I primi problemi dovuti al probabile blocco della stagione 2011 che avverrà venerdì (a meno di eclatanti novità dal fronte dei negoziati tra proprietari ed associazione giocatori) iniziano a farsi sentire.
La NFL ha diramato ieri un comunicato alle franchigie, ribadendo che giocatori ed allenatori non potranno tenere minicamp, workout, riunioni tecniche o qualsiasi altra forma di incontro/allenamento ufficiale. E' vietato dare i nuovi playbook ai giocatori e soprattutto utilizzare le facilities delle squadre per qualsiasi tipo di attività organizzata.
Bradford, a Dallas per ricevere il premio come miglior rookie offensivo del 2010, ha messo subito in chiaro le cose, dichiarando che nessun lockout e nessun diktat da parte della lega gli impedirà di allenarsi con i suoi compagni di squadra, anche se cio' dovesse avvenire nel giardino di casa.
Se da una parte fa estremamente piacere vedere la reazione di questo ragazzo a quelle che possono sembrare delle ridicole imposizioni, una analisi più attenta deve forzatamente far riflettere sulle conseguenze che determinati gesti potrebbero avere.
Va ricordato, infatti, che in caso di infortunio in attività non organizzate dalla squadra, come potrebbero appunto essere i quattro lanci tra amici che Bradford, Avery, Clayton e compagnia potrebbero fare nel giardino di casa, la franchigia ha il diritto di inserire il giocatore nella "non-football injury list", che gli permette di non pagare nemmeno un centesimo del pattuito in sede di contratto. Questo perchè con lo scadere del contratto collettivo , verrebbero a mancare anche gli abituali paracadute previsti queste evenienze.
Data l'estrema facilità con cui i ricevitori dei Rams si sono infortunati in queste ultime due stagioni, sarebbe forse preferibile che se ne stessero tranquilli e pacifici fino alla risoluzione definitiva della querelle contrattuale.