Sconfitti ma eroici

Kansas City Chiefs e Los Angeles Rams non si incontravano da quella fantastica notte del 54-51, definita da alcuni la partita più bella di sempre (con tutti i limiti di affermazioni del genere, ovviamente). Fu il picco di Jared Goff, oggi sostituito da Matthew Stafford, che però è attualmente infortunato. Da allora mota acqua è passata sotto i ponti. Un titolo ed un Super Bowl perso a testa, tanta gloria e, per i Rams, un declino repentino causato anche da una pletora di infortuni di cui non si ha ricordo nella storia recente della squadra. Basti dire che i Rams si sono presentati all’Arrowhead con il QB3, il WR3,4 e 5, il TE1, il RB2, il RT1 e l’ennesima infilata di carneadi in linea il cui posto nella depth chart di inizio stagione non era nemmeno previsto, firse perchè qualcuno stava ancora cercando di capire se avrebbe ancora giocato a football da qualche parte o sarebbe stato meglio cercarsi un lavoro.

Con queste premesse, nessun tifoso sano di mente, nemmeno il più ottimista, si aspettava altro che una sconfitta dignitosa, dalla partita di domenica, e così, fortunatamente, è stato.

I Chiefs guidati da Mahomes e Kelce in attacco sono devastanti per chiunque, tanto da far temere un massacro quando, dopo un drive iniziale di assestamento ed un disastro dello special team, i Chiefs erano andati in vantaggio quasi in surplace, macinando tutto il campo con una semplicità quasi fastidiosa, come se nulla potesse frapporsi tra loro e l’end zone, destino inevitabile del termine di ogni drive offensivo.

Invece i Chiefs hanno trovato di fronte a sè una squadra che, pur con la testa sott’acqua, non ha smesso di mulinare i pugni a pelo d’acqua pur di dimostrare che si, forse avrebbero perso ugualmente, ma non prima di aver dato del bel filo da torcere agli avversari. Questa difesa, ugualmente sconquassata anche se non a livello dell’attacco, si è ricompattata in red zone, quando la soft zone di Morris deve giocoforza diventare più pressante, più per mancanza di profondità che per attitudine o volontà propria.

Fatto sta che, a parte la magia di Kelce che ha mandato ai pazzi Ramsey ed alla corsa di Pacheco, un runner interessante al quale consiglieremmo un corso di gestione dell’esultanza dopo un’azione (anche quelle dove non ci sarebbe stato nulla per cui esultare), gli altri drive offensivi dei Chiefs si sono dovuti fermare al field goal oppure all’intercetto in end zone.

Il Game Plan di McVay era piuttosto semplice: tenere la palla a terra, sfruttare le abilità corsaiole di Bryce Perkins, consumare il tempo e cercare di tenere Mahomes fuori dal campo il iù possibile. Tutto sommato per il primo tempo la tattica ha funzionato abbastanza, ma nel secondo tempo i Rams sono stati quasi costretti ad aprire un po’ il gioco offensivo, una volta trovatisi in svantaggio di due segnature, e la sorpresa ha portato anche al primo TD pass in carriera per Perkins. Sorpresa effimera, però. Le qualità di lanciapalle di Perkins si è rivelata essere davvero di basso livello (non per niente McVay voleva tenere palla a terra) e sono arrivati anche due intercetti a scombinare i piani dello staff californiano.

Il buon vecchio tricheco, invece, ha continuato con il suo piano di distribuire la palla tra tutti i componenti dell’attacco dei Chiefs, così da non dare riferimenti certi alla difesa avversaria, insistendo solo sull’invasato (a.k.a. Pacheco)più per mancanza di alternative che altro. Come dicevamo in apertura, la difesa dei Rams è riuscita comunque ad arginare bene questo attacco, limitando i danni a soli 26 punti che, viste le circostanze, sono pur sempre un risultato dignitoso.

Non pensiamo sia una cosa preoccupante più di tanto per Kansas City. Certo, sono stati lasciati per strada molti punti, ma il mood della partita non invitava a schiacciare l’acceleratore più di tanto, e siamo convinti che in altra situazione ambientale e psicologica, Mahomes sarebbe stato più chirurgico e letale. Qualche preoccupazione in più, invece, la dà la difesa, che quest’anno non sta avendo prestazioni al livello dell’attacco. Con un’offense disastrata come quella vista domenica all’Arrowhead, ci saremmo aspettati uno shutout, non certo subire oltre cento yard di corsa, totale che questi Rams non avevano ancora raggiunto quest’anno. Ci vorrà qualcosa di più per Gennaio.

La prossima settimana per Los Angeles ci sono i Seahawks, una delle due vittorie sicure date ad inizio stagione e che invece, ora, a situazione completamente sovvertita, potrebbe significare la sesta sconfitta consecutiva. Per i Chiefs, dopo i campioni in carica, arriveranno i vicecampioni, ma i Bengals saranno sicuramente più pericolosi di questi Rams.

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