Come ampiamente previsto, Josh Reynolds si è accasato altrove, nello specifico ai Tennessee Titans. Dopo quattro anni ai Rams durante i quali non è riuscito a fare quel salto di qualità a cui era atteso ad ogni nuova stagione, Reynolds cede il passo a Van Jefferson nella depth chart di Los Angeles e passa il testimone al nuovo acquisto DeSean Jackson per il ruolo di “deep threat”, una caratteristica, in realtà, rimasta solamente sulla carta.
Dopo tre anni di apprendistato e a causa della partenza di Brandin Cooks, a Reynolds era stato chiesto di fare un passo avanti e diventare la minaccia profonda di cui l’attacco di McVay aveva un disperato bisogno. Il passo avanti in effetti c’è stato se è vero, come è vero, che dopo le 53 ricezioni in tre anni, Reynolds ne ha accumulate 52 in una sola stagione, ma la produttività non è stata all’altezza delle aspettative.
Personalmente, non siamo mai riusciti a toglierci dagli occhi quei due sanguinosissimi drop al Super Bowl LII, due palloni che, se ricevuti, avrebbero potuto cambiare il corso degli eventi di quella maledetta serata. Non versiamo, quindi, troppe lacrime per la partenza di un giocatore che è sempre stato un passo indietro rispetto alle proprie potenzialità e, soprattutto, rispetto ai bisogni della squadra.
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