Riepilogo 2013: Defensive Backs

Se in attacco i ricevitori sono stati la più grossa delusione rispetto alle aspettative (ma almeno hanno mostrato potenziale e margini di miglioramento), i loro colleghi del backfield difensivo vincono la palma per il reparto peggiore ed apparentemente senza speranza.
Non ha funzionato praticamente nulla tra i defensive back, sia in campo che sulla sideline. Abbiamo ancora negli occhi l’orrendo schema difensivo secondo il quale i cornerback marcavano i ricevitori avversari a dieci yard di distanza con il solo risultato di vedere l’avversario ricevere e guadagnare ulteriore terreno, perché una delle peggiori pecche del reparto quest’anno è stata l’assoluta incapacità di placcare chicchessia. Un sacco di spallate, ma pochissime braccia a chiudersi sull’avversario, come reciterebbe il manuale del perfetto placcatore ultimamente lasciato un po’ troppo spesso a prendere polvere sul ripiano più in alto della libreria di casa.
L’involuzione di due giocatori come Finnegan e Jenkins ha giocato un ruolo fondamentale nel disastro della secondaria in questa stagione. Il veterano ex Tennessee ha inanellato una serie di figuracce contro diversi ricevitori, non necessariamente titolari, peraltro, che hanno fatto sorgere più di un dubbio su una sua riconferma per il 2014, soprattutto all’esorbitante prezzo stabilito dal contratto firmato lo scorso anno. L’infortunio subito a San Francisco lo ha tenuto fuori più di metà stagione ma, a parte le ovvie e scontate preoccupazioni sulla salute del giocatore, questo infortunio ha tolto d’impaccio Fisher obbligandolo a dare più spazio a Trumaine Johnson il quale, pur non avendo la velocità necessaria a stare attaccato alla maggior parte dei primi ricevitori avversari, ha comunque una buona capacità di giocare a zona chiudendo sull’avversario con buon tempismo.

A tenere a bada i ricevitori di punta avversari  avrebbe dovuto pensarci Janoris Jenkins, ma il secondo anno della rivelazione difensiva del 2012 è stato terribile, a dir poco. Sempre più occupato a parlare che a giocare, Jenkins ha collezionato una serie impressionante di touchdown in faccia, anche (se non soprattutto) da parte di ricevitori che non possono essere proprio annoverati nell’élite della lega. Jenkins ha subito troppo sovente le finte avversarie, non riuscendo a stare dietro ai ricevitori che gli facevano anche solo un mezzo movimento che non avrebbe ingannato nemmeno la terza riserva del cornerback di una high school, ed altrettanto troppo spesso Jenkins è andato per l’intercetto anziché per il placcaggio, con il risultato di concedere ricezioni a catena e per giunta lasciando poi l’uomo libero di guadagnare altre yards.
Il reparto delle safety non è certo andato meglio, anche se qualche lucina, alla fine della stagione, si è accesa, e la situazione non sembra così disperata come per i cornerback.
McDonald ha iniziato malissimo, spesso fuori posizione e chiaramente a disagio nella transizione dalla NCAA alla NFL, ma dopo il suo rientro dall’infortunio che l’ha tenuto in disparte per un mese, le sue prestazioni sono decisamente migliorate, arrivando anche a disputare ottime partite come quella contro i Saints. Il suo ritorno in campo è stato un deciso miglioramento rispetto a Darian Stewart che, nelle quattro partite in cui l’ha sostituito, ha inanellato una serie di errori micidiale. Il buon Stewart, inoltre, verrà ricordato come il simbolo di questa stagione in cui i Rams hanno commesso penalità n po’ dappertutto, dal momento che lui è riuscito a prenderne una (da 15 yards) pur essendo relegato in panchina. Un genio.
McLeod non ha sfigurato più di tanto nella posizione di free safety, ma il meglio di sé l’ha dato quando, dopo l’infortunio di Finnegan, è stato spostato nella posizione di nickel back, coprendo il corto molto meglio di quanto non avesse fatto con il profondo.
I vari Giordano, McGee e Pointer non hanno lasciato segni particolari (beh, in realtà Giordano contro Arizona ha riportato un intercetto in touchdown, ma oltre a questo, il nulla), ed a questo punto, visti i “segni” lasciati dai loro colleghi di reparto, forse è stato un bene.
Per la prossima stagione il neo defensive coordinator Gregg Williams avrà un bel po’ da lavorare su questo reparto, per elevarlo al livello del front seven, e grossi interventi dovranno essere operati sia in fase di draft che in fase di free agency.

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