É stata tua la colpa

Riecco, graffiante come sempre, Gianca16. Oggi ci dà la sua opinione sulla sconfitta con i Buccaneers e questo inizio di stagione balbettante. Cosa ne pensate? Siete d’accordo con lui o no? Fatecelo sapere nei commenti.

La responsabilità – per me – è del quarterback.

Nella NFL, soprattutto a settembre, ci possono stare pessime partite; ohh, ne abbiamo viste tante in questi anni. Nate male, proseguite peggio, magari anche… preparate male.
È una stagione durissima per tutti, dove spesso, già all’inizio, bisogna fare con quello che si ha. Infortuni, problemi di preparazione, centratura dei giochi.
Ci sta tutto.
Ma domenica sera – dato per scontato che i Rams hanno giocato male, anche e soprattutto nella tanto celebrata difesa – la responsabilità della sconfitta va a Jared Goff.
Punto.
Sono un suo fan dalla prima ora, da quella ormai mitica notte di tregenda – tuoni e lampi… – quando venne a provare a Los Angeles, l’ho spesso difeso da chi lo definiva solo un QB di sistema (definizione che non ho ancora capito), ma ieri mi sento di attribuirgli la responsabilità della sconfitta. Totale. Tutta nelle sue mani.
Nei suoi – diversi – passaggi fuori target. Nei suoi – 3 – intercetti. E sì, anche nel finale – devastante – fumble.
Non è che non abbia giustificazioni.
Per quelle si può aprire il libro. La linea che fa acqua. Non ha tempo. I ricevitori si separano poco. McVay non azzecca più una chiamata.
Ma il quarterback è lui.
Punto.
È lui sulla linea di scrimmage.
“Tu sei il quarterback, tu chiami gli schemi.” È la celebre frase di un altrettanto celebre film. Ma è anche vera.
Chiami gli schemi, ok, e devi mettere la palla in mano ai tuoi ricevitori.
Le scuse – adesso – non contano più.
Sfido chiunque a dire che domenica Tampa Bay era più forte dei Rams.
Siamo partiti malissimo con il kick off sbagliato; e subito 60 yds prese in faccia. E il suo primo drive è stato subito anemico. Ne abbiamo preso un altro sul muso, e nella serie della… riscossa si è fatto intercettare.
Lì, ci poteva ancora stare. Passaggio deflettato…
Poi no.
Un altro – fatale – intercetto con piena responsabilità, non mi interessa se si è capito male con Everett. Ha lanciato in mano a David! E soprattutto – più grave di tutto – due o tre palle lunghe cadute solo… nei pressi dei ricevitori wide open. Che centrati sarebbero stati – almeno due – TD certi. Un altro intercetto su un quarto down giocato da debuttante assoluto. Davvero brutto.
E alla fine cosa fa? Dopo quasi 70 drop back, dove è quasi sempre stato maltrattato, va ancora indietro nella tasca senza minimamente occuparsi di proteggere il pallone.
Aveva il drive del possibile – difficilissimo – pareggio. Del possibile – difficile – riscatto, se lo è giocato male. Ma male male male. Per citare l’Abatantuono di un altro imprescindibile film!
E allora?
C’è chi dice che anche nella stagione del Super Bowl non l’ha mai convinto del tutto… boh… Io ho fiducia, l’ho scritto, ci ho sempre creduto. Ha un passaggio naturale, con una spirale perfetta. È stato anche preciso. È uno degli artefici della rinascita degli arieti, ma ha ancora bisogno di crescere. Di lavorare duro. Di imparare dagli errori.
E di essere responsabilizzato!
Vi prego non cominciate a tirare a mano Bortles… o cose del genere.
Jared Goff è il nostro quarterback. Siamo con lui.
Ma basta scuse.
E soprattutto, riprendiamo in mano il playbook, che è sempre stata la nostra forza.

Ho anche un P.S.
Mi spiegate perché ieri notte (per noi) McVay – in pieno garbage time – ha continuato a tenere in campo Todd Gurley?
Che senso ha questa gestione del runnig back?
Se va centellinato, ok, mandatelo in campo nei giochi che contano. Se sta bene, lasciategli giocare tutta la partita, che – si sa – ha sempre avuto bisogno di tanti giochi per carburare.
Ma che senso può avere farlo giocare a partita completamente finita? Correre l’ultimo gioco?

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