La striscia vincente continua: battuti i Cardinals 19-6

La vittoria di ieri sera allo University of Phoenix Stadium è di quelle che pesano, e molto. Oltre ad aver bissato il successo lontano dalle mura amiche, una settimana dopo aver espugnato l'Invesco Field con qualche patema d'animo di troppo, oltre ad aver finalmente interrotto una striscia di otto partite consecutive perse contro i Cardinals, oltre ad aver tenuto il passo dei Seahawks, vincenti in rimonta con Carolina, mantenendo così la testa della division grazie al tie breaker favorevole nei confronti degli uccellacci marini, i Rams hanno raggiunto lo stesso numero di vittorie ottenuto nelle sxorse tre stagioni in totale.
Solo questo dato dovrebbe essere abbastanza per affermare che i Rams hanno definitivamente imboccato la buona strada verso la risalita ad un livello migliore rispetto a quello visto negli ultimi anni. Potranno arrivare i Saints domenica prossima e spazzare via St.Louis, così come potrebbe arrivare la spazzolata al primo turno di playoff da partre di una delle corazzatr della NFC come avvenne contro Atlanta nell'ultima apparizione in postseason dei bluoro, ma i Rams hanno urlato chiaro e forte a tutti che sono tornati, e le prossime stagioni potranno dire la loro.

 

In realtà la partita è iniziata malino per gli ospiti, con i Cardinals che riuscivano a cogliere la difesa avversaria fuori tempo sia sui passaggi che sulle corse, macinando tutto il campo con una semplicità disarmante. La difesa dei Rams sembrava più volte sul punto di cedere, ma una volta in red zone si rianimava e concedeva agli avversari solo due field goal. Flajole metteva moltissima pressione su Derek Anderson, confidando nel fatto che il quarterback di Arizona in questa stagione aveva un pessimo 45% di completi quando veniva blizzato. La strategia era pericolosa, perchè significava lasciare sempre in copertura uno a uno un mostro come Fitzgerald, ma la secondaria dei Rams sembrava davvero ispirata, e dopo aver concesso a Fitz un paio di ricezioni nel primo quarto, lo conteneva egregiamente, arrivando anche ad intercettare un passaggio diretto a lui nel quarto periodo. Fitzgerald finiva con sole 4 ricezioni per 61 yards: una bella vittoria per cornerback e safeties in maglia bianca.
Con pazienza, l'attacco dei Rams teneva palla e macinava campo grazie ai passaggioni corti di Bradford ed ale corse di Jackson che, nonostante l'ottima difesa di Arizona, riusciva sempre ad insinuarsi per qualche yard, in attesa del big play che sembrava sempre ad un nonnulla dall'arrivare.
Il piede sicuro di Josh Brown non sbagliava un colpo, e prima pareggiava, poi superava i Cardinals con tre field goal perfetti.
Andati al riposo sul 9-6, i Rams si ripresentavano in campo motivatissimi da uno Spagnuolo indemoniato, che negli spogliatoi aveva ricordato ai suoi le recenti sconfitte maturate nel finale di partita, dicendo che ora era "Guts Time", cioè il momento di miostrare al mondo gli attributi.
Shurmur optava per una no huddle che mandava in palla la difesa di Arizona, e finalmente Steven Jackson riusciva a rompere un paio id placcaggi involandosi in touchdown con una corsa da 27 yards in cui mostrava tutta la sua potenza.
I Cardinals le provavano tutte: fuori Anderson, fischiato a lungo durante la partita ed autore di un intercetto costosissimo sulle 10 yards in attacco, era di nuovo il momento del giovane Max Hall, che però veniva acolto in maniera non proprio gentile dalla difesa dei Rams. Un paio di sack, un paio di passaggi deflettati, un intercetto e poi un colpo piuttosto pesante che lo obbligava ad uscire lasciando il posto al terzo quarterback Skelton. In settimana Wisenhunt aveva appena dichiarato che Skelton avrebbe giocato solo in caso di infortunio ai due quarterback Anderson ed Hall, ma rimettere Anderson era fuori discussione, ieri.
In ogni caso, nemmeno Skelton riusciva a raddrizzare una partita che aveva oramai preso la sua strada ben definita, quella che porta al Gateway Arch in riva al Mississippi.
La prossima settimana tocca ai Saints campioni in carica, con i Rams che cercherasnno la terza vittoria nella terza trasferta consxecutiva di questa schedule poco ortodossa, quest'anno. Bradford ci ha insegnato che quest'anno nulla è scontato, nulla è perduto e, soprattutto, nulla è già scritto. La sfida tra Bradford e Brees sarà tutta da gustare comodamente seduti in poltrona con birra e popcorn.

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