Tanto tuonò che, alla fine, piovve. E non un semplice temporale, ma addirittura un uragano che ha momentaneamente deviato dalla Florida per riversarsi sul Los Angeles Memorial Coliseum sotto forma di Bucanieri e travolgere i Los Angeles Rams, che ora non sono più imbattuti.
In realtà nemmeno nelle altre tre partite i Rams avevano convinto del tutto, lasciando intravvedere qualche problema di troppo in attacco, ben mascherato da una difesa stratosferica. Mancata la difesa, i problemi dei Rams si sono evidenziati in tutta la loro interezza, e nonostante l’attacco alla fine riesca a segnare ben 40 punti, la difesa ne concede 55 ed i Buccaneers si porta a casa una vittoria che, nel corso dell’incontro, ha cercato di perdere per strada in tutti i modi, non riuscendovi.
Che per i Rams sarebbe stata una lunga giornata lo si capiva fin da subito. Il kickoff iniziale di Zuerlein usciva di un soffio prima del piloncino della goal line, facendo partire Tampa Bay dalle 40 anziché dalle 25. Jameis Winston doveva ancora digerire la sconfitta della scorsa settimana contro i Giants, arrivata dopo essere stati in vantaggio di 18 punti, e partiva immediatamente in quarta mandando in touchdown Barber al termine di un drive pressoché perfetto.
Il drive di risposta dei Rams era un classico di questo inizio stagione: palla in aria, Goff impreciso, playcalling sospetto e punt in arrivo. La difesa metteva una pezza riconsegnando la palla a Goff, ma all’inizio del secondo quarto il quarterback dei Rams commetteva il primo dei quattro turnover che avrebbero funestato al sua partita. Sotto grande pressione, Goff viene colpito mentre lancia, ed il risultato è una palombella che cade nelle mani di Withehead, che la ritorna fino alle 50, Altro campo corto per Winston, e seconda segnatura che arriva con un passaggio di tre yard per Godwin.
I Rams erano apparentemente tranquilli, ma la reazione tardava ad arrivare. Queklo che non tardava era il secondo intercetto di Goff. Questa volta senza scusanti: probabilmente si capiva male con Everett, ma finiva per lanciare il pallone perfettamente nelle mani di David, che lo riportava fino alle 9 yard, da dove Godwin segnava ancora su passaggio di Winston.
A metà del secondo quarto i punti di vantaggio per Tampa Bay erano 21, ed i Rams sembravano essere rimasti negli spogliatoi, sia in attacco che in difesa.
Era il momento di scendere finalmente in campo, quindi, e con una delle rare corse della giornata Gurley metteva finalmente dei punti sul tabellone anche per i padroni di casa.
Pochi minuti dopo Goff trovava Everett per il 21-14, e la partita si riapriva improvvisamente, ma prima dell’intervallo i Buccaneers facevano ancora in tempo a segnare ancora con Jones ed i Rams rispondevano con un field goal da 58 yard di Zuerlein.
Tutto sommato il 28-17 lasciava ben sperare, anche perché in questo inizio di stagione Tampa Bay non aveva certo impressionato per gli aggiustamenti di metà tempo, cosa in cui, invece, i Rams avevano sempre fatto bene.
All’inizio del terzo quarto i Rams fallivano parzialmente il riavvicinamento, dovendosi accontentare di un field goal di Zuerlein a cui rispondeva un calcio da 58 yard di Gay. Subito dopo arrivava il terzo intercetto di Goff, stavolta da parte di Barrett, ed i Buccaneers ne approfittavano per iniziare il quarto periodo con un altro allungo nel punteggio con l’ennesimo touchdown pass di Winston, stavolta per Brate.
Il tempo cominciava a scarseggiare, ed i Rams si rendevano finalmente conto che contionuando così avrebbero perso la partita.
Arrivava il secondo touchdown di Gurley, che ridava morale alla squadra di casa. Forse troppo. Alla ripresa del gioco Wade Phillips azzardava un doppio blitz lasciando una cover 0. La linea teneva perfettamente e Winston leggeva la situazione come meglio non avrebbe potuto, mandando in touchdown un isolatissimo Evans per 67 yard.
Tutto da rifare per i Rams, che erano nuovamente a tre segnature di svantaggio. Serviva un miracolo, e la provvidenza, sotto le mentite spoglie di Jameis Winston, provava a dargli una mano.
Goff trovava Kupp, che segnava con una bella azione da 29 yard, e sul drive successivo Winston pensava bene di sparacchiare un pallone nelle mani di Marcus Peters, che ringraziava e riportava in touchdown, riducendo lo svantaggio a soli cinque punti, dopo la rasformazione da due fallita.
I Buccaneers cercavano di chiudere la partita ma riuscivano solo a mettere altri tre punti con Gay, ed a poco più di due minuti dalla fine, si trovavano in vantaggio 48.40, con palla in mano ai Rams.
L’assalto finale di Goff sembrava finalmente procedere per il meglio, dopo tanti tentennamenti, ma il numero sedici in maglia bianca andava in dropback per la sessantottesima volta in giornata senza curarsi troppo della protezione del pallone. Arrivava la manina perfida di Barrett che provocava il fumble cre Ndamukong Suh riportava in touchdown chiudendo la partita e mettendo un punto esclamativo sulla sua partita, peraltro scialba.
Tampa Bay si porta a casa, quindi, una meritata vittoria dopo aver condotto tutta la partita, forse con qualche esitazione di troppo che però non ha influito più di tanto. Forse qualche magone di troppo nel finale, ma con un Winston così ispirato (28/41 per 385 yard, 4 TD e 1 int) ed una difesa che non ha lasciato respirare un attimo l’attacco avversario, sarebbe stato un vero delitto perdere anche questa partita. La trasferta a New Orleans di domenica prossima può essere affrontata a cuore più leggero.
Per i Rams, al di là della prima sconfitta stagionale, più ombre che luci.
Tutto sommato l’attacco ha segnato quaranta punti, e tutto sommato i Rams sono riusciti a restare aggrappati alla partita pur giocando male, ma dopo quattro partite in cui c’è un fil rouge che le accomuna, è giunto il momento di fare qualche riflessione.
Ancora una volta McVay si è fatto prendere dalla fregola di mettere la palla per aria. 68 passaggi in totale contro solo 11 corse rendono l’attacco dei Rams ampiamente prevedibile, senza contare che espongono Goff alla scontata pressione avversaria. Se contiamo, poi, che la linea d’attacco fatica molto, si capisce bene che forse sarebbe meglio cambiare registro e portare il playcalling verso un equilibrio maggiore tra corse e passaggi.
Goff (45/68 per 517 yard, 2 TD e 3 int) ha tutto sommato messo assieme numeri importanti, non fosse per i tre intercetti (ed il fumble perso) e, soprattutto, per la scarsa presenza in tasca ed in campo da parte di Goff, che spesso sembra non avere la percezione di quanto accade intorno a lui, il che risulta in braccia toccate, lanci sporcati, fumble forzati.
Se poi mettiamo anche la giornata no di una difesa che, fino a questo momento, aveva tenuto in piedi la baracca, si capisce come McVay non abbia molto tempo da perdere per rimettersi in carreggiata. Questa settimana, poi, tempo ce n’è davvero poco, dal momento che già giovedì notte ci sono i Seattle Seahawks da regolare in una sfida importantissima in chiave divisionale.