Dopo sei lunghissimi anni i Rams tornano ad avere più vittorie che sconfitte dopo aver rimandato a casa i fin qui imbattuti Cardinals con diciassette punti (a tre) sul groppone e, quel che più importa, pesti e doloranti in ogni parte del corpo per aver subito un trattamento del tutto particolare da parte di una difesa di quelle che a St.Louis non si vedevano da anni.
La partita è sembrata, per certi versi, quella di Chicago, ma a parti invertite. Fin dall’inizio, infatti, i Rams hanno preso in mano il controllo del match e non l’hanno mai mollato, non dando mai l’impressione di poterlo perdere, sebbene un attacco spesso balbettante non abbia colto tutte le occasioni che una difesa mostruosa gli ha servito su un piatto d’argento.
Che i Cardinals potessero essere messi sotto pressione facilmente in attacco era già noto, avendo subito otto sack solamente la settimana scorsa, ma la linea di difesa ha fatto ancora meglio, atterrando Kolb nove volte ma e, oltretutto, colpendolo da ogni parte ed in ogni occasione, tanto che vederlo in sideline con l’espressione stravolta faceva anche sorgere il dubbio che si fosse esagerato un pochettino.
Un Quinn decisamente inarrestabile, supportato da Long, Brockers e Langford, hanno avuto il netto predominio in linea, mentre la secondaria ha praticamente fatto scomparire dal campo Fitzgerald, incollandogli addosso un Janoris Jenkins che, se continua così, diventa un serio candidato al premio di rookie of the year.
Il solito bombone di Zuerlein (stavolta da “sole” 53 yards) proietta il giovane rookie nel libro dei record come il primo kicker rookie ad avere uno o più field goal da oltre 50 yards nelle prime quattri partite giocate.
In attacco abbiamo visto il meglio di Bradford nel primo e nell’ultimo quarto, intervallato da due quarti assolutamente incolori, nei quali Sam ha inanellato ben dodici incompleti consecutivi, e non tutti per colpa della linea colabrodo, che comunque gli ha fornito una protezione abbastanza decente per tutta la serata (splendido Hunter a sinistra, forse la sua miglior partita finora).
Il passaggio per Amendola da 44 yards, ricevuto ad una mano e dopo aver subito interferenza, e quello da touchdown per Givins da 51 yards dimostrano che Bradford il braccio ce l’ha, e la palla lunga la sa lanciare anche in NFL e contro dei DB che non sono proprio gli ultimi arrivati. Basterebbe trovare un po’ di continuità, e Bradford potrebbe diventare veramente il giocatore che tutti speriamo.
La cntinuità servirebbe anche ad un altro groso talento che finora ha deluso molto le aspettative: il TE Lance Kendricks. Bello il suo TD (ma la presa è stata tuttì’altro che sicura…), ma un droppone clamoroso nel terzo quarto grida ancora vendetta. Quando riuscirà a tenere in mano anche palloni semplici come quello che ha mancato, potrà fare anch’egli il salto di qualità che serve a questo attacco che, ricordiamolo, l’anno prossimo sarà quasi certamente orfano di Steven Jackson, a cui i front office ha concesso di rescindere il contratto a fine stagione per cercarsi un’altra sistemazione.
In realtà, per quanto faccia sicuramente dispiacere vederlo andare via, la mossa ha un senso se si pensa ai due tailback draftati quest’anno: Richardson e Pead. Richardson pare già ben instradato sulle orme di Jackson, e Pead sta pian piano entrando in sintonia con un tipo di gioco a lui sconosciuto, venendo da una spread offense in cui correva esterno per il 90% delle azioni.
Il problema principale di queste prossime settimane sarà rimpiazzare Amendola, che ha dovuto lasciare il campo con una sospetta frattura alla clavicola che lo terrà fuori almeno un mese, se non di più. Sarà quindi il momento giustoi perchè i giovani ricevitori che abbiamo a roster facciano un passo avanti e non facciano rimpiangere l’assenza di Danny.
Il futuro è sicuramente roseo: i Rams sono tornati!!!