Si può essere scontenti e lamentarsi dopo una vittoria per 38-11 che non ha avuto uno scarto maggiore solo per la decisione di far riposare qualche titolare nel quarto periodo? Secondo la filosofia di Sean McVay si, evidentemente, dal momento che nella conferenza stampa del dopo partita l’head coach dei Los Angeles Rams si è soffermato in maniera piuttosto specifica sui motivi della sua scontentezza: l’attacco che non ingrana mai fino a metà partita o quasi.
In effetti la partita di ieri al MetLife Stadium di New York sembrava scorrere su un binario favorevole ai Giants, all’inizio. La squadra di casa percorreva tutto il campo senza soverchi problemi, salvo incepparsi, poi, in red zone come capita spesso in questa stagione, dovendosi accontentare di un field goal, che però valeva il vantaggio per tutto il primo quarto e parte del secondo.
L’attacco dei Rams, infatti, stentava ad ingranare, una costante di queste ultime tee/quattro partite, ed i punti sul tabellone faticavano ad arrivare.
Non appena Stafford ha aggiustato il tiro, però, il motore (che evidentemente è un diesel ed ha bisogno di scaldarsi per bene prima di funzionare al meglio) ha iniziato a girare a pieno ritmo ed i Rams hanno dato un’accelerata decisiva segnando quattro touchdown in 10 minuti con Woods, Kupp ed un doppio Henderson (di corsa e su passaggio), incanalando la partita in un monologo del quarterback con il numero 9 in maglia royal.
I Rams erano troppa roba per dei Giants rabberciati, con una lista di infortunati da far paura ed un quarterback che non è sembrato proprio lucidissimo. La nostra personalissima opinione è che Daniel Jones abbia voluto giocare a tutti i costi nonostante la mezza concussion subita la scorsa settimana. I controlli medici lo hanno supportato nella decisione ma, primo drive a parte, è sembrato a volte un po’ fuori quadro, per alcune decisioni prese e per qualche lancio un po’ troppo sbarellato. Ha anche chiuso dei quarti down o dei terzi e lunghi in maniera pregevole, ma considerando la prestazione generale è difficile mandar via dalla mente il sospetto che non fosse proprio al 100%.
Chi ha invece migliorato decisamente la propria prestazione è stata la difesa di Los Angeles. Non un grandissimo sforzo, visto l’avversario e le sue condizioni, ma è pur sempre confortante vedere una difesa rispondere in questa maniera ad una prestazione non proprio brillante come quella contro Seattle e, soprattutto, Arizona nelle ultime due partite.
Tralasciando il solito Donald, che ha fatto anche questa settimana il suo solito show, la linea di difesa ha finalmente portato una buona pressione sul quarterback, Young e Reeder sono stati puntuali a chiudere i corridoi ai runningback avversari (dopo un primo drive da paura, ma soprattutto la secondaria ha fatto vedere i fuochi artificiali con Taylor Rapp (2 intercetti più uno mancato per un soffio) e Robert Rochell, che ha riscattato l’opaca prova contro i Seahawks con una prestazione solida condita dal suo primo intercetto in carriera.
Tanto per capire la differenza tra il primo e secondo quarto dell’attacco dei Rams, possono bastare i numeri di Stafford che, nel primo quarto, ha accumulato un 3/6 per 52 yard e due sack, mentre nel secondo quarto la sua produzione è stata 13/16 per 148 yard 3 touchdwn pass ed 1 intercetto nell’ultima azione del secondo quarto. I quattro touchdown in dieci minuti sono stati certamente facilitati da una difesa che ha concesso delle posizioni di partenza piuttosto favorevoli per i Rams, ma è evidente come il reparto offensivo si sia improvvisamente risvegliato. Un’azione che è esemplificativa di quanto l’offense gialloblu sia stata reattiva è quella in cui Staford ha recuperato uno snap non proprio perfetto, perdendo tutto il timing con i propri ricevitori ma riuscendo comunque a colpire Cooper Kupp per un guadagno di 25 yard, non male per un gioco rotto che poteva diventare un disastro, vista anche la posizione di campo.
La difesa dei Giants ha retto finchè ha potuto, ma non è riuscita a contenere un attacco che, sebbene non abbia avuto un apporto efficace sulle corse, è riuscito a sguinzagliare il proprio reparto ricevitori mettendo in crisi la secondaria di New York.
Non sono sicuramente queste le partite che contano per i Rams (ma anche per i Giants), però non possiamo non ricordare che lo scorso anno una partita sulla carta anche più semplice di questa (quella contro i Jets, per intenderci) i Rams l’avevano persa. Per cui il record ora dice 5-1 e tutto va bene, ed anche le prossime due (contro Lions e Texans) dovranno essere affrontate allo stesso modo.
I Giants, invece, stanno vivendo un moment piuttosto complicato, ed agli infortuni già subiti se ne sono aggiunti altri nell’ultima partita, per cui il futuro della franchigia newyorchese non è proprio dei più rosei.