Rams surclassati a Santa Clara

È stata una settimana intensa a Los Angeles, tra l’acquisizione di Odell Becham Jr. ed il quasi contemporaneo infortunio di Robert Woods, che ha almeno dimezzato l’entusiasmo per la firma di OBJ. Nel mezzo c’era da preparare una partita contro i San Francisco 49ers (che hanno una lista infortunati lunga come la quaresima, particolare da non dimenticare), e pare che il defensive coordinator Raheem Morris se ne sia bellamente dimenticato.

Non si può spiegare altrimenti una partita, da parte del reparto difensivo, così sciatta ed inconcludente dal presentare su un piatto d’argento una vittoria ai 49ers che, al contrario, hanno impostato una gara fisica, attaccando il perimetro esterno con doppi blocchi, sfruttando la scarsa vena della difesa avversaria contro le corse, mangiando una marea di tempo per tenere l’attacco dei Rams fuori dal campo il più possibile..

Al contrario, in attacco i Rams hanno probabilmente dovuto correre ai ripari all’ultimo momento per stravlgere il game plan per l’infortunio di Woods, ma questo non spiega i lanci imprecisi (siamo buoni) di Stafford, i suoi due intercetti nel primo quarto, il secondo dei quali ha permesso a San Francisco di raddoppiare dopo n solo minuto e 5 secondi dal primo touchdown, il totale abbandono del gioco di corsa e, in generale, una prestazione ediocre in linea d’attacco.

Appare oramai evidente come Kyle Shanahan sia la vera Kryptonite di Sean McVay il quale, a parte nel magico 2018, ha rimediato scoppole a ripetizione, e non riesce a battere il coach avversario da ormai cinque partite, venendo spesso sovrastato, come è stato il caso di questo scellerato Monday Night.

Con Beckham a mezzo (anche meno) servizio, in attesa di imparare il playbook, i Rams hanno presentato Ben Skowronek nel ruolo di WR2 che era di Woods, che non ha nemmeno demeritato più di tanto. OBJ è stato chiamato subito in causa nella primissima azione della partita ma poi, come è normale che sia, ha fatto poco o niente (anche proprio come presenza in campo), salvo essere il destinatario di un pessimo pallone profondo lanciato in doppia copeertura da Stafford proprio nelle mani di Ward, che iniziava così il suo show personale.

Come detto, il game plan dei Niners è stato semplice ed essenziale: tenere palla il più possibile per far restare in sideline un attacco potenzialmente esplosivo, ed affidarsi ai giochi sicuri, cioè le corse di Mitchell (e, saltuariamente, di Deebo Samuel schierato nel backfield), i passaggini su Kittle e sullo stesso Samuel, che poi ci metteva del suo per conquistare altro terreno.

Semplice e lineare. Con questo game plan anche Garoppolo può sembrare Joe Montana, e la bravura di un head coach è proprio quella di far fare ai propri giocatori le cose che gli riescono meglio, che li mettono meno in difficoltà e che permettono alla propria squadra di ottenere beneficio.

I drive dei Niners nel primo tempo sono stati: 18 giochi per 11:03 minuti e 11 giochi per 7:52 minuti, il che equivale a non far vedere palla ai Rams per la maggior parte del primo tempo.

Nel secondo tempo il possesso è calato leggermente, ma a quel punto i Rams (o meglio, McVay) erano già entrati nel solito vortice di pass-pass-pass che non produce quasi mai nulla di buono, ed anche in questa occasione è stato così.

Alla fine della partita saranno solamente 10 i giochi di corsa, e come sempre è un numero che deve far riflettere McVay, perchè ogni qual volta la percentuale di selezione giochi è così fortemente sbilanciata verso i passaggi, il risultato non è quasi mai positivo per Los Angeles. I Rams devono stabilire un gioco di corsa, non possono limitarsi ad essere una squadra che lancia (se poi lancia male come in queste ultime settimane, meno che mai), che dietro al centro ci sia Stafford, Goff o anche Gesù Cristo in persona.

Per San Francisco questa vittoria, al di là dell’evidente soddisfazione per la forte rivalità divisionale, potrebbe costituire una bella ripartenza verso una seconda parte di stagione in crescendo, anche se il fronte infortuni non lascia granchè tranquilli (ma qualcuno ha rimpianto gli infortunati, ieri notte?), e siamo sicuri che Shanahan firmerebbe subito per giocare contro i Rams diciassettte partite l’anno. Dal canto loro i Rams vedono le loro ambizioni ulteriormente ridimensionate.

La difesa non funziona Raheem Morris è già sulla graticola da tempo, e questa sconfitta potrebbe addirittura costargli il posto, ma è anche in attacco che a Los Angeles devono sicuramente rivedere qualcosa. Fino ad ora le grosse novità strombazzate sulla possibilità (finalmente) di aprire il playbook da parte di McVay, grazie all’arrivo di Stafford, non ci sono state. I tifosi iniziano ad essere impazienti, perchè quando gli prometti il Super Bowl e poi arrivano le prestazioni contro i Titans e 49ers, che riconducono ad una squadra tutt’altro che contender, gli animi iniziano a surriscaldarsi. La pausa viene forse nel momento giusto, per i Rams, in maniera da rimettersi al lavoro ed usare queste due settimane per rssettare tutto e ripartire dalla migliore prestazione stagionale fino a questo momento: la vittoria contro i Buccaneers. Se si ritrovano quei Rams, allora si può essere ottimisti per il futuro. Se restano i Rams delle due partite con Titans e Niners, allora addio sogni di gloria.

Un commento:

  1. Ma come ho sofferto per questa sconfitta
    Non ho visto la partita ma mi sembra non ci sia stata storia. Non è che pensano di avere già il Superbowl in tasca e si sono rilassati?

Commenti chiusi