.
La partita di domenica scorsa ha mostrato una squadra relativamente in salute, i Rams, capace di condurre la partita seppur con qualche difficoltà a segnare man mano che ci si avvicinava alla end zone avversaria, ed un’altra, i Commanders, apparsa in netta difficoltà soprattutto in attacco, dove Howell non è mai riuscito ad innescare i propri ricevitori ed il gioco di cora è stato largamente deficitario ma che, con l’ingresso di Brissett in cabina di regia, ha ritrovato nuovo vigore e tentato una rimonta apparsa, a tratti, possibile.
Matt Stafford sta indubbiamente giocando il suo miglior football dall’anno del titolo, e sembra avere assorbito anche gli infortuni al fianco ed al dito che ne avevano pregiudicato le prestazioni a metà stagione e l’avevano anche tenuto fuori una partita. Sicuramente il rientro di Kyren Willams, da qualche settimana a questa parte, ha ridato credibilità al gioco di corsa costringendo le difese avversarie a popolare maggiormente il box alleggerendo la pressione sui ricevitori e facilitando il gioco di lancio, ma tutto l’attacco sembra girare meglio, e persino Noteboom, punto debole della linea sia da guardia che da tackle in sostituzione dell’infortunato Havenstein, sta finalmente giocando a buoni livelli. Recuperato Higbee e rimesso in sesto Kupp, l’attacco dei Rams è tornato ad esprimersi a buoni livelli, infondendo più di una speranza per il finale di stagione.
Discorso leggermente diverso per quanto riguarda la difesa, dove la pass rush continua a fare il suo egregio lavoro, nonostante qualche sbavatura di troppo dei linebacker sul gioco di corsa, che viene fermato dal primo livello o dalla secondaria, mentre il secondo livello si fa spesso bucare facilmente. Buon periodo anche per la secondaria, fatta eccezione per il punto debole rappresentato da Derion Kendricks, che ha permesso la quasi rimonta di Washington lasciando ricevere Terry McLaurin in assoluta tranquillità quando Brissett lo ha messo sotto pressione dopo averlo individuato come punto debole su cui concentrare il proprio gioco.
Proprio Jacoby Brissett è un po’ l’ago della bilancia della prestazione di Washington. Tanto inconcludente è stato l’attacco con Howell alla guida, incapace di trovare il timing giusto con i propri ricevitori nonostante un buon lavoro della linea offensiva che gli concedeva un ragionevole lasso di tempo per lanciare, tanto è stato, invece, efficace dopo l’avvicendamento dietro al centro, al punto di sembrare tutta un’altra squadra e far salire di livello anche la difesa, che riusciva a rallentare l’attacco avversario in più occasioni.
L’impressone generale è che, con Brissett al comando fin da subito, la partita avrebbe potuto prendere decisamente un’altra piega. Non avremo mai la controprova, ovviamente, ma il cambio di passo è stato deciso ed importante.
Con un record di 4-10 la stagione di Washington non ha praticamente più nulla da ire, mentre per i Rams queste ultime tre giornate, dove incontreranno Saints (giovedì notte), Giants e 49ers, saranno decisive per il raggiungimento di un obiettivo che nessuno aveva pronosticato in prestagione e che rappresenterebbe un deciso passo in avanti in una ricostruzione che sembra essere decisamente più avanzata rispetto ai piani originari.