La partita andata in scena domenica sera al NRG Stadium di Houston si può riassumere in un paio di concetrti fondamentali: finchè hanno giocato tutti i titolari, i Rams hanno demolito i Texans segnando 38 punti, e solo quando McVay ha iniziato a far ruotare il personale sia in attacco che in difesa, i Texans sono riusciti a mettere qualche punto sul tabellone, terminando la partita sul 38-22.
McVay ha anche scherzato, in conferenza stampa post partita, dicendo di aver messo dentro i titolari per onorare i 16.5 punti di spread che gli scommettitori avevano indicato come margine per la vittoria dei Rams ma, restando seri, la sproporzione tra le due squadre a pieno organico è stata la maggiore vista fino a questo momento, più ancora di quella tra Rams e Lions vista la settimana precedente, considerando che Detroit è ancora a secco di vittorie e Houston no.
Per Los Angeles ha funzionato tutto come un orologio svizzero. Il gioco di corsa ha avuto dei momenti esaltanti con Darrell Henderson, che sta prendendo confidenza domenica dopo domenica, e la cui unica incognita è rappresentata dalla capacità o meno di restare integro fino al termine della stagione. Per quanto riguarda il gioco di passaggio, beh… signori: il Cooper Kupp fenomenale di questa stagione 2021 potrebbe portare alla terra promessa qualsiasi squadra. Anche questa settimana il numero dieci ha portato a casa un bottino ragguardevole con sette ricezioni per 115 yard ed un touchdown superando così le mille yard ricevute in stagione (e siamo solo all’ottava giornata). Van Jefferson si è definitivamente affermato come la deep threat che McVay cercava fin dalla scorsa stagione, quando l’allora rookie era forse ancora troppo acerbo, mentre Robert Woods ha visto il suo ruolo un po’ ridimensionato dalle magie di Kupp, ma continua ad essere una parte fondamentale dell’attacco dei Rams.
L’assenza di Withworth non ha pesato più di tanto, con Joe Noteboom degno sostituto del veterano, e la linea ha potuto offrire a Matt Stafford una sicurezza ed un’impermeabilità che hanno consentito al quarterback di Los Angeles di dirigere l’offense senza grossi patemi.
Ottima partita anche per la difesa, che a fine primo tempo aveva concesso la miseria di 11 yard su corsa e 81 su passaggio ai poveri Texans.
I Texans, dal canto loro, sembrano non essere mai entrati in campo. Fin dall’inizio sono stati in balia delle onde tempestose del mare avverso senza dare la benchè minima impressione di sapere dove andare, cosa fare, cosa pensare. Mills non sapeva a che santo votarsi, e nonostante sia riuscito a completare qualche passaggio, riusciva a convertire solo un terzo down. Un po’ poco per cercare di restare a galla in una partita NFL.
Come detto all’inizio, però, una volta usciti i titolari dei Rams, i Texans prendevano via via più confidenza, mettendo a segno tre touchdown che rendevano meno pesante la sconfitta. I Rams subivano un onside kick per la seconda settimana consecutiva, una cosa di cui McVay chiederà certamente conto al coach degli special team, ma non perdevano mai veramente il controllo dell0incontro, e nonostante i 22 punti messi a segno dai Texans, non davano mai l’impressione di dare spazio ad una rimonta praticamente impossibile.
Questa partita ci ha insegnato che i Rams hanno dei titolari fortissimi e delle riserve non all’altezza, ma questo già lo si sapeva ed è una caratteristica della squadra di Los Angeles ormai da qualche stagione. Quello che preoccupa un po’ di più è la significativa involuzione di John Wolford che da salvatore della patria come sostituto di Goff lo scorso anno è tornato ad essere un backup, e nemmeno di prima fascia, visto come si è disimpegnato in maniera non proprio convincente contro i Texans.
La cosa che questa partita ci ha insegnato di più, tuttavia, è come la NFL sia sempre molto sul filo del rasoio, e come possano bastare due/tre innesti o assenze per modificare notevolmente l’assetto delle squadre. In questo caso la rotazione era voluta, ma il quarto quarto di Rams – Texans dovrebbe essere portato ad esempio di come basti davvero poco a sovvertire le forze in campo.