È stata una partita eroica ed un’impresa straordinaria quella di cui i Los Angeles Rams si sono resi protagonisti sabato pomeriggio a Seattle. Privi del quarterback titolare, rientrato in emergenza, dopo aver perso per infortunio quello di riserva dopo poche azioni, ed assolutamente non pronto a sostenere una partita intera, i Rams hanno letteralmente annichilito i Seahawks sbancando il Lumen Field e portandosi a casa un wild card round che pochi, prima della partita, e praticamente nessuno dopo l’infortunio di Wolford, gli avrebbe assegnato. Ed invece, grazie ad una difesa solidissima e ad un ottimo gameplan offensivo, senza dimenticare l’apporto degli special team, i Rams hanno segnato trenta punti ad una delle difese migliori della lega, sicuramente in crescita in questo finale di stagione, ed hanno limitato i danni a 20 punti per garantire a McVay la sua terza vittoria in carriera ai playoff, permettendogli anche di mantenere immacolato il record di 37 vittorie consecutive quando i Rams si trovano in vantaggio alla fine del primo tempo.
Il grosso dubbio prepartita riguardava ovviamente le condizioni di Jared Goff. Per tutta la settimana McVay ha tenuto tutti sul chi va là, annunciando una decisione su chi schierare titolare tra Goff e Wolford solo nell’imminenza della partita, ma in realtà già ad inizio settimana, giudicando le condizioni di Goff non ottimali, aveva optato per far partire Wolford, tenendo Goff in panchina per ogni eventualità.
L’eventualità si è appalesata ad inizio partita, quando Wolford ha corso cadendo testa in avanti, anzichè scivolare con i piedi davanti, occasione nella quale Jamal Adams lo colpiva sul casco con la spalla, provocandogli un infortunio al collo che costringeva McVay a stravolgere i piani iniziali ed a mandare in campo un Goff rabberciato.
Se qualcuno avesse avuto qualche dubbio sulla scelta iniziale di McVay, i primi lanci di Goff davano una spiegazione chiara ed evidente: il quarterback “titolare” non aveva assolutamente tocco sulla palla e, probabilmente, anche grosse difficoltà nel tenere la palla con il pollice, tanto che i primi lanci tentati erano tutti fuori misura e con uno spin tutt’altro che ottimale.
A quel punto, per McVay è diventato obbligatorio affidarsi al gioco di corsa con un ritrovato Cam Akers che mostrava di non risentire effetti dell’infortunio alla caviglia rimediato proprio contro i Seahawks due settimane fa. Il rookie si è caricato la squadra sulle spalle e l’ha trascinata a dovere, correndo per 131 yard, a cui vanno aggiunte due ricezioni per 44 yard, record assoluto di franchigia per un rookie nella post season. Grossi meriti vanno anche all’offensive coordinator Kevin O’Connell che ha preparato un gameplan perfetto sfruttando il punto debole della difesa di Seattle, cioè i Defensive End. Invece di correre off tackle come successo due settimane fa, le corse dei Rams sono state per lo più all’interno, dove la maggior tecnica degli offensive linemen ha permesso ad Akers di trovare ampi varchi in cui intrufolarsi.
Man mano che ha preso confidenza con la partita, Goff ha anche tentato qualche passaggio, fino ad arrivare alla gemma per Robert Woods che ha praticamente messo in ghiaccio la partita nel quarto quarto, prima che i Seahawks segnassero a loro volta un touchdown per ridurre lo scarto e settare il punteggio sul 30-20 finale.
Abbiamo parlato solo dell’attacco, finora, ma la vera chiave di volta della partita è stata ancora la difesa, che ha commesso un solo vero errore in tutta la partita (pagato con un touchdown pass di Wilson per Metcalf da 51 yard) ma che, per il resto, ha tenuto a galla la squadra ed ha permesso di arrivare alla fine senza grossi patemi, dando l’impressione di avere sempre in pieno controllo gli avversari e di non concedergli virtualmente nulla.
Ancora una volta Jalen Ramsey ha vinto la sua personale sfida contro Metcalf (il touchdown è arrivato su uno scramble drill dove Wilson e Metcalf si sono inventati una giocata e sulla quale Ramsey non aveva compiti di copertura sul ricevitore di Seattle), ma a salire agli onori della cronaca sono soprattutto altri due defensive back: John Johnson III e Darious Williams. Il primo, forse il giocatore più snobbato dalle selezioni del Pro Bowl per la stagione fenomenale che sta facendo, ha piazzato un paio di placcaggi decisivi su terzi down che ne hanno impedito la chiusura, oltre ad andare a qualche millimetro da un intercetto che avrebbe forse permesso di chiudere la partita ancor prima del touchdown di Woods. Il secondo, invece, ha effettuato un’azione straordinaria anticipando un jailbreak screen su Metcalf mettendo a segno un intercetto incredibile riportato in end zone proprio nel momento in cui i Rams stavano facendo più fatica, togliendo, con la sua segnatura, molta della pressione che si era accumulata su Goff in quel momento.
Aarn Donald ha fatto la sua solita partita monstre, mettendo bene subito in chiaro le cose con due sack in tre azioni nel secondo drive offensivo dei Seahawks, ricordando a Russell WIlson che lui era (ed è) il giocatore che ha messo a segno più sack contro di lui.
Una menzione d’onore anche agli special team, quest’anno molto sottotono, che hanno provocato un turnover cruciale su un punt return nel quarto periodo, quando Samson Ebukam ha provocato un fumble sul ritorno che Micah Kiser ha recuperato, dando il LA al drive terminato con il passaggio di Goff a Woods.
I Seahawks sono rimasti spiazzati sia dal gameplan offensivo che da quello difensivo dei Rams, da una parte non riuscendo a trovare una risposta alle corse in tackle di Akers, e dall’altra non riuscendo a gestire il fronte difensivo avversario che ha avuto bisogno di blitzare pochissimo, mandando sempre in rush non più di quattri persone e riuscendo sempre a trovare la chiave per scardinare una linea offensiva di Seattle che, nonostante fosse quella titolare, ha mostrato più di una debolezza.
Russell Wilson è stato ancora una volta costretto a lanciare dalla tasca, grazie ad una rush effettuata con criterio che si occupava anche di impedirgli gli scramble con cui normalmente va a nozze, ed avendo nuovamente le prime due opzioni (Metcalf e Lockette) sempre ben imbrigliati dalla secondaria ospite, non ha trovato molte opportunità di scaricare la palla in maniera adeguata.
Ora i Rams attendono prima di tutto notizie dall’infermeria per valutare le condizioni di Goff e Wolford, della caviglia di David Edwards, del ginocchio di Cooper Kupp e delle costole di Aaron Donald che, al momento, sono quelle che preoccupano più di tutto. In seconda battuta, i Rams si godranno la wild card tra New Orleans e Chicago, che determinerà se il prossimo weekend faranno visita ai Packers nella gelida Frozen Tundra oppure ai Buccaneers nella calda ed umida Tampa.