Al quarto tentativo arriva la prima vittoria in carriera nei playoff per Matt Stafford, ed i Rams si sbarazzano degli Arizona Cardinals senza grossi patemi o rischi, avanzando al Divisional Playoff, dove andranno a rendere visita a Tom Brady ed ai suoi Tampa Bay Buccaneers.
Il Monday Night del Super Wild Card Weekend non ha avuto storia fin dall’inizio. La difesa di casa ha messo la museruola agli ospiti impedendogli qualsiasi giocata, mentre l0attacco, guidato dall’accoppiata Akers – Michel, ha macinato yard su terra consentendo a Stafford di fare il minimo indispensabile con il gioco aereo per mettere sul tabellone 21 punti prima dell’intervallo, con un paio di possibilità sprecate a causa di un paio di drop di troppo senza i quali, probabilmente, il passivo sarebbe stato ancora maggiore per i Cardinals.
Nel secondo tempo la truppa di McVay ha gestito la partita senza correre alcun rischio, finendo con un 34-11 che non lascia spazio a repliche o recriminazioni.
È stata una prestazione perfetta da parte della difesa dei Rams, a dare il tono all’incontro. Dopo aver passato tutta la regular season a non capire gli allineamenti, le scelte e gli schemi di Raheem Morris, in occasione di questa wild card abbiamo finalmente visto la difesa che avremmo voluto fin dall’inizio. Aggressiva sulla pass rush nel mezzo, con un contain perfetto ai lati per chiudere le scorribande di Murray e, finalmente, aggressiva anche nelle coperture. Abbandonata la soft zone che tanti mal di testa ci ha provocato, abbiamo finalmente assistito ad una copertura decisamente più asfissiante dei ricevitori avversari, senza lasciargli lo spazio per la ricezione per poi andare al placcaggio, ma cercando proprio di impedire la presa come prima opzione.
Kingsbury è sembrato un po’ spiazzato da quello che si è trovato davanti, e non è riuscito a trovare una chiave per scardinare lo schema difensivo dei Rams.
Ci ha provato con le corse interne, senza successo. Ci ha provato con gli screen, con poco successo. Ci ha provato anche cn i trick plays, peccando di esecuzione e subendo pure, poi, la lezione di come si esegue un doppio passaggio.
Per l’attacco di Arizona è stata davvero una Caporetto, con Murray che spesso non sapeva cosa fare della palla, nè dove correre, con i ricevitori tutti marcati ed il backfield offensivo infestato di difensori in maglia blu con la bava alla bocca.
Dall’altra parte della barricata, McVay aveva preparato un game plan sorprendentemente incentrato sul gioco di corsa. Con Akers e Michel a guadagnare 4-5 yard a portata, sarebbe stato un suicidio non insistere su loro due. L’head coach di Los Angeles ha, per una volta, messo da parte il suo ego, ed ha preso quello che la difesa gli concedeva con fin troppa facilità, grazie anche ad una linea d’attacco che, seppure con qualche sbavatura, ha giocato una partita mostruosa sulle corse.
Annichiliti nel primo tempo da 21 punti arrivati anche dalla difesa, grazie al ritorno di intercetto più corto della storia dei playoff NFL, quando David Long Jr. si è avventato su un pallone sparacchiato a caso da Murray per evitare una safety e lo ha raccolto sulle tre yard per poi finire in end zone, ci si aspettava che i Cardinals avessero una qualche reazione nel secondo tempo.
Invece il game plan in attacco non è cambiato di molto, ed ha avuto un po’ più di fortuna solo grazie al rilassamento generale dela difesa dopo il quarto touchdown segnato sul drive di apertura del terzo quarto, dove si è rivisto Cooper Kupp, che ha passato tutto il primo tempo ad aprire varchi per Beckham e Higbee, in un lavoro di sacrificio notevole, ripagato da un secondo tempo da protagonista con alcune ricezioni delle sue.
Violata la end zone con Conner in risposta al 28-0, i Cardinals si spegnevano definitivamente, ed il segnale di bandiera bianca era rappresentato dal field goal che Kingsbury chiamava nel quarto quarto, quando ormai i giochi erano fatti ma, per onor di firma si dovrebbe cercare il touchdown a tutti i costi, se non altro per mantenere quell’uno per mille di speranza di riprendere la partita in mano.
L’attacco dei Rams ha disputato una partita atipica, dicevamo. A leggere le statistiche di Stafford alla fine del primo tempo (6/9 per 93 yard 1 TD) c’era da strabuzzare gli occhi ma, a contrasto, c’erano le 22 corse co una media di guadagno di 4.3 che stavano lì a giustificare e scelte di McVay.
In questo primo tempo molto quieto dal punto di vista aereo, spiccava la figura di Odell Beckham Jr. che, a dispetto di tutto quanto viene detto ancor oggi, sta vivendo a Los Angeles una fase nuova ed inaspettata della carriera. Meno primadonna, più playmaker. Ed anche stanotte ha dato il suo contributo, prima con un touchdown dei suoi, nell’angolo dell’end zone, poi con n paio di ricezioni spettacolari e fondamentali, infine con il lancio per Akers per 40 yard che è stata, oltre che un bel guadagno, anche una mazzata morale per Arizona.
L’assenza di DeAndre Hopkins si è sicuramente fatta sentire per Arizona più del rientro di JJ Watt, ben contenuto da Havenstein, ma vista la ferocia dimostrata dalla difesa dei Rams, ci sono forti probabilità che, anche con Hopkins, le cose non sarebbero andate tanto diversamente, per i Cardinals.
Arizona scende dall’autobus dei playoff alla prima fermata, dunque, mentre i Rams proseguono il viaggio verso Tampa Bay per incontrare una squadra già battuta in stagione regolare. Attenzione, però, a non dare nulla per scontato. Il vecchietto con il numero 12 quando annusa l’aria di playoff sembra uno squalo che gira intorno alla preda, ed i Rams dovranno cercare di non sanguinare per evitare di fare una brutta fine.