Quando si incontrano una squadra che, pur essendo prima in molte categorie statistiche, sta disputando una stagione sottotono e nelle ultime settimane ha cercato in tutti i modi di farsi raggiungere in testa alla Division rischiando di perdere il posto ai playoff faticosamente (molto faticosamente) agguantato pur con un record perdente, ed una che sembra aver finalmente ritrovato sé stessa dopo una pesante batosta casalinga in diretta nazionale ed è reduce da un maltrattamento di una squadra in doppia cifra con le vittorie e sembra lanciatissima nella rincorsa verso una non impossibile wild card, cosa può succedere? Che la squadra lanciatissima macina la squadra in affanno e tutti vissero felici e contenti. Giusto?
E invece no. Succede che i Dallas Cowboys disputano forse la miglior partita della stagione demolendo letteralmente i Los Angeles Rams (che incassano la seconda asfaltata siderale nel giro di tre settimane), restando aggrappati con le unghie e con i denti a quel primato divisionale che vale la post season, in attesa dello scontro diretto di domenica prossima contro i Philadelphia Eagles.
E sì che tutto lasciava presagire l’ennesima débâcle, per i padroni di casa, che già al coin toss apparivano talmente confusi da scegliere di calciare anziché differire la scelta nel secondo tempo, dando così apparentemente ai Rams la possibilità di ricevere sia ad inizio partita che ad inizio secondo tempo.
La crew arbitrale aggiusterà il pasticcio nell’intervallo, ma la confusione iniziale resta.
Confusione che si tramutava in campo in un inizio di partita balbettante, in cui la difesa dei padroni di casa riusciva a contenere i Rams senza troppa fatica, ma l’attacco, pur con un Elliott che sembrava fin da subito in serata buona, commetteva errori stupidi che non consentivano di chiudere il primo drive offensivo.
La svolta arrivava nella seconda serie in attacco quando, su un terzo e nove dalle proprie 34, Darren Williams (che sostituiva Troy Hill, infortunatosi nei primi giochi dell’incontro) intercettava Dak Prescott in quello che sembrava essere il gioco che avrebbe dato il via all’attacco dei Rams. Una penalità per parte, però, annullavano l’intercetto e ridavano la possibilità ai Cowboys di giocarsi nuovamente il terzo tentativo, che stavolta veniva convertito su Amari Cooper, e qualche azione dopo era Jason Witten a ricevere ad una mano in end zone per il 7-0 iniziale in favore di Dallas.
La reazione dei Rams non si faceva attendere, ed un attento Goff riusciva a superare l’handicap di una linea incapace di aprire varchi per Gurley e non troppo affidabile sui passaggi, anticipando la release del pallone per battere la pressione e trovando lo stesso Gurley per il touchdown del pareggio ad inizio secondo quarto.
Non appena trovato il pari, però, succedeva il patatrac: Williams e Rapp si scontravano durante un incrocio in copertura, lasciando così completamente da solo Tavon Austin, che segnava il più classico dei touchdown dell’ex ricevendo in perfetta solitudine per 59 yard.
I Rams accusavano il colpo e subivano il 21-7 a meno di due minuti dalla fine ad opera di Elliott. Non era finita qui, però, perché nella foga della rimonta prima dell’intervallo, Goff lanciava un intercetto che Lee riportava fino alle 9 avversarie. La difesa dei Rams faceva muro, ma dopo aver forzato un quarto down, una penalità regalava il primo automatico a Dallas dalle tre yard, da dove era ancora l’incontenibile Elliott regalava ai Cowboys il 28-7 con cui si andava all’intervallo lungo.
Nel secondo tempo la musica non cambiava affatto. Prima Forbath metteva tre punti con un calcio dalle 50 yard, poi i Rams chiudevano un quarto down su una finta di punt, ma si trattava dio un fuoco di paglia. Al nulla di fatto seguiva l’ennesimo attacco dei Cowboys che portava altri tre punti in cascina ad inizio quarto quarto.
Dopo un altro field goal di Forbath, sul 37-7 i padroni di casa mollavano un po’ il piede dall’acceleratore ed i Rams riuscivano finalmente a respirare, andando in touchdown con una corsa di Todd Gurley, trasformata da due dallo stesso running back.
L’onside kick dei Rams veniva quasi recuperato da Kupp, ma la palla restava ai Cowboys, che andavano nuovamente a segno con Pollard ed una corsa da 44 yard che prendeva in contropiede l’intera difesa di Los Angeles.
Sul finire della partita c’era ancora gloria per Cooper Kupp che, finalmente fuori dall’asfissiante parcatura a cui era stato sottoposto per tutta la partita, trovava una ricezione in touchdown per il 44-21 finale che rendeva meno pesante la sconfitta dei Rams, almeno per quanto riguarda il punteggio.
Per quanto visto in campo, però, se non si è trattata di una partita a senso unico come quella contro i Ravens di tre settimane fa, poco ci è mancato.
I Cowboys hanno tentennato solo un po’ all’inizio, ma una volta partiti, non si sono più voltati ndietro, dominando in linea (sia d’attacco che di difesa), annullando il gioco di corsa dei Rams, mettendo pressione sui Goff che non trovava ricevitori liberi a cui scaricare la palla per l’eccellente copertura della secondaria passando poi a macinare yard sul terreno con Elliott 24 per 117 yd e 2 TD) e Pollard (12 per 131yd 1 TD) permettendo a Dak Prescott di fare una partita di normale amministrazione portando a casa un bel 15/23 per 212 yd e 2 TD.
I Cowboys hanno preparato alla perfezione la partita, memori del playoff dello scorsoanno in cui Gurley e CJ Anderson corsero in faccia alla difesa senza grossi problemi. Domenica sera, complice anche una linea d’attacco totalmente sovrastata dagli avversari, Gurley ha raccolto venti misere yard in undici tentativi ed è stato placcato dietro la linea numerose volte. Come è ormai risaputo, senza un gioco di corsa efficace, l’attacco dei Rams diventa prevedibile, ed anche se ci dovremo rassegnare a vedere Goff nuovamente nelle classifiche dei peggiori quarterback di giornata senza reali responsabilità, è stato un lungo pomeriggio anche per i ricevitori. Cooks e Woods, cercati più volte da Goff, hanno alternato drop a deflect, ricevendo pochi palloni utili e, come detto in precedenza, Cooper Kupp è stato tenuto a bada perfettamente per i primi tre quarti dell’incontro. La difesa di Dallas ha quindi eliminato qualsiasi arma l’attacco dei Rams potesse usare. Niente corse centrali, niente screen, niente jet sweep e, soprattutto, niente passaggi in mezzo al campo, dove i ricevitori di Los Angeles hanno sempre trovato un traffico simile a quello di ritorno da Santa Monica alla domenica sera.
I Cowboys sperano ancora, con questa vittoria che li tiene a galla nella NFC East, ed aspettano lo scontro diretto con gli Eagles di domenica prossima, che determinerà il campione divisionale e, di riflesso, chi proseguirà il cammino verso Miami 2020.
Per i Rams, nvece, il discorso si complica parecchio. La loro sconfitta ha automaticamente qualificato San Francisco e Green Bay alla post season, e l’unica speranza per i Rams è, a fronte di una doppia vittoria con San Francisco e Arizona, tutt’altro che scontata, una doppia sconfitta da parte dei Vikings, che incontrano i Packers domenica prossima ed i Bears all’ultima di regular season. Oggettivamente, servirebbe un miracolo.