Partita storica doveva essere e partita storica è stata, quella tra Los Angeles Rams e Minnesota Vikings a Glendale. Con sei sack in due quarti (record NFL per una partita di playoff) e nove in totale (record eguagliato) la difesa di Los Angeles ha dato una direzione precisa alla partita sin dall’inizio, quando l’attacco girava a mille e gli stop operati sull’attacco avversario sono stati determinanti per scavare il solco tra le due squadre.
È stata una settimana lunga e difficile per i Rams, soprattutto per gli accadimenti extra campo che hanno portato allo spostamento della partita a Glendale e che hanno toccato da vicino alcuni giocatori e coach, tra cui McVay. Non era facile mantenere la concentrazione sulla partita con la tragedia che si consumava a poche miglia dal campo di allenamento e dalle proprie case ma, a posteriori, bisogna dire che i Rams hanno fatto davvero un grande lavoro per mantenere la barra dritta e non perdere di vista l’evento sportivo.
Alla vigilia della partita ci si chiedeva quale versione dell’attacco dei Rams sarebbe scesa in campo, e subito dopo il kickoff è stato chiaro che fosse scesa in campo quella giusta, capace di mettere a segno un touchdown nel drive iniziale con un’autorevolezza tale da non ammettere repliche. Dal canto suo la difesa è partita a mille, mettendo subito sotto pressione Darnold, tattica che era scontatissima, sfruttando, però, tutto un gioco di look and play che ha evidentemente mandato in tilt l’offense di Minnesota.
Non era semplicissimo nemmeno per gli spettatori leggere tutta la serie di movimenti e shift dei difensori che avevano come unico scopo quello di distrarre l’attacco avversario da quello che era il vero intento difensivo, cioè una serie di blitz mascherati che hanno ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo.
Sam Darnold, e in generale la linea offensiva, hanno davvero fatto fatica a decifrare le intenzioni della difesa dei Rams e si sono spesso trovati impreparati ad affrontare le chiamate di un Chris Shula che è cresciuto in maniera esponenziale durante questa sua prima stagione da defensive coordinator.
Per tutto il primo tempo non c’è stata praticamente partita, anche quando l’attacco dei Rams è sembrato calare e Los Angeles si è dovuta appoggiare sulla difesa per sistemare le cose, ma una grossa mano a mantenere l’ago della bilancia in favore dei Rams l’ha sicuramente data Kevin O’Connell a fine primo tempo quando, sotto 17-3, ha deciso di giocarsi un quarto tentativo sulla metà campo per cercare di accorciare le distanze e tornare in campo palla in mano per pareggiare i conti. I conti non li ha fatti, però, con Kobie Turner, che piazza un sack da meno 11 yard su Darnold e riconsegna a palla a Stafford sulle 39 offensive e un minuto e mezzo da giocare.
Stafford non si fa pregare e mette insieme un gioiello di drive che lo porta a mandare in touchdown Davis Allen quasi allo scadere, ricacciando Minnesota indietro a tre possessi di distanza e chiudendo., di fatto, la partita.
La seconda metà, infatti, ha visto solo Minnesota segnare il touchdown della bandiera e Los Angeles rispondere con tre punti calciati da Karty, mentre il quarto quarto è stato solo una formalità nella gestione del tempo e della partita da parte di McVay.
27-9 il risultato finale, che definisce in tutto e per tutto l’andamento della partita: Rams sempre al posto di guida con i Vikings pericolosi solo a sprazzi.
La squadra di McVay ha fornito una prestazione corale di tutto rispetto, con qualche passaggio a vuoto di troppo in attacco ma con tanta solidità in difesa, il che è parso solo una ovvia conseguenza del costante aumento del rendimento di reparto nelle ultime settimane.
I Vikings sono sembrati, invece, come annichiliti dall’esplosività dell’attacco avversario, non riuscendo a trovare una efficace risposta ai passaggi di Stafford. Kevin O’Connell è stato nuovamente battuto a livello mentale da Sean McVay come già era accaduto in stagione regolare, e l’intera squadra in maglia viola ha dato l’impressione di darsi per vinta già nel terzo quarto, dopo il primo drive infruttuoso che avrebbe dovuto, invece, essere quello da cui ripartire per cercare la rimonta.
Sam Darnold è stato attaccato da più parti e, sebbene abbia mostrato qualche sprazzo di lucidità, ha continuato a danzare troppo nella tasca rendendo difficilissimo il compito alla propria offensive line. Cam Akers, ex illustre della partita, ha cercato di tenere vivo il gioco di corsa, ma a parte un paio di exploit, anche lui è stato contenuto in maniera abbastanza tranquilla dalla difesa di Los Angeles. In tutto ciò, Jefferson si è ritrovato ad essere troppo solo per potersi caricare sulle spalle l’incombenza di sostenere un attacco che non ha mai davvero potuto affondare i colpi come avrebbe voluto.
Si ferma la stagione di Minnesota, sicuramente non nel modo auspicato, dopo aver perso solamente contro due squadre: Detroit e Los Angeles, in entrambi i casi per due volte.
I Rams, invece, voleranno a Philadelphia ad incontrare gli Eagles, un avversario duro ed ostico, soprattutto perchè i Rams hanno sempre sofferto i quarterback mobili come Jalen Hurts, e se aggiungiamo anche Saquon Barkley, che nella partita di regular season aveva guadagnato oltre 200 yard su corsa, si spiega abbastanza in fretta perchè, subito dopo la fine della partita, a Las Vegas i bookmakers dessero già gli Eagles come grossi favoriti per domenica prossima.