Sean McVay non aveva mai perso contro gli Arizona Cardinals. Otto partite e otto vittorie, ed anche Kyler Murray era sempre stato limitato per bene, impedendogli di diventare un fattore nella partita.
Tutto questo ha avuto fine domenica al SoFi Stadium, dove i Cardinals hanno impartito una lezione di attacco e difesa a Los Angeles, riportandoli alla cruda realtà dopo aver volato alto per tre giornate, forse anche più alto di quanto realmente meritato. Murray è andato a casa di Stafford per chiarire che quel titolo di Player of the Week alla prima giornata non era proprio meritatissimo e, in generale, Arizona ha dettato legge dal primo all’ultimo minuto della partita con una tattica perfetta, a differenza dei Rams che hanno difettato in talmente tante cose che si rischia di dimenticarne qualcuna nell’elencarle.
Che la difesa fosse il punto debole di questa squadra era parso chiaro fin da subito a chiunque avesse avuto voglia di andare a vedere dietro i titoloni su Stafford, il Super Bowl e l’MVP. La carenza nei linebacker interni ed un backfield difensivo non più ai livelli di quello degli scorsi anni erano abbastanza evidenti, ma nelle prime tre giornate questi limiti erano stati mascherati da un mix tra un attacco che aveva sopperito a qualsiasi cosa ed un pizzico di fortuna al momento giusto (ricordiamo che solo la scorsa settimana questa difesa aveva preso 400 yard di passaggio da Tom Brady, riuscendo a tenere la end zone inviolata quel tanto che era bastato a vincere), ma i campanelli d’allarme avevano suonato già da un pezzo.
Contro i Cardinals la difesa è implosa e tutti i suoi limiti sono risultati più che evidenti.
È subito apparsa bizzarra la scelta di portare poca pressione su Murray lasciando Reeder e Young a presidiare la linea di scrimmage per evitare le scorribande di Murray. Il solo risultato è stato quello di non riuscire a star dietro al quarterback di Arizona e, al contempo, di lasciare aperte delle voragini in cui si sono ripetutamente infilati Edmonds , che ha guadagnato 120 yard, e Conner, che ha segnato due touchdown.
Murray ha trovato in David Long jr il punto di rottura del backfield di Los Angeles e lo ha ripetutamente colpito portando dei guadagni cospicui ed anche il primo touchdown della partita su A.J.Green, che ha mostrato immediatamente che quello era proprio il mismatch da sfruttare, perchè tanto Hopkins, che pur ha ricevuto i suoi 4 palloni per 67 yard, sarebbe stato guardato a vista da Ramsey, nelle occasioni più importanti.
Murray, con finalmente a disposizione una offensive line degna di questo nome, ha approfittato alla grande dello spazio che la difesa dei Rams gli ha lasciato. Nelle rare occasioni in cui Raheem Morris ha pensato bene di portargli pressione sono arrivati tre sack, particolare che avrebbe dovuto indurre il defensive coordinator ad insistere di più con quella tattica, ma i Rams sono restati sul piano iniziale, senza nemmeno portare aggiustamenti evidenti tra primo e secondo tempo, ed il copione è inesorabilmente rimasto il medesimo.
I Cardinals, invece, non hanno commesso lo stesso errore, e ricordandosi di uno Stafford non sempre a suo agio sotto pressione, gliene hanno portata parecchia, forzandolo a cercare il passaggio che è poi spesso risultato fuori misura. A metterci il carico ci ha pensato anche la giornata storta di Cooper Kupp, che ha droppato almeno tre palloni importanti. Chiuso il profondo con un intercetto magistrale di Murphy, al terzo intercetto in due partite, su DeSean Jackson, i Cardinals hanno obbligato Staffrod ad accontentarsi del medio corto, tanto che McVay è tornato all’antico abusando anche degli screen laterali che, però, non hanno avuto un grandissimo successo. Molte delle yard del quarterback dei Rams sono arrivate a partita ormai ampiamente compromessa, e per tre quarti il numero nove della squadra di casa è stato completamente in balia della difesa ospite.
Questi Cardinals sono sembrati davvero una squadra finalmente completa per essere competitiva, ed il record di 4-0 dimostra che quest’anno a meno di imprevisti che nella NFL sono sempre dietro l’angolo, potranno togliersi quelle soddisfazioni che, negli anni passati, hanno sempre solo sfiorato.
Per quanto riguarda i Rams, si tratta di capire se sia stato solamente un incidente di percorso oppure ci si debba iniziare a preoccupare. Sicuramente la situazione difensiva non lascia presagire nulla di buono. Servirebbe il tocco magico di Brandon Staley, che lo scorso anno trasformò un reparto che aveva già alcune delle lacune di quest’anno in uno dei migliori della lega, ma Raheem Morris, almeno per il momento, non sembra averne la capacità. Vedremo come sistemerà la difesa in occasione della partita di giovedì notte contro i Seahawks, che storicamente hanno sempre patito i Rams, sul fronte difensivo. Sarà soprattutto interessante vedere se Morris ricorrerà allo stesso stratagemma per limitare gli scramble di Wilson, un altro che, se nnon fli porti pressione, ti vivisezione come una cavia da laboratorio.
La speranza è che si inizi a parlare meno di Super Bowl, meno di Stafford, meno dell’attacco esplosivo ed un po’ di più dei problemi reali che questa squadra ha mostrato ieri sera in tutta la sua crudezza.