I Los Angeles Rams hanno messo in scena una dimostrazione di maturità tattica all’M&T Bank Stadium, dominando la ripresa per imporsi 17-3 sui Baltimore Ravens dopo un primo tempo che definire imbarazzante è dir poco. La vittoria ha evidenziato la capacità di Sean McVay di adattare il proprio sistema offensivo alle condizioni della partita, trasformando un primo tempo mediocre in un secondo tempo da manuale, anche se alcune chiamate nel finale di partita hanno lasciato qualche dubbio di troppo.
L’approccio tattico dei Rams nella ripresa ha rappresentato un cambio di paradigma rispetto ai primi 30 minuti. McVay ha ridisegnato completamente lo schema offensivo, puntando su un attacco più bilanciato e metodico che ha saputo sfruttare le debolezze difensive dei Ravens senza Jackson. La decisione di intensificare l’utilizzo di Kyren Williams nel gioco aereo si è rivelata la chiave di volta dell’incontro.
Matthew Stafford ha gestito con esperienza la transizione, completando 17 dei 26 tentativi per 181 yard e un touchdown, amministrando il possesso palla con la saggezza di un veterano. Il quarterback dei Rams ha dimostrato particolare abilità nelle situazioni di pressione, trovando soluzioni creative quando il pocket si chiudeva.
Il drive di apertura del secondo tempo ha rappresentato il momento cruciale della partita per i Rams. La sequenza di 76 yard in nove giocate ha mostrato tutto il repertorio offensivo di Los Angeles: corsa efficace, passaggi corti di precisione e la capacità di convertire situazioni critiche.
Il momento decisivo è arrivato al quarto down sulla yard 33 dei Ravens, quando McVay ha mostrato coraggio tattico mantenendo l’attacco in campo. Stafford ha dimostrato la propria classe improvvisando un rollout verso sinistra, trovando Kyren Williams per un guadagno cruciale da 30 yard che ha cambiato l’inerzia della partita. La giocata successiva ha visto Williams coronare il drive con una corsa da 3 yard per il touchdown che ha portato i Rams in vantaggio 10-3.
La vera rivoluzione offensiva dei Rams nella ripresa è stata l’utilizzo di Kyren Williams. McVay ha finalmente dato ascolto alle richieste del running back di essere maggiormente coinvolto nel gioco aereo, trasformando Williams in un’arma devastante. Con 87 yard totali (50 rushing, 37 receiving) e un touchdown, Williams ha dimostrato di poter essere il fulcro dell’attacco dei Rams.
L’approccio di McVay ha previsto un uso strategico delle formazioni, alternando Williams come ricevitore dal backfield a situazioni di isolamento sui linebacker dei Ravens. Questa versatilità ha messo in crisi la difesa di Baltimore, costretta a inseguire un giocatore capace di battere sia in corsa che in ricezione.
Il secondo touchdown dei Rams ha mostrato la capacità della squadra di capitalizzare immediatamente sui turnovers avversari. Dopo il fumble di Zay Flowers, McVay non ha perso tempo: drive rapido e conclusione chirurgica con il passaggio da 8 yard di Stafford per Tyler Higbee. La scelta di puntare sul tight end ha dimostrato l’intelligenza tattica del coach, che ha sfruttato il mismatch contro una difesa dei Ravens già demoralizzata.
Questa sequenza ha evidenziato un aspetto fondamentale dell’approccio di McVay: la capacità di adattare rapidamente lo schema offensivo alle opportunità che si presentano durante la partita. I Rams hanno mostrato una precisione clinica nel trasformare i turnovers in punti, segno di una squadra mentalmente forte e tatticamente preparata.
Non tutto è stato perfetto nella gestione offensiva dei Rams. La decisione più discussa di McVay è arrivata nel quarto quarto, quando con un vantaggio di 14 punti ha scelto di tentare un quarto down dalla yard 6 dei Ravens invece di tentare il field goal per chiudere definitivamente la partita. Stafford ha subito un sack, restituendo il possesso a Baltimore in una situazione potenzialmente pericolosa.
Questa scelta ha ricordato la controversa decisione finale contro San Francisco, quando McVay aveva optato per una corsa in quarto down invece del field goal del pareggio. L’aggressività tattica rappresenta un tratto distintivo del coach dei Rams, ma in questo caso ha rischiato di compromettere una partita già sotto controllo.
Il successo offensivo dei Rams è stato completato da una prestazione difensiva di livello superiore. Nate Landman ha stabilito il record di franchigia con 17 tackles, mentre Quentin Lake ha contribuito con un intercetto e un fumble recovery. La difesa ha saputo adattarsi alle caratteristiche dei Ravens, riconoscendo che l’attacco di Baltimore non puntava sui tagli esterni e intensificando la pressione centrale.
Con un record di 4-2, i Rams si confermano una delle squadre più pericolose della NFC. La vittoria a Baltimore ha dimostrato che la squadra ha superato le difficoltà delle sconfitte contro San Francisco e Philadelphia, ritrovando quell’identità tattica che l’aveva portata al Super Bowl. Per McVay, questa partita rappresenta un segnale importante: i Rams sanno come vincere anche le partite “sporche”, caratteristica fondamentale per una squadra con ambizioni playoff.
La trasferta di Londra contro Jacksonville rappresenterà un nuovo test per misurare la continuità di rendimento di una squadra che ha mostrato di poter essere protagonista assoluta quando trova il giusto equilibrio tra aggressività e controllo.
