I St.Louis Rams si scrollano di dosso una preseason da incubo, durante la quale nulla (ma proprio nulla) era andato per il verso giusto, e portano a casa una vittoria pesante, in rimonta ed in overtime, contro i vicecampioni del mondo, apparsi piuttosto arrugginiti e molto condizionati in difesa dall’assenza di Kam Chancellor, in holdout a tempo indeterminato.
Di fronte all’ormai consueta “Red Wave” formata dai seggiolini (rossi) vuoti dell’Ed Jones Dome, i ragazzi di Fisher hanno disputato una partita solida, come spesso gli è capitato in casa contro i Seahawks, ma quando tutto sembrava girare per il verso giusto, una ventata di revival portava sul turf i S.O.L.R (Same Old Lousy Rams). I padroni di casa subivano una rimonta ed un sorpasso lampo, che lasciava sul cronometro appena il tempo di pensare ad una controrimonta. Probabilmente i Rams delle scorse stagioni una partita come questa l’avrebbero persa senza problemi. Non senza lottare ma, come successo più volte nelle scorse stagioni, riuscendo ad arrivare solo fino ad un certo punto, lasciando qualcosa di incompiuto sul terreno di gioco.
Ma andiamo per ordine. Chancellor a parte, i Seahawks si presentavano al gran completo, mentre i Rams dovevano fare a meno sia del RB titolare (che poi sarebbe il backup) Tre Mason, dia del linebacker Daren Bates, una tegola non tanto per la difesa quanto per gli special team, nei quali Bates è un elemento fondamentale.
A differenza delle ultime stagioni, in cui la difesa si era presentata in campo non prima della quarta giornata, il 2015 del reparto difensivo dei Rams si presentava immediatamente obbligando i Seahawks al punt al loro primo possesso offensivo.
L’esordio di Foles in casacca bluoro non era dei migliori, ed al primo drive i Rams rischiavano addirittura la safety. Sul punt susseguente i Seahawks, che non mettevano a segno un’azione simile dal 2007, facevano centro con un punt return del rookie Lockette, che prendeva di infilata lo special team avversario e percorreva indisturbato le 57 yard che lo separavano dalla end zone.
Con pazienza e tranquillità Foles ricominciava da zero e, all’inizio del secondo quarto, dava la palla a Tavon Austin, schierato nel backfield offensivo, il quale si produceva in un’accelerazione che lasciava sul posto i difensori avversari per regalare ai Rams il primo touchdown della serata.
Trumaine Johnson faceva poi un vero e proprio miracolo, sbucando alle spalle di Lynch ed intercettando in tuffo un pallone che Wilson aveva scaricato sul proprio runningback forse con troppa sufficienza.
Da questo primo turnover arrivava il field goal di Zuerlein che portava avanti i Rams.
Seattle replicava alla fine del primo tempo, ed a metà gara il punteggio era bloccato sul 10 pari.
Alla ripresa del gioco i Rams commettevano il primo erroraccio della serata. Foles non si capiva con il centro Tim Barnes, il quale snappava la palla mentre il quarterback stava guardando altrove. Risultato: fumble perso, possibilità di capitalizzare il primo possesso sfumata e Seahawks in ottima posizione di campo.
Fortunatamente per i padroni di casa, la difesa saliva nuovamente in cattedra, e tutto quello che i Seahawks tiuscivano a ricavare da questo turnover era un altro field goal di Hauschka.
Nel drive successivo Foles trovava Britt e Cook per dei guadagni importanti, ma il touchdown del 17-13 portava la sua firma. Il quarterback numero 5 provava infatti due scramble, il primo fermato a due yard dalla end zone, ed il secondo che gli permetteva di varcare la goal line.
I Seahawks sembravano subire la segnatura, e subivano anche la difesa avversaria la quale, con un gran sack dell’inarrestabile Aaron Donald, forzava nuovamente un punt. Questa volta toccava ad Austin inventarsi un ritorno dei suoi, con tanto di equilibrismo sulla linea laterale: 75 yard di ritorno in touchdown e Rams avanti di 11 punti a poco più di quattro minuti al termine del terzo periodo.
L’impressione era che i Rams potessero controllare tranquillamente la gara. L’attacco riusciva a muoversi abbastanza bene, mentre la difesa riusciva ad arginare i Seahawks senza grossi patemi. Russell Wilson, però, non era dello stesso avviso, e dopo un bel drive trovava il tight end Jimmy Graham in end zone. La conversione da due, fin troppo semplice per Lynch, portava Seattle ad un field goal di distanza, field goal che non tardava ad arrivare.
Foles guidava bene l’attacco fino alle 35 avversarie, mangiando anche un po’ di tempo sul cronometro, ma a quel punto ecco il “prevedibile imprevisto”. Chi segue i Rams da qualche stagione sa benissimo che, anche quando la squadra gioca bene, durante ogni partita arriva il momento in cui un giocatore in maglia blu oro farà una castroneria imperdonabile, clamorosa e, quasi sempre, decisiva. E chi, se non Isaiah Pead, poteva tener fede a questa tradizione?
Il runningback portava palla nel traffico senza la necessaria attenzione e protezione, tanto che l’intervento di Earl Thomas provocava un fumble che Seattle si affrettava a ricoprire e sul quale capitalizzava mettendo a segno il field goal del pareggio.
Ma non poteva certo finire qui. Rimontati di 11 punti in meno di otto minuti, i Rams entravano in campo decisi a marciare per tutto il terreno di gioco, consumando il tempo ed arrivando a calciare il field goal della vittoria (o a segnare il touchdown della vittoria, delle due l’una). La prima azione dopo il kickoff, però, mostrava tutta l’inadeguatezza attuale della linea offensiva. La tasca collassava ed entrava chiunque, compresi il postino, il garzone della latteria e due cani che passavano di lì per caso. Ma soprattutto entrava, indisturbato e senza che nessuno notasse la sua presenza arrivando come un treno dal lato cieco, il cornerback Williams, il quale sackava Foles, facendogli perdere il pallone che recuperava personalmente riportandolo in area di meta. Incredibile… da + 11 a -7 in un batter d’occhio.
Dicevamo in apertura che una partita del genere i Rams l’avrebbero persa, ed invece riuscivano a raddrizzarla grazie ad uno splendido lancio su una fly per Kendricks (!!!), il quale sfruttava la libertà datagli dall’incespicare del cornerback e metteva a segno il touchdown del pareggio.
Inutili gli ultimi tentativi dei Seahawks nei tempi regolamentari.
Pete Carroll stupiva il mondo aprendo l’overtime con un onside kick (in conferenza stampa dirà che non era quello il piano ed il kicker ha sbagliato il calcio… basta crederci), ma la prima linea dei Rams non si faceva sorprendere, e grazie anche alla posizione di campo favorevole, Zuerlein piazzava il field goal del parziale 34-31.
Non essendo stato segnato un touchdown Seattle aveva ancora l’opportunità di ribattere a questa segnatura, ma Aaron Donald, Michael Brockers e tutto il resto della difesa la pensava diversamente.
Dopo che i Rams avevano bloccato efficacemente Seattle per tre tentativi, sul quarto e uno cruciale Carroll ricordava quanto gli fosse costato non dare palla a Lynch in una situazione simile lo scorso febbraio, ma la linea di difesa dei Rams non aspettava altro. Quando Lynch riceveva la palla, due yard dietro la linea di scrimmage si era già schierato il comitato di accoglienza al gran completo, con Donald e Brockers a fare da cerimonieri accompagnando gentilmente Lynch alla porta. Partita chiusa e vittoria dei padroni di casa per 34-31.
Superlativa prova della difesa dei padroni di casa, che mettono a terra Wilson sei volte (Sack City ha riaprto i cancelli, dopo aver scioperato tutta la preseason), e debutto convincente per Nick Foles, al quale non possono essere addebitati i due fumble (al limite il primo in collaborazione con Barnes, ma sicuramente non il secondo, almeno finchè non lo scopriremo dotato di occhi anche sulla nuca), ma in generale tutta la prestazione di squadra ha convinto parecchio.
I Seahawks, invece, hanno mostrato grossi problemi in linea d’attacco e qualche incertezza di troppo anche nel loro reparto migliore: il backfield difensivo. Lo scivolone con cui Williams ha lasciato strada libera a Kendricks può succedere, ma quello che non dovrebbe succedere sono le innumerevoli volte in cui il tight end avversario era lasciato libero di pascolare per le praterie e ricevere i lanci di Foles, oppure il ritardo con cui Sherman e Thomas chiudevano sui ricevitori permettendo dei guadagni troppo ampi. Anche la panchina ha dato segni di confusione, non solo nella chiamata dell’onside kick ma anche per la gestione generale della partita. Non hanno convinto molto alcune scelte difensive, e soprattutto il continuare ad effettuarle dopo averne subito le conseguenze per tutto il primo tempo.
Un’ultima parola per la crew arbitrale. Sappiamo da tempo che quella di Triplette è di gran lunga la peggiore crew della lega, ed ogni anno ci stupiamo di come sia possibile vederlo ancora all’opera. Ieri sera si è espresso in una delle sue performance migliori. Non contento di avere ignorato una interferenza di Sherman in end zone talmente chiara che ci volevano gli occhiali da sole per rivedere il replay, e di aver penalizzato Robert Quinn per un colpo alla testa di Wilson che solamente lui ha visto, come hanno ampiamente dimostrato anche tutti i replay, nell’overtime si è superato vaneggiando di un presunto segnale di fair catch illegale che avrebbe provocato la ripetizione del calcio da parte dei Seahawks. Fortunatamente nell’overtime tutte le decisioni importanti vengono viste e riviste dal replay official. Non abbiamo sentito la conversazione, ma supponiamo che dal booth sia stato detto a Triplette qualcosa come “Posa il fiasco e datti all’ippica… dai quel dannatissimo primo e dieci ai Rams e smettila di fare danni”.
Di fronte all’ormai consueta “Red Wave” formata dai seggiolini (rossi) vuoti dell’Ed Jones Dome, i ragazzi di Fisher hanno disputato una partita solida, come spesso gli è capitato in casa contro i Seahawks, ma quando tutto sembrava girare per il verso giusto, una ventata di revival portava sul turf i S.O.L.R (Same Old Lousy Rams). I padroni di casa subivano una rimonta ed un sorpasso lampo, che lasciava sul cronometro appena il tempo di pensare ad una controrimonta. Probabilmente i Rams delle scorse stagioni una partita come questa l’avrebbero persa senza problemi. Non senza lottare ma, come successo più volte nelle scorse stagioni, riuscendo ad arrivare solo fino ad un certo punto, lasciando qualcosa di incompiuto sul terreno di gioco.
Ma andiamo per ordine. Chancellor a parte, i Seahawks si presentavano al gran completo, mentre i Rams dovevano fare a meno sia del RB titolare (che poi sarebbe il backup) Tre Mason, dia del linebacker Daren Bates, una tegola non tanto per la difesa quanto per gli special team, nei quali Bates è un elemento fondamentale.
A differenza delle ultime stagioni, in cui la difesa si era presentata in campo non prima della quarta giornata, il 2015 del reparto difensivo dei Rams si presentava immediatamente obbligando i Seahawks al punt al loro primo possesso offensivo.
L’esordio di Foles in casacca bluoro non era dei migliori, ed al primo drive i Rams rischiavano addirittura la safety. Sul punt susseguente i Seahawks, che non mettevano a segno un’azione simile dal 2007, facevano centro con un punt return del rookie Lockette, che prendeva di infilata lo special team avversario e percorreva indisturbato le 57 yard che lo separavano dalla end zone.
Con pazienza e tranquillità Foles ricominciava da zero e, all’inizio del secondo quarto, dava la palla a Tavon Austin, schierato nel backfield offensivo, il quale si produceva in un’accelerazione che lasciava sul posto i difensori avversari per regalare ai Rams il primo touchdown della serata.
Trumaine Johnson faceva poi un vero e proprio miracolo, sbucando alle spalle di Lynch ed intercettando in tuffo un pallone che Wilson aveva scaricato sul proprio runningback forse con troppa sufficienza.
Da questo primo turnover arrivava il field goal di Zuerlein che portava avanti i Rams.
Seattle replicava alla fine del primo tempo, ed a metà gara il punteggio era bloccato sul 10 pari.
Alla ripresa del gioco i Rams commettevano il primo erroraccio della serata. Foles non si capiva con il centro Tim Barnes, il quale snappava la palla mentre il quarterback stava guardando altrove. Risultato: fumble perso, possibilità di capitalizzare il primo possesso sfumata e Seahawks in ottima posizione di campo.
Fortunatamente per i padroni di casa, la difesa saliva nuovamente in cattedra, e tutto quello che i Seahawks tiuscivano a ricavare da questo turnover era un altro field goal di Hauschka.
Nel drive successivo Foles trovava Britt e Cook per dei guadagni importanti, ma il touchdown del 17-13 portava la sua firma. Il quarterback numero 5 provava infatti due scramble, il primo fermato a due yard dalla end zone, ed il secondo che gli permetteva di varcare la goal line.
I Seahawks sembravano subire la segnatura, e subivano anche la difesa avversaria la quale, con un gran sack dell’inarrestabile Aaron Donald, forzava nuovamente un punt. Questa volta toccava ad Austin inventarsi un ritorno dei suoi, con tanto di equilibrismo sulla linea laterale: 75 yard di ritorno in touchdown e Rams avanti di 11 punti a poco più di quattro minuti al termine del terzo periodo.
L’impressione era che i Rams potessero controllare tranquillamente la gara. L’attacco riusciva a muoversi abbastanza bene, mentre la difesa riusciva ad arginare i Seahawks senza grossi patemi. Russell Wilson, però, non era dello stesso avviso, e dopo un bel drive trovava il tight end Jimmy Graham in end zone. La conversione da due, fin troppo semplice per Lynch, portava Seattle ad un field goal di distanza, field goal che non tardava ad arrivare.
Foles guidava bene l’attacco fino alle 35 avversarie, mangiando anche un po’ di tempo sul cronometro, ma a quel punto ecco il “prevedibile imprevisto”. Chi segue i Rams da qualche stagione sa benissimo che, anche quando la squadra gioca bene, durante ogni partita arriva il momento in cui un giocatore in maglia blu oro farà una castroneria imperdonabile, clamorosa e, quasi sempre, decisiva. E chi, se non Isaiah Pead, poteva tener fede a questa tradizione?
Il runningback portava palla nel traffico senza la necessaria attenzione e protezione, tanto che l’intervento di Earl Thomas provocava un fumble che Seattle si affrettava a ricoprire e sul quale capitalizzava mettendo a segno il field goal del pareggio.
Ma non poteva certo finire qui. Rimontati di 11 punti in meno di otto minuti, i Rams entravano in campo decisi a marciare per tutto il terreno di gioco, consumando il tempo ed arrivando a calciare il field goal della vittoria (o a segnare il touchdown della vittoria, delle due l’una). La prima azione dopo il kickoff, però, mostrava tutta l’inadeguatezza attuale della linea offensiva. La tasca collassava ed entrava chiunque, compresi il postino, il garzone della latteria e due cani che passavano di lì per caso. Ma soprattutto entrava, indisturbato e senza che nessuno notasse la sua presenza arrivando come un treno dal lato cieco, il cornerback Williams, il quale sackava Foles, facendogli perdere il pallone che recuperava personalmente riportandolo in area di meta. Incredibile… da + 11 a -7 in un batter d’occhio.
Dicevamo in apertura che una partita del genere i Rams l’avrebbero persa, ed invece riuscivano a raddrizzarla grazie ad uno splendido lancio su una fly per Kendricks (!!!), il quale sfruttava la libertà datagli dall’incespicare del cornerback e metteva a segno il touchdown del pareggio.
Inutili gli ultimi tentativi dei Seahawks nei tempi regolamentari.
Pete Carroll stupiva il mondo aprendo l’overtime con un onside kick (in conferenza stampa dirà che non era quello il piano ed il kicker ha sbagliato il calcio… basta crederci), ma la prima linea dei Rams non si faceva sorprendere, e grazie anche alla posizione di campo favorevole, Zuerlein piazzava il field goal del parziale 34-31.
Non essendo stato segnato un touchdown Seattle aveva ancora l’opportunità di ribattere a questa segnatura, ma Aaron Donald, Michael Brockers e tutto il resto della difesa la pensava diversamente.
Dopo che i Rams avevano bloccato efficacemente Seattle per tre tentativi, sul quarto e uno cruciale Carroll ricordava quanto gli fosse costato non dare palla a Lynch in una situazione simile lo scorso febbraio, ma la linea di difesa dei Rams non aspettava altro. Quando Lynch riceveva la palla, due yard dietro la linea di scrimmage si era già schierato il comitato di accoglienza al gran completo, con Donald e Brockers a fare da cerimonieri accompagnando gentilmente Lynch alla porta. Partita chiusa e vittoria dei padroni di casa per 34-31.
Superlativa prova della difesa dei padroni di casa, che mettono a terra Wilson sei volte (Sack City ha riaprto i cancelli, dopo aver scioperato tutta la preseason), e debutto convincente per Nick Foles, al quale non possono essere addebitati i due fumble (al limite il primo in collaborazione con Barnes, ma sicuramente non il secondo, almeno finchè non lo scopriremo dotato di occhi anche sulla nuca), ma in generale tutta la prestazione di squadra ha convinto parecchio.
I Seahawks, invece, hanno mostrato grossi problemi in linea d’attacco e qualche incertezza di troppo anche nel loro reparto migliore: il backfield difensivo. Lo scivolone con cui Williams ha lasciato strada libera a Kendricks può succedere, ma quello che non dovrebbe succedere sono le innumerevoli volte in cui il tight end avversario era lasciato libero di pascolare per le praterie e ricevere i lanci di Foles, oppure il ritardo con cui Sherman e Thomas chiudevano sui ricevitori permettendo dei guadagni troppo ampi. Anche la panchina ha dato segni di confusione, non solo nella chiamata dell’onside kick ma anche per la gestione generale della partita. Non hanno convinto molto alcune scelte difensive, e soprattutto il continuare ad effettuarle dopo averne subito le conseguenze per tutto il primo tempo.
Un’ultima parola per la crew arbitrale. Sappiamo da tempo che quella di Triplette è di gran lunga la peggiore crew della lega, ed ogni anno ci stupiamo di come sia possibile vederlo ancora all’opera. Ieri sera si è espresso in una delle sue performance migliori. Non contento di avere ignorato una interferenza di Sherman in end zone talmente chiara che ci volevano gli occhiali da sole per rivedere il replay, e di aver penalizzato Robert Quinn per un colpo alla testa di Wilson che solamente lui ha visto, come hanno ampiamente dimostrato anche tutti i replay, nell’overtime si è superato vaneggiando di un presunto segnale di fair catch illegale che avrebbe provocato la ripetizione del calcio da parte dei Seahawks. Fortunatamente nell’overtime tutte le decisioni importanti vengono viste e riviste dal replay official. Non abbiamo sentito la conversazione, ma supponiamo che dal booth sia stato detto a Triplette qualcosa come “Posa il fiasco e datti all’ippica… dai quel dannatissimo primo e dieci ai Rams e smettila di fare danni”.