L’esordio in preseason dei Rams era stato negativo, con la sconfitta della scorsa settimana a Cleveland, ed anche la prima partita casalinga della stagione non si è discostata da questa falsariga. A battere i Rams, questa volta, sono stati quei Packers che la scorsa settimana avevano faricato contro i Cardinals perdendo addirittura a zero.
A bocca asciutta hanno invece rischiato di rimanere i Rams, se non fosse per il TD pass di Austin per Nick Johnson nel minuto finale della partita, ma va detto che in precedenza i Rams erano arrivati in raggo da field goal ma Fisher aveva preferito giocarsi il quaeto tentativo anzichè andare per i tre punti.
Come già la scorsa settimana, non tutto è andato male, nonostante la sconfitta, ma la partita con i Packers ha evodenziato alcune lacune che Fisher dovrà assolutamente mettere a posto nelle due restanti partite di preseason.
La prima, e la più grossa, è l’assoluta inefficacia della difesa nei placcaggi. Rodgers ha sezionato a dovere la difesa dei Rams, così come Eddie Lacy ha fatto vedere dei numeri straordinari sulle corse, ma molto ci hanno messo i difensori in maglia blu, che hanno sbagliato anche quattro placcaggi in una sola azione o che, ad esempio, si sono lasciati sfuggire un ricevitore dalle mani quando ci erano addosso in quattro.
Come preventivato, Dunbar ha lasciato il posto a Witherspoon in difesa, e come previsto il degrado delle prestazioni è stato evidente. Sarà forse utile che, almeno finchè Dunbar non riprenderà il suo posto o Ogletree non sarà cresciuto abbastanza, Laurinaitis venga impiegato come run stopper, piuttosto che mandarlo in copertura sui passaggi, lasciando così praticamente scoperta la seconda linea.
La seconda indicazione arrivata dalla partita è relativa alle penalità. I Rams hanno commesso una serie incredibilmente assurda di penalità, e a parte un paio di chiamate davvero al limite, hanno mantenuto in vita i drive avversari in troppe occasioni, vanificando il buon lavoro fatto per fermare il gioco dei Packers. Sicuramente un altro punto da enfatizzare nelle prossime settimane.
La terza indicazione, invece, sarà difficile da seguire e sarà quasi impossibile porvi rimedio. Si tratta infatti di una cosa abbastanza risaputa già da prima del training camp: la profondità del roster dei Rams è davvero pessima. In molti ruoli le riserve non sono assolutamente all’altezza dei titolari, e la cosa è stata ancora più lampante quando sono entrate in scena le seconde e le terze linee nel secondo tempo.
Un esempio su tutti è quello del quarterback: dietro un Bradford tutto sommato positivo (solo un paio di errori per lui: un fumble sullo snap ed un lancio sbagliato su Tavon Austin che avrebbe dovuto essere un tochdown sicuro) c’è il vuoto pneumatico. Keller ha dimostrato la sua inadeguatezza anche al solo ruolo di backup (battute cattive a parte, Bernie Kosar non aveva poi così torto…) e Davis, sebbene sia riuscito a portare i Rams in end zone, ha mostrato più cose negative che positive. Al momento bisogna sperare che Bradford non debba mai lasciare il campo anche solo per mettersi a posto il casco, nel qual caso non si dovrebbe lanciare la palla nemmeno se si trattasse di un terzo e novanta.
Non tutto negativo, dicevamo. Infatti l’attacco ha mosso abbastanza bene la palla, con Pead finalmente più incisivo (anche se Richardson ha fatto meglio nelle poche occasioni in cui è stato impiegato) ed Austin finalmente chiamato in causa. Il folletto da West Virginia ha risposto presente con una serie di belle ricezioni, alternate ad un paio di errori grossolani.
Austin è stato impiegato anche come ritornatore di punt, ma dovrà essere rivisto in altra occasione, perchè l’unico ritorno è stato piuttosto comico.
Buona la prova degli special team, il cui lavoro settimanale ha dato i suoi frutti sia nei calci che nei ritorni. Unico neo il calcio sbagliato da Zuerlein dalle 50. Dal momento che lo scorso anno Greg the Leg aveva impressionato in preseason e si era poi perso per strada, vogliamo ben sèerare che quest’anno faccia l’opposto, arrivando pronto per la stagione regolare.
A chiusura di questo breve commento, due desideri che vorremmo Fisher esaudisse al più presto.
1 – Non vorremmo più vedere Isiah Pead ritornare i kickoff. Questo ragazzo avrà anche una velocità notevole, ma non sembra avere il cambio di passo e di direzione necessari ad un ritornatore. Anche ieri sera ha ritornato un paio di kickoff piantandosi dritto nel muro amico o in mezzo allo special team avversario, venendo placcato una volta sulle proprie 15 ed una sulle proprie 10.
2 – Non vorremmo più vedere Darian Stewart safety titolare. Questo ragazzo sembra non saper usare le braccia nei placcaggi, con il risultato di rimbalzare sistematicamente contro il portatore di palla ottenendo, come massimo risultato, di sbilanciarlo leggermente permettendogli un secondo sforzo che gli fa guadagnare dalle tre alle cinque yard. Sistematicamente. Magari è solo preseason e lavorando sodo nelle prossime due settimane Stewart potrà migliorare, ma in definitiva è la speranza che viene riposta in lui da almeno un paio d’anni: perchè le cose dovrebbero cambiare in sole due settimane?