Parlare degli Special Teams dei Rams non è affatto facile. Per anni siamo stati abituati ad avere un ottimo punter, un ottimo kicker ed un ottimo long snapper, e questo era tutto quanto si poteva dire sugli special team di St.Louis. I ritornatori che hanno preso il posto di Hakim e Horne non si sono mai rivelati all'altezza degli ultimi due degni di nota che la storia dei Rams ricordi, ed anche il supporting cast non ha certo aiutato chi aveva magari delle qualità ad emergere.
Ritorni mediocri, coperture sotto la media, sono il risultato di anni passati a snobbare gli special team, prima da Martz, poi da Linehan. Spagnuolo, invece, ha dedicato un'attenzione particolare a questa componente della squadra, ed i risultati hanno iniziato a farsi vedere fin dallo scorso anno, quando i Rams finirono diciottesimi nella classifica del Dallas Morning News, un ranking unanimemente riconosciuto come quello di riferimento per le squadre speciali, ottenuto mettendo a confronto ed analizzando 22 diverse categorie statistiche riguardanti gli special teams.
Nel 2010, però, si è registrata una nuova inversione di tendenza. Pur mantenendosi infatti nel solco della tradizione, avendo in Donnie Jones un ottimo punter, in Josh Brown un ottimo kicker ed in Chris Massey forse il miglior long snapper in circolazione, i Rams sono di nuovo precipitati in fondo alla classifica per quanto riguarda i ritorni di kickoff e la copertura sui kickoff, anche se hanno mantenuto le posizioni intermedie per quanto riguarda punt coverage e punt return.
Inutile ricordare come, con un attacco come quello visto quest'anno, in cui la maggior parte dei giochi non va oltre le 5 yards, avere una buona posizione di partenza avrebbe aiutato parecchio nella conduzione di molti drives, spesso stallati a poche yards di distanza dal raggio da field goal, ad esempio. Ed avere una media di ritorno sui kickoff intorno alle 20 yards non è il massimo.
Senza contare, poi, che se per quanto riguarda la difesa non ci possiamo lamentare, avendo portato a casa almeno un field goal ed un punt bloccati, i ritornatori non hanno saputo trovare quello spunto in più per regalare sei punti alla squadra. Del resto siamo fermi al 2007 sia per quanto riguarda i kickoff return, quando Dante Hall ne ritorno' uno in touchdown, sia per quanto riguarda i punt return, quando a segnare fu Chris Johnson.
Spagnuolo aveva pensato a Mardy Gilyard per il posto di ritornatore, e l'aveva draftato quasi esclusivamente per quello, ma vuoi per l'infortunio subito, vuoi per uno scarso adattamento alla velocità della NFL, Gilyard non è riuscito a scalzare dal posto di return man quel Danny Amendola che quest'anno tra ricezioni e ritorni ha cantato e portato la croce come nessun altro in squadra.
Il suo maggior coinvolgimento in attacco ha finito però per degradare inevitabilmente le sue prestazioni da ritornatore, e solo un opttimo finale di stagione lo ha portato ad incrementare la sua media da uno scarso 19.7 yds/ritorno ad un più dignitoso 23.5 yds/ritorno, con un exploit di 84 yards contro San Francisco alla penultima giornata che avrebbe meritato miglior sorte.
Gli special team sono spesso il solo modo di farsi notare per quei giocatori che sono relegati al ruolo di riserva, e che vedono il campo molto raramente, se non proprio solo durante i punt o i kickoff o i calci in generale.
Uno di questi giocatori è Brit Miller, un fullback da Illinois che, prima di infortunarsi, era il leader incontrastato dei placcaggi negli special team, primato ceduto per forza di cose a Wilt Chamberlain.
Ottimi contributori negli special team sono risultati essere anche David Vobora, che è diventato linebacker titolare nel finale di stagione, Larry Grant, Jerome Murphy e Craig Dahl, che hanno avuto un ruolo di primo piano anche in difesa, e Kenneth Darby, spesso in campo come blocking back al posto di Steven Jackson.
Dopo questa stagione di alti e bassi, ci aspettiamo che quella degli special team sia un'area a cui dedicare particolare attenzione da parte del coaching staff per riportare dignità ad una parte del gioco purtroppo troppo spesso sottovalutata non solo dai tifosi ma, cosa ben più grave, dal coaching staff stesso.