I nodi Williams e Manning

 

Non c’è pace per gli arieti del Missouri. Dopo aver faticosamente chiuso l’era Spagnuolo gettando dalla finestra tutte le belle speranze riposte nell’uomo che aveva compiuto il miracolo di battere gli invincibili Patriots, e dopo aver operato un deciso cambio di rotta con l’ingaggio di un head coach e di un coaching staff conosciuti per la loro aggressività e capacità di motivazione, cosa ti succede? Ti succede che il Defensive Coordinator su cui contavi per solidificare una difesa che aveva bisogno di carattere, viene coinvolto in uno sgradevole scandalo concernente un sistema di taglie sui giocatori avversari da lui stesso diretta e gestita.
Succede che in un attimo vedi che il cambio di direzione (dai “Four Pillars” di Spagnuolo all’ “In your face” di Jeff Fisher e Gregg Williams) ha iniziato a fare danni ancor prima che la squadra abbia toccato il campo.

Le accuse contro Williams, che peraltro ha confessato le malefatte, sono pesanti. Incitare i propri giocatori a fare male di proposito agli avversari è una cosa spregevole che va al di là di qualsiasi metodo aggressivo e di intimidazione che un coach possa insegnare ai propri giocatori. Ci si aspetta che la NFL infligga sanzioni e punizioni esemplari, ma al di là di questo, speriamo che i Rams giochino d’anticipo e sostituiscano al più presto l’indegno allenatore.
Non vogliamo nemmeno pensare all’eventualità che Williams abbia informato Fisher e Demoff, in fase di colloquio, di essere coinvolto in indagini su una tale vicenda, perchè significherebbe una complicità, una collusione ed una stupidità collettiva nel proseguire ugualmente con l’ingaggio di Williams che farebbe gridare allo scandalo.
A complicare ulteriormente la situazione ci si mette anche la free agency, o meglio un illustrissimo neo free agent: Peyton Manning. La decisione dei Colts e di Manning di rompere l’ultradecennale sodalizio era nell’aria, e subito dopo l’annuncio ufficiale sio è scatenata la bagarre tra le squadre che vorrebbero assicurarsi i suoi servigi.
Anche Cleveland, Washington e Miami si sono buttate nella mischia, facendo improvvisamente crollare il valore della seconda scelta che i Rams stanno cercando di scambiare in maniera piuttosto aggressiva.
Il pericolo, ora, è di restare con il cerino in mano ed essere costretti a scegliere per secondi con il dilemma se prendere ugualmente RG3 cercando una trade successiva oppure andare per la propria strada scegliendo Blackmon o Kalil.

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