Dopo due settimane di camp, durante le quali abbiano letto e sentito giorno dopo giorno tanti commenti entusiasti su come la squadra fosse in netto miglioramento dopo la pessima stagione 2011, è arrivata la prima partita di preseason a riportare tutti con i piedi per terra. Tocca ai Colts di Andrew Luck, proprio l’unica squadra (Luck a parte, ovviamente) che aveva fatto peggio dei Rams la scorsa stagione, strapazzare i Rams con un sonante 38-3. E’ football d’agosto, e dovrebbe essere preso per quello che è, ma come non bisogna drammatizzare eccessivamente (lo scorso anno finimmo la preseason 4-0, e poi la stagione fu disastrosa), non è nemmeno corretto far finta di niente e pretendere che tutto si aggiusterà nelle prossime tre settimane.
Fisher non sarà stato certamente soddisfatto della prestazione, soprattutto in considerazione del fatto che dalla partita si aspettava una buona prova dal punto di vista dei fondamentali e della disciplina. I fondamentali di bloccaggio e placcaggio (ma anche di assegmanenti in copertura) sono stati un incubo per tutta la partita, e per quanto riguarda la disciplina, un paio di offside ed un paio di delay of game cruciali avranno fatto andare in bestia il baffetto in sideline.
Come al solito, ma non è una novità, una delle poche note positive viene da teven Jackson. Con davanti a sè una stagione che lo vedrà protagonista, con il tipo di attacco che Fisher vuole mettere in campo, Jackson ha dimostrato di essere pronto fin da ora, ma avrà bisogno della grande collaborazione della propria linea offensiva, cosa che ieri sera è un po’ mancata. se Jackson ha sopperito ai blocchi mancanti con l’esperienza, non si può dire lo stesso di Isiah Pead. Il ragazzo ha mostrato un gran potenziale, soprattutto sulle corse esterne, ma sui buchi centrali e sugli off tackle è stati davvero un disastro, ed in fase di copertura sui blitz avversari ha commesso un errore marchiano che gli è costato il posto nei giochi di lancio per il resto dell’incontro e poteva costare carissimo a Bradford
Più luci che ombre dal reparto ricevitori, con Austin Pettis in gran spolvero ma, soprattutto, con un Lance Kendricks che sembra aver ritrovato la testa e le mani che convinsero i Rams a draftarlo lo scorso anno. Speriamo solo che non si perda nuovamente durante la stagione.
Per quanto riguarda la difesa, la linea ha fatto un onesto lavoro, con Brockers contenuto a stento e sempre al limite dell’holding dai suoi avversari diretti, ma il pacchetto linebacker e defensive back ha lasciato molto a desiderare. Spesso fuori posizione, il trio di linebacker ha soffeeto molto, leggendo male i giochi avversari e sbagliando le coperture delle zone corte e dei buchi. Peggio è andata nel reparto arretrato dove, se si eccettua una buona prestazone di Jenkins, le coperture a zona sono state un grosso problema irrisolto per tutta la partita, èermettendo ai qb avversari di fare quello che volevano.
Gli unici tre punti sono arrivati dal piede di Zuerlein, poichè l’attacco, anche quando ha mosso bene il pallone, ha pensato bene di fermarsi da solo con penalità e fumble cruciali.
I Colts hanno giocato meglio sia con i titolari, che con le seconde e terze linee, ed il 38-3 finale ne è la logica conseguenza.
Domenica prossima arrivano i Chiefs per l’annuale Governour’s Cup. Fisher ha una settimana per rimettere in piedi una squadra che è uscita da questa partita molto ridimensionata rispetto alle attese della vigilia.