“La vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo”. Queste parole del famosissimo discorso di coach D’Amato nel film “Ogni maledetta domenica” (erano pollici, e non centimetri, ma va bene così) si applica benissimo alla partita giocatasi nella notte al Centurylink Field di Seattle che ha visto i padroni di casa agguantare una vittoria per 30-29 dopo una partita piena di colpi di scena.
Il centimetro (e forse meno) decisivo è quello che ha determinato la meritata vittoria dei Seahawks, ed è quello che ha fatto uscire il pallone calciato da Greg Zuerlein con sei secondi sul cronometro, che avrebbe dato la vittoria ai Rams, meritata anch’essa, perché le due squadre si sono date battaglia senza esclusione di colpi com’è tradizione da quando al timone dei Seahawks c’è Pete Carrol.
Russel Wilson, che in passato ha spesso patito le partite contro i Rams, ha invece disputato una delle migliori gare mai viste, sicuramente la migliore di quest’anno, danzando dietro la linea, estendendo giochi che sembravano destinati a delle pesanti perdite di yard, e pescando Tyler Lockett con un pallone millimetrico nell’angolo della end zone (e Lockett ci ha messo poi del suo con una coordinazione mani/piedi eccezionale per restare in campo per pochi centimetri, sempre i maledetti centimetri).
I Rams dovevano scrollarsi di dosso la prima, brutta sconfitta stagionale di domenica scorsa contro Tampa Bay, ma mentre la difesa dava subito l’impressione di essersi rimessa in carreggiata, l’attacco mostrava le solite esitazioni di sempre.
Al terzo gioco della partita Robey-Coleman causava un fumble ricoperto da Peters, ma l’attacco dei Rams non riusciva a muovere la palla e Zuerlein piazzava tra i pali il field goal del 3-0.
La difesa fermava di nuovo i Seahawks, ma ancora una volta l’attacco si inceppava, e toccava nuovamente a Zuerlein calciare un altro field goal.
Ora, come dice il mio amico Don Ackermann, “I field goal sono come ricevere dei calzini come regalo di Natale. OK, vanno bene, li uso, ma francamente mi aspettavo altro”. Ed anche noi ci aspettavamo altro dall’attacco dei Rams che, da queste due occasioni portavano a casa solo sei punti. Ed a riprova di ciò. Russell Wilson iniziava la sua partita monstre mandando in touchdown Lockett, come detto in apertura. Tanta fatica, per i Rams, ed i Seahawks erano già avanti di un punto, proprio quel punto che, alla fine, avrebbe fatto la differenza.
I Rams subivano il contraccolpo, ed oltre all’attacco, iniziava a perdere colpi anche la difesa, per cui Seattle aveva buon gioco ad allungare con un bel lancio profondo di Wilson per Metcalf che coglieva impreparata la secondaria di Los Angeles.
La partita sembrava scivolare di mano ai Rams, ed i Seahawks parevano in pieno controllo, e si avviavano all’intervallo con la possibilità di allungare ancora. Ma entravano in gioco ancora i centimetri che prima negavano una conversione di un terzo e uno sulla linea delle trenta a Carson, e poi mandavano largo a destra il field goal di Myers.
Toccava a Goff cercare di ottenere il massimo possibile da una situazione che prevedeva un minuto e trentaquattro da giocare, due time out e sessantadue yard da percorrere. L’obiettivo minimo era un field goal, ma arrivava addirittura il touchdown con Goff che pescava Cooper Kupp appena al di là della goal line dopo aver vivisezionato la difesa di Seattle con una serie di passaggi millimetrici (e grazie ad una penalità per roughing the passer che trasformava un terzo non convertito in primo down.
Sotto di un punto all’intervallo e con la palla in mano per iniziare il secondo tempo, l’inerzia della partita era passata in favore di Los Angeles, e McVay non si lasciava sfuggire l’occasione. Il drive di apertura del secondo tempo era un mix tra un playcalling egregio, un Goff superbo ed un Gurley che dimostrava di essere completamente a posto fisicamente andando a finalizzare con una corsa da otto yard, riportando i Rams in vantaggio.
Wilson lanciava il terzo touchdown pass della serata, questa volta per Moore, ma era ancora Gurley a rispondere colpo su colpo. McVay tentava la trasformazione da due per portare a sette i punti di vantaggio, ma senza successo.
Il quarto periodo si apriva con uno scambio di field goal tra Myers e Zuerlein, poi Seattle marciava per tutto il campo consumando quasi sette minuti e finendo con il quarto touchdown pass di Wilson, che stavolta pescava in end zone il running back Carson. Pure Carroll tenta la soluzione da due per mettere tre punti tra sé ed i Rams, ma anche in questo caso la trasformazione non va a buon fine.
Goff si ritrova nella stessa situazione del primo tempo ma con più tempo sul cronometro (due minuti e ventotto) ed il two-minute warning oltre ai due time out per fermare il tempo.
Gerald Everett, per il resto della partita ottimo, si lascia scappare dalle mani una palla piuttosto semplice da ricevere, e Thompson riesce miracolosamente ad intercettarla.
Tutto finito? Assolutamente no. Serve uno stop difensivo, che arriva, ed un altro drive da rimonta, che arriva anch’esso.
Goff porta l’attacco dei Rams fino alle 26, da dove per Zuerlein è solitamente una formalità mettere la palla tra i pali. Ma ancora i maledetti centimetri si insinuano nella partita, ed il calcio di Zuerlein esce di un niente largo a destra, consegnando la vittoria a Seattle.
Dopo avere fatto percorso netto nel 2018 vincendo tutti e sei gli scontro divisionali, i Rams cadono quindi a Seattle, incamerando la seconda sconfitta consecutiva, cadendo così al terzo posto in division, dietro ai 49ers, prossimi avversari, ed ai Seahawks.
Goff ha lanciato per quasi 400 yard, ha mostrato sprazzi di quella classe per cui i Rams lo hanno riempito di dollari, ma deve ancora una volta arrendersi. Difficile imputargli qualcosa. Tutto sommato l’intercetto non è colpa sua, il field goal sbagliato nemmeno, ed in fondo ha sbagliato davvero poco, e nulla di decisivo.
Positivo il ritorno ad un playcalling un po’ più bilanciato (insomma… 18 corse e 49 passaggi, la strada è quella), che ha dato comunque i suoi frutti, coinvolgendo un po’ di più Gurley e rendendo nuovamente credibile la play action.
In difesa buona solo a tratti la pressione sul quarterback e qualche piccolo problemino nella secondaria, oltre ad un grosso problemone in mezzo, con Hager e Rapp fuori per infortunio non degnamente sostituiti da Reeder (sì, miglior placcatore, ma mi piacerebbe vedere anche la statistica dei placcaggi mancati) e dal comitato Christian-Weedle con Johnson a fare la free safety, scelta che ha dato qualche problema di troppo in copertura.
I Seahawks si sono pienamente ripresi dal passo falso di due settimane fa, ed ora hanno preso un vantaggio importante in chiave classifica divisionale. Con Wilson in stato di grazie, Carson oltre le 100 yard di corsa, Lockett in vena di magie e Dissly molto solido, l’attacco di Seattle sarà un cliente rognoso per chiunque.
La difesa ha messo una buona pressione su Goff, anche se Clowney è stato abbastanza ben contenuto (tranne in un paio di occasioni), ma ha mostrato qualche limite di troppo sulla copertura delle zone corte che, se sfruttata a dovere, potrebbe portare qualche problema importante più avanti nella stagione.
Dieci giorni di riposo e poi i Rams ospiteranno i 49ers al Coliseum, mentre Seattle farà visita ai Cleveland Browns. Due match che si preannunciano interessanti.