Devi giocarti la partita più importante della stagione contro i primi della classe in NFC. Devi vincere e convincere, perchè fino a quel momento, le vittorie sono arrivate, tranne una, contro avversarie con record perdente, e nell’ultimo mese e mezzo lo smalto non è più stato quello di inizio stagione. Hai tutti gli occhi puntati addosso, perchè hai preso il quarterback per vincere, hai preso il linebacker per vincere ed hai preso il ricevitore per vincere, e ne hai perse tre di file. Peggio di così, cosa potrebbe succedere?
Potrebbe piovere.
La pioggia si palesa sotto forma di mini focolaio covid, e quindi il giorno prima della partita sei costretto a mettere in covid list il tuo runningback, il tuo tackle destro ed il tuo cornerback titolari. E poi, mentre bestemmi a mezza voce, poche ore prima della partita devi aggiungere anche il tuo shutdown cornerback ed il tuo tight end titolare, e meno male che ti porti sempre dietro quasi tutta la practice squad, perchè hai bisogno di tutti loro, e quindi promuovi nel roster attivo dei giocatori il cui nome la maggior parte delle persone sentirà per la prima volta questa sera.
Di fronte hai De’Andre Hopkins, che Jalen Ramsey ha contenuto a fatica, due mesi fa, e stasera a marcarlo in singola copertura ci sarà Kareem Orr da Chattanooga Tennessee, uno che ha collezionato ben sette partite da backup con i Titans tra il 2019 ed il 2020.
Gli elementi per un disastro ci sono tutti, ed anche nel prepartita praticamente tutti ti danno per spacciato. I commentatori addirittura se la ridono, prevedendo che Hopkins raggiungerà le 100 yard di ricezione nel solo primo quarto.
Ed invece…
I Los Angeles Rams erano spalle al muro, ma non si sono dati per vinti ed hanno giocato probabilmente la loro miglior partita dela stagione, quella che potrebbe costituire il punto di svolta di una campagna fin qui deludente, non tanto dal punto di vista dei risultati, perchè il record dice pur sempre 8-4, quanto sotto il profilo del gioco, che non aveva fin qui mantenuto le promesse della preseason.
Matt Stafford ha giocato una partita pressochè perfetta, Cooper Kupp lo ha supportato in maniera altrettanto perfetta con un’altra, l’ennesima, prestazione monstre, il gioco di corsa di Somy Michel è stato importante e solido, la linea d’attacco ha retto alla grande, Sean McVay ha ritrovato la formula magica per un game plan all’altezza della situazione senza mai perdere la calma e persino Kendall Blanton (chiiiiiiii?!?) non ha fatto rimpiangere Tyler Higbee. Ma il vero monumento va fatto alla difesa. Con soli due cornerback titolari ed un branco di carneadi pescati dal fondo del barile, i ragazzi di Raheem Morris hanno finalmente fatto vedere quello di cui sono capaci.
Date le difficoltà nella copertura nel backfield, Morris ha messo in campo una difesa aggressiva nel suo fronte seven come mai era successo quest’anno. Il piano era l’unico possibile: portare il massimo della pressione su Murray per costringerlo ad affrettare il lancio e non dare tempo ai ricevitori di approfittare delle magagne in copertura. La partita si è aperta con un sack di Aaron Donald e si è chiusa con un altro sack del #99, ed in mezzo c’è stata una marea di pressioni, QB hit, lanci affrettati e fuori bersaglio di Murray, che ha comunque fatto le sue magie quando un poco disciplinato Floyd si faceva ingolosire dal sack e perdeva il contain, lasciando spazio al folletto con il numero 1 in maglia rossa, che ha lanciato dei buoni palloni ma, nel complesso, è stato ben contenuto dalla difesa dei Rams, che l’ha anche intercettato due volte.
Contro una difesa così indemoniata, c’era davvero poco da fare. Anche il buon Conner che, con Edmonds (ancora in injured resevre per questa settimana), aveva fatto il bello ed il cattivo tempo sulle corse in week 4, ha corso molto, ma senza dare un vero e proprio apporto al proprio attacco.
Klingsbury ha cercato di replicare il game plan che aveva ben funzionato ad inizio stagione, buttandola sulle corse e mandando qualche pallone profondo ogni tanto per cercare di sfruttare i mismatch con la secondaria dei Rams, ma quest’ultima si è superata, con un Darious Williams a tratti sontuoso, e l’enorme pressione su Murray ha fatto il resto. Per contrastare la pressione Klingsbury ha anche pensato di affidarsi agli screen laterali, bubble, jailbreak e compagnia cantante, ma non hanno quasi mai funzionato, per cui ad un certo punto è tornato sui suoi passi ed ha ripreso il filo del game plan originario.
I Rams hanno gestito bene, nel complesso, la partita. Nel primo tempo sono rimasti punto a punto, subendo il field goal del pareggio a tempo scaduto, ma nel terzo quarto sono entrati in campo decisi a sfruttare a proprio vantaggio il possesso di apertura ed hanno inferto due colpi mortali con i touchdown di Jefferson e Kupp che hanno aperto in due la partita.
Finale da brivido con i Cardinals che si riportano a meno sette grazie ad un field goal di Prater e ricoprono l’on side kick (e non poteva essere altrimenti, in questa settimana in cui gli onside kick sono stati regolarmente ricoperti da chi li eseguiva), ma i tentativi di Murray si infrangono prima su Williams e poi sul sack di Donald che termina l’incontro.
Da segnalare, inoltre, l’ottima prestazione di Odell Beckham Jr., al netto di un grossolano errore di posizionamento che ha fatto sprecare un time out a McVay, che sembra trovarsi sempre più a suo agio in questo attacco e che ha messo a segno il suo terzo TD consecutivo da quando è a Los Angeles.
Giochi riaperti, dunque, per la NFC West, con i Rams che si rifanno sotto ed insidiano la prima posizione dei Cardinals, che a loro volta cedono lo scettro di migliore squadra della NFC ai Packers.