Oggi è il giorno della partita. L’unico giorno che conta davvero nella stagione NFL. Dentro o fuori. Campione o sconfitto. Non dovrebbe esserci altro pensiero. E invece no, manco per niente. E quindi siamo qui a dover rincorrere una delle voci più folli che si siano diffuse in questi giorni: Sean McVay starebbe peditando il ritiro dal football dopo il SUper Bowl, specialmente in caso di vittoria.
Stop. Ferma il treno. Ho capito bene? Sean McVay mollerebbe la squadra subito dopo la vittoria del Super Bowl? Non che sia una novità, in casa Rams, visto che lo fece già Dick Vermeil nel 1999, ma allora fu gentilmente invitato a farsi da parte da una dirigenza ottusa e disfunzionale per far posto a quel Mike Martz che, creatore del sistema offensivo del Greatest Show on Turf, ne aveva preso tutti i meriti minacciando di portare il suo gioco vincente altrove se non gli avessero dato la poltrona da head coach. Vermeil, da gentiluomo qual’era, si fece da parte un po’ controvoglia, e poi finì come tutti sappiamo.
Qui, invece, non c’è alcun Mike Martz alle spalle, il gwnio della lampada è McVay stesso, per cui la situazione è totalmente differente.
Da dove nasce, quindi, questa voce che si è diffusa in un lampo venerdì pomeriggio? Erano circa le due, e mentre noi eravamo intenti ad intervistare Max Pircher per Huddle Magazine, a Cal Lutheran, sede di allenamento dei Rams, Sen McVay rispondeva ad una domanda di un cronista che gli chiedeva se avesse intenzione di allenare fino a 60 anni con un eloquente “hell no. Not a chance. If I’m doing this until 60, I won’t make it.”
Immediatamente dopo ha affermato che stava ovviamente scherzando, ed ha fatto una tirata di cinque minuti sul suo futuro immediato.
“I love this so much that it’s such a passion but I also know that what I’ve seen from some of my closest friends. Whether it’s coaches or even some of our players, I’m gonna be married this summer, I want to have a family and I think being able to find that balance but also be able to give the time necessary.
I have always had a dream about being able to be a father and I can’t predict the future, you know? I jokingly say that [because] I don’t really know. [What I] know [is] I love football and I’m so invested in this thing and I’m in the moment right now. But at some point, too, if you said what do you want to be able to do? I want to be able to have a family and I want to be able to spend time with them.”
Queste parole hanno scatenato i reporter nelle fantasie più assurde, senza che si fermassero un momento anche solo a pensare che McVay ha già dovuto rinviare il amtrimonio due volte a causa della pandemia, per cui non è una cosa strettamente legata alla vittoria o meno nel Super Bowl. La famiglia avrebbe potuto iniziarla già prima, se non ci fosse stata questa emergenza che ci sta condizionando da ormai due anni.
Sappiamo benissimo quanto investe della sua vita e del suo tempo McVay nel football. Troppo? Forse si, per uan persona normale, ma anche per un coach, che comunque, a quei livelli, in stagione ha davvero poca vita privata e sociale, scomparendo dalla vista familiare praticamente da agosto a Febbraio, se arriva fino in fondo.
Già venerdì sera, comunque, visto il vespaio che si era alzato, McVay ha detto all’Eugenio Casadei americano Ian Rapoport di non avere alcuna intenzione di mollare la barca, nemmeno dopo una eventuale vittoria nel Super Bowl.. Il suo era un discorso in prospettiva, non necessariamente riferito all’immediato. Erano delle considerazioni siul fatto che dopo il matrimonio di quest’esttate dovrà valutare la situazione e come staranno le cose, ma la sua presenza sulla panchina dei Rams è assicurata ancora per un po’.
Tranquillizziamo, quindi, i tifosi italiani dei Rams. McVay non si muove, almeno nell’immediato futuro. Tra qualche anno vedremo, ma sul futuro a lungoi termine sfido chiunque ad avere delle certezze.