Il volo indecifrabile di una rondine

Una rondine non fa primavera ma è pur sempre bello vederne una. Una vittoria chiara, decisa, fortemente voluta. Siamo tutti ebbri di gioia, ma molti dubbi rimangono. 
Qual è la nostra squadra quella che permette ai Cowboys di sfracellare a terra il nostro buon Sammy per sei volte in una sola partita, o quella che non permette alla temibile coppia J.J. Watt – Brian Cushing di sfiorarlo? Watt è il miglior cacciatore di Qb di tutta la Nfl, o almeno uno dei migliori in assoluto, e ieri non ha potuto nulla contro la linea degli arietini.
Finalmente abbiamo un gioco di corsa e la linea, oltre a difendere Bradford, ha cominciato anche ad aprire varchi; finalmente abbiamo un RB che sfonda, che spinge sulle gambe mentre cercano di fermarlo, che legge bene i blocchi. Abbiamo visto finalmente anche i TE bloccare bene. 
In fase difensiva i nostri hanno fatto una ottima partita, qualche grande giocata certo ma sopratutto interventi giusti, letture buone, qualche problema sulle corse del grande Foster ma ben altra cosa rispetto a quello che abbiamo concesso poche settimane fa a Gore e a Murray. 

Qualche perplessità permane sul play calling e sul gioco in generale: sembra che si siano voluti lasciare fuori Cook e Tavon Austin (a regola le armi più affilate dei Rams 2013), che hanno giocato davvero pochissimi snap. Sommando i loro interventi sono stati chiamati in causa da Bradford per tre volte. 
Questo, oramai mitologico, allungamento del gioco pare non venire, o comparire solo a sprazzi su vecchi ricordi (lanci sul profondo per Givens o su Quick), e poco altro. Non mi pare una svolta nella filosofia di gioco ma semplicemente una serie di applicazioni migliori. 
Cose vecchie fatte meglio. Non è cosa da disprezzare, ma fare peggio di quel che abbiamo fatto ultimamente richiedeva molto impegno. 
Abbiamo battuto i Texans e alla vigilia non osavo sperarci, ma non solo li abbiamo battuti: li abbiamo distrutti. 
Finché è stata partita vera abbiamo concesso solo due field goal. Questo qualcosa vorrà dire. 
Guardando i numeri non andrebbe così male come pensavamo pochi giorni fa, ma parlare adesso dei Rams è davvero difficile. 
Tutto è in divenire e sembriamo un laboratorio a cielo aperto. Abbiamo decine di questioni irrisolte ma, per onestà, ci sono anche molti spunti di riflessione positivi. 
Allargando un po' lo sguardo potremmo dire che avrà qualche significato anche notare che nella nostra division ci sono 15 vittorie per ora, cosa che nessun'altra division nella Nfc offre, ed in tutta la Nfl solo una division ha ottenuto più vittorie, la Afc West che, con Broncos e Chiefs a punteggio pieno, è arrivata a contare 16 vittorie.  
Vorrà dire qualcosa anche il fatto che siamo l'unica division della Nfl che ha tutte  e quattro le squadre a pari o sopra al mitico ".500". 
Mi rifaccio alla questione della division perché in Estate sembrava essere la division più tosta e bella dell'intera Nfl, poi dopo due/tre partite si parlava già di una division con dei 49ers orrendi, dei Seahawks sottotono, dei Cardinals inconsistenti e con dei Rams… beh lo sappiamo cosa pensavamo. 
Ora leggendo i numeri sembra essere tornata il fiore all'occhiello della lega. 
La stessa cosa vale anche per i nostri Rams: in Estate sembravamo da playoff, dopo quattro partite sembravamo già tutti concentrati sul draft 2014. 
I numeri sono altalenanti, e nello spazio di due giornate una realtà può cambiare radicalmente. Anche per questo la Nfl è tanto bella. 
Qualcosa vorrà dire anche il fatto che Sam ha già messo in cascina 13 Td pass, secondo solo alla coppia Romo/Brees con 14 e al grande Manning con 22. 
Ma in realtà l'unico dato che ci tiene vivi è quel 3-3 che ci fa sperare, e ci aiuta a dimenticare le umiliazioni di pochi giorni fa. Il timore è che possano arrivare ricadute, perché il gioco non convince del tutto. 
Al di là dei numeri è la consistenza del nostro gioco a lasciare forti dubbi, non è facile comprendere quale sia la nostra identità e spesso sembra che ci siano più cervelli, più intenzioni, alla guida del gruppo. 
Nelle settimane scorse ci auguravamo che Fisher prendesse in mano la situazione, dando uniformità e concentrazione alla squadra, regolando il lavoro dei coordinatori. 
Il primo passo sembra buono, ma oramai tirare conclusioni sui nostri beniamini è diventato un mestiere per indovini più che per analisti. 
Ora ci aspettano i Panthers e poi i temibili Seahawks. Credo che sarà la partita con Seattle a dare finalmente un'identità a questi Rams: perché, diciamocelo, la nostra amata squadra sta diventando indecifrabile, ma non per gli avversari, per noi tifosi. 

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