A mezza yard dall’impresa

Negli ultimi giorni acquistare un biglietto per il Monday Night tra Rams e Seahawks era particolarmente conveniente. Attraverso il servizio ufficiale di scambio biglietti della NFL c’erano un paio di centinaia di biglietti disponibili per una cifra inferiore ai 10$, segno che l’interesse per la partita era davvero sotto zero, soprattutto perché in contemporanea,  a dieci isolati di distanza, al Busch Stadium, i St.Louis Cardinals giocavano Gara 5 della World Series MLB 2013, ed ovviamente non c’era paragone tra una squadra che gioca per il titolo assoluto ed una che ha appena perso il proprio quarterback titolare guadagnandosi il grado di agnello sacrificale per le prossime nove settimane.
Ed invece chi ha optato per il baseball ha avuto torto, perché all’Ed Jones Dome è andata di scena la partita che non ti aspetti, e gli undici punti e mezzo di distacco che i bookmakers davano tra le due squadre non si sono affatto visti.

Colpiti nell’orgoglio, i padroni di casa hanno avuto una reazione tremenda, giocando la miglior partita difensiva di questa disgraziata stagione, facendo rivedere molte delle ottime cose che questa difesa aveva mostrato nella stagione 2012.
Qualche numero dovrebbe bastare per rendere l’idea: -1 il total offense dei Seahawks nel primo quarto, sette i sack messi a segno su un frastornato Wilson, poco più di 150 le yards totali di passaggio (di cui 80 solo nell’azione del touchdown di Golden Tate), una safety mancata di pochi centimetri,  sono la testimonianza delle enormi difficoltà che l’attacco di Seattle ha avuto per tutto l’incontro.
Purtroppo per i Rams, questo immane sforzo da parte del reparto difensivo di St.Louis è stato vanificato da una prestazione in attacco puntellata di errori e pessime esecuzioni, che hanno mostrato tutti i limiti di questa squadra.
In realtà l’attacco ha sviluppato un gioco di corsa finalmente efficace, mandando un fantastico Zac Stacy a guadagnare 138 yards con una prestazione maiuscola che conferma le grosse potenzialità di questo rookie che ha spazzato via la concorrenza dei più quotati Richardson e Pead per guadagnarsi con una serie di prestazioni convincenti i galloni di titolare nella posizione di portatore di palla. Una buona prestazione della linea offensiva ha aiutato enormemente, ma il punto debole, come preventivato, è stato il gioco aereo.
Clemens era chiamato all’ingrato compito di sostituire Bradford, e per quanto avesse la fiducia di tutta la squadra e del coaching staff, non ha deluso le aspettative, nel senso che ha disputato esattamente la partita che ci si aspettava nel bene e (soprattutto) nel male.
Schottenheimer non ha avuto grosse difficoltà a semplificare un playbook già piuttosto semplice, togliendo del tutto il gioco profondo che anche con Bradford centellinava, lasciando sul piatto i passaggi sul medio corto (più corto che medio). La grossa mobilità di Clemens gli è valsa qualche azione in cui è riuscito ad inventarsi qualcosa anche quando i ricevitori erano tutti coperti, ma l’imprecisione nel passaggio e, soprattutto, la poca propensione al rischio personale hanno fatto sì che l’attacco in maglia blu abbia mancato diverse occasioni importanti, non ultima una possibile segnatura nel drive finale.
Bisogna dare atto alla difesa di Seattle di aver tirato fuori il meglio di sé nei momenti fondamentali dell’incontro andando a fermare quattro volte gli avversari sulla linea della propria una yard, impedendo il completamento della rimonta a tempo scaduto che avrebbe coronato la grande impresa dei padroni di casa.
Con la palla sulla una yard, il punteggio sul 14-9 per Seattle e quattro secondi sul cronometro, i Rams avevano in canna il colpo del KO, ma fallivano miseramente la conversione, affidata ad un'improbabile fade su Brian Quick mentre tutto il resto della difesa cercava di penetrare la linea offensiva per dare la caccia a Clemens. Il tocco morbido necessario per questo tipo di traiettorie non è proprio uno dei colpi migliori di Clemens, ed il risultato era un incompleto che regalava la vittoria ai Seahawks e lasciava l'amaro in bocca ai padroni di casa che pregustavano una vittoria incredibile.
Questo quarto down non è stato che l'ultimo dei mille episodi che non sono girati a favore dei Rams. Sarebbe bastato mettere tra i pali il field goal che Zuerlein ha sbagliato dalle 50 yards per non essere costretti a segnare un touchdown, o sarebbe bastato che Jenkins non cadesse all'indietro mancando così un intercetto sicuro trasformato invece in una ricezione da 80 yard di Tate per la seconda segnatura dei Seahawks. Sarebbe bastato che Dunbar avesse placcato Lynch mezza yard più indietro per una safety, o sarebbe bastato che Clemens non lanciasse due intercetti uno più agghiacciante dell'altro.
Sarebbe bastato poco, ma quando è stato il momento di dare una svolta alla partita i Rams non sono mai riusciti a farlo, e Seattle ne ha approfittato.
Ai padroni di casa resta l'ottima prestazione, la consapevolezza che non tutto è perduto e si possono giocare le partite rimanenti cercando di portare a casa qualche vittoria senza darsi già per sconfitti.
Per gli ospiti, invece, nonostante il record li mantenga in vetta alla NFC, più di un campanello d'allarme deve essere suonato, soprattutto per quanto riguarda la produttività offensiva, che ieri sera si è dovuta affidare ad un paio di trovate estemporanee che non possono dare, però, alcuna garanzia di continuità e successo.
 

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